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 2013  febbraio 06 Mercoledì calendario

CEMENTIFICAZIONE: ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA

Otto metri quadrati di suolo se ne vanno ogni secondo coperti di ce­mento e asfalto, da case e strade, centri commerciali e capannoni. A questo ritmo ogni cinque mesi viene cementifica­ta un’area pari a quella di Napoli; ogni an­no una pari alla somma di Milano e Firen­ze. Con gravissime conseguenze soprattut­to per il dissesto idrogeologico, ma anche per la perdita di produzione agricola. Un ritmo superiore alla media europea e che negli ultimi cinque anni si è addirittura in­crementato rispetto a quello degli ultimi 50, quando si perdevano 7 metri quadrati al se­condo di suolo. Dati preoccupanti conte­nuto nello studio dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), presentato ieri, che ricostruisce l’anda­mento del consumo di suolo in Italia dal 1956 al 2010.
Una gran brutta classifica europea, l’enne­sima in tema di tutela del territorio. E che viene da lontano. Già nel 1956 il nostro Pae­se era al di sopra della media continentale e persino di quella attuale. Cinquantatré anni fa ci eravamo già ’mangiati’, infatti, il 2,8% del territorio, mentre la media euro­pea di oggi si attesta al 2,3%. Ma l’Italia è andata ben oltre fino a un consumo nel 2010 pari al 6,9%.
L’Italia, spiega l’Ispra, è passata da un con­sumo di suolo di poco superiore a 8mila kmq nel 1956 a oltre 20mila nel 2010. Così se nel 1956 erano «ir­reversibilmente persi 170 mq per ogni italiano», nel 2010 «il valore raddoppia, passando a più di 340 mq». Nel 1956 la gra­duatoria delle regioni più ce­mentificate vedeva la Liguria su­perare di poco la Lombardia con quasi il 5% di territorio ’sigilla­to’, distaccando, Puglia a parte (4%), tutte le altre. Dopo mezzo secolo la situazione «cambia drasticamente»: la Lombardia supera la soglia del 10%, po­nendosi in testa alla classifica, seguita da Puglia, Veneto, Campania, Liguria, Lazio e Emilia Romagna, ma quasi tutte le altre (14 su 20) «oltrepassano abbondantemente il 5% di consumo di suolo».
Per il presidente dell’Ispra, Bernardo De Bernadinis, bisognerebbe trovare «un e­quilibrio tra il consumo di suolo, lo svilup­po delle città e il rapporto tra la campagna e l’area urbana». Mentre per il sottosegre­tario alle Politiche agricole, Franco Braga, sarebbe necessario «ridisegnare il quadro della gestione del suolo: un problema non più rinviabile per l’Italia». Legambiente chiede un «impegno» ai candidati affinché il nuovo Parlamento approvi il ddl salva­suolo, proposto dal governo in autunno e approvato anche da Regioni e enti locali, che «introduce misure di tutela del territo­rio, e di lotta all’abusivismo edilizio». Men­tre per il presidente di Confeuro, Rocco Ti­so, che parla di «cifre agghiaccianti», que­sta perdita di suolo è «un fattore di de­cisiva importanza, perché ha una rica­duta immediata sul fabbisogno alimen­tare nazionale» e «per questo «è ne­cessario trovare al più presto un equi­librio tra lo sfru­tta­l’intervista mento del suolo e lo sviluppo della aree ur­bane e delle campagne». Parole confermate dal rapporto dell’Ispra. Tra il 1990 e il 2006, i 19 Stati membri Ue hanno perso una capacità di produzione agricola complessiva pari a 6,1 milioni di tonnellate di frumento (l’1% del loro po­tenziale agricolo, circa 1/6 del raccolto an­nuale in Francia, il maggior produttore d’Europa). Numeri tutt’altro che insignifi­canti visto che, per compensare la perdita di un ettaro di terreno fertile in Europa, ser­virebbe la messa in uso di un’area dieci vol­te maggiore. E i danni vanno oltre. Impermeabilizzando un ettaro di suolo di buona qualità con ele­vata capacità di riten­zione idrica (4.800 me­tri cubi), scrive ancora l’Ispra, si riduce in mo­do significativo anche l’evapotraspirazione.
L’energia necessaria per far evaporare quel­la quantità di acqua equivale al consumo energetico annuo di circa 9mila congelato­ri, quasi 2,5 milioni di kWh. In termini eco­nomici, supponendo che l’energia elettrica costi 0,2 euro/kWh, un ettaro di suolo im­permeabilizzato comporta una perdita di quasi 500mila euro.