Marco Mobili, Il Sole 24 Ore 5/2/2013, 5 febbraio 2013
RIMBORSO EUROTASSA «BRUCIATO» DAL DEBUTTO DELLE ADDIZIONALI
ROMA
Tre precedenti nella storia del fisco moderno per la restituzione delle imposte: la partita di giro dell’eurotassa, il recupero indotto dalla Consulta per l’Irap sul lavoro dipendente e il rimborso dell’Iva per le auto, imposto dai giudici di Strasburgo.
A memoria di contribuente dalla riforma del sistema tributario dei primi anni ’70 a oggi, la prima restituzione "di massa" di un’imposta ai cittadini si è materializzata con la cosiddetta eurotassa. Il contributo straordinario per l’Europa fu introdotto dal Governo Prodi con la manovra economica per il 1997. L’obiettivo dichiarato era quello di recuperare almeno 0,6 punti percentuali di disavanzo e far rientrare così i conti pubblici entro i parametri imposti da Bruxelles con il trattato di Maastricht. Con la promessa di successiva restituzione. Cosa che avvenne nel 1998/99 anche se si trattò di un recupero soltanto parziale, nel limite del 60% di quanto versato dalle persone fisiche. L’effetto pratico nelle tasche degli italiani fu però "sterilizzato" dall’entrata in vigore nel 1998 delle prime addizionali regionali e comunali all’Irpef. Di fatto, si attuò una vera e propria partita di giro: i 3 miliardi restituiti furono contestualmente assorbiti con il versamento delle nuove addizionali.
A differenza di quanto dichiarato domenica da Silvio Berlusconi - che garantisce il pagamento cash dell’Imu prima casa, anche attraverso gli uffici postali - la restituzione dell’epoca avvenne in modo ben più articolato e complesso. Nessun versamento diretto ai cittadini in contanti ma gestione attraverso i sostituti d’imposta che avevano trattenuto - l’anno prima - direttamente in busta paga o dai ratei di pensione il contributo straordinario per l’Europa. Le partite Iva utilizzarono il credito maturato direttamente in compensazione con il modello F24. Per tutti gli altri contribuenti restava aperta la strada dell’istanza di rimborso da presentare entro 18 mesi al centro di servizio delle imposte dirette e indirette competente sulla base del domicilio fiscale.
In seguito, nel 2006 i contribuenti, in particolare professionisti e imprenditori, si videro aprire la strada a una nuova possibilità di restituzione di imposte non dovute: l’Iva non detratta sui costi sostenuti per le auto aziendali. A spingere allora il secondo governo Prodi a un intervento d’urgenza furono i giudici europei che bocciarono l’indetraibilità dell’Iva sui veicoli aziendali che da regime transitorio dopo 27 anni si era ormai trasformato in permanente.
È di questi giorni, invece, la procedura con cui lo Stato sta restituendo l’Irap versata sul costo del lavoro e non detratta da Ires e Irpef. Sono stati prima il Governo Berlusconi e poi quello Monti a dover disporre la procedura di rimborso del tributo indebitamente versato. Nessun automatismo, ma un recupero articolato e nel limite del 10% con tanto di click day "regionalizzato" per accedere ai recuperi. Una procedura in cui spesso il gioco non vale neanche la metà della candela.