Francesco Specchia, Libero 5/2/2013, 5 febbraio 2013
A TRANI NON SI FERMANO PIÙ DOPO MPS INDAGANO SULL’EURIBOR
[Manipolazione dei tassi: la Procura apre un fascicolo su cinque general manager. Ma intanto in città è boom di furti e rapine] –
«Mica siamo un paesino dell’Oklahoma...». Trani è un gioiello levantino, nota per la cattedrale romanica, gli splendori di Federico II e una piccola, agguerritissima procura che la suddetta frase sussurrò ai pm americani, all’atto del rinvio a giudizio per 7 dipendenti delle agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch, rei d’aver manipolato il rating e destabilizzato il Paese. Non che avessero tutti i torti. Trani, da tempo, è il piccolo Davide della magistratura italiana. Ieri il pool inquirente guidato da Carlo Maria Capristo, senza alcuna reverenza per i colleghi di uffici più illustri (e fregandosene degli strali milanesi di Bruti Liberati che denuncia la «gara tra diversi uffici giudiziari») ha iscritto nel registro degli indagati cinque banche: Societé Generale, Barclays, Deutsche Bank, Hsbc e Rbs - e cinque relativi general manager nell’inchiesta per presunta manipolazione del tasso Euribor. Un blitz fulminante. Consumato proprio mentre Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, democristianamente cazziava: «C’è qualche iniziativa estemporanea dettata più dall’esigenza di inseguire la notorietà che da un coerente e responsabile esercizio dell’azione penale». Ma il blitz è solo l’ultimo d’una lunga serie. Prima la stessa Procura, aveva fatto le pulci sia ai derivati di Mps e di altre banche che ai controllori, sequestrando 360 mila euro nella filiale di Corato del Monte Paschi dopo la denuncia di un imprenditore locale che, dopo aver sottoscritto un derivato come copertura per un finanziamento (mai ottenuto), s’era visto sfilare dal conto 415 mila euro di «perdite». Prima ancora, a gennaio dello scorso anno la procura aveva ordinato il sequestro di contratti derivati di Mps e Banco Napoli per 220 milioni, più 10 milioni di euro «congelati» tra ingiusto profitto e flussi futuri previsti.
E prima prima ancora aveva indagato Augusto Minzolini già direttore del TgUno per violazione «di segreti inerenti a un procedimento penale» sulla storia delle intercettazioni del Berlusca. Ho usato il termine generalista “pro - cura”, ma non è esatto. In realtà i magistrati-Robin Hood sono sempre gli stessi. Sono sempre Antonio Savasta e Michele Ruggiero, giovani competenti ed ambiziosi quanto basta, i soli ad accogliere le istanze di Adusbef e di Federconsumatori; nonchè ad accendere nei propri giovani petti pugliesi l’interesse per i meccanismi complessi dell’economia mondiale. Al punto che -per dire solo a fine 2011 Ruggiero aveva programmato una missione negli Usa per raccogliere testimonianze sulle agenzie di rating e i loro conflitti di interesse presso il presidente della Sec, i finanzieri di Wall Street e perfino col premio Nobel per l’Economia Paul Krugman. La foga del pm tranese venne poi smorzata dall’opposizione del ministero della Giustizia Usa, secondo il quale le agenzie di rating non possono essere perseguite per le opinioni che esprimono; ma, insomma, Ruggiero assurse alle cronache. Come assurse, a dire il vero, quando finì sotto processo disciplinare al Csm per non aver informato il suo capo dell’iscrizione di Berlusconi, di Innocenzi e di Minzolini nel registro degli indagati. Troppo zelo.
Diversi i precedenti di Savasta, certo un buon magistrato noto, tra l’altro, per aver indagato (poi archiviato) l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio per l’inchiesta su Banca 121. Curiosamente, però lo stesso Savasta è a sua volta indagato a Lecce per truffa aggravata, appropriazione indebita ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Al centro di tutto -documentata da Il Giornale- c’era una masseria comprata nel 2005 insieme all’imprenditore Giuseppe Di Miccoli, ma intestata solo al magistrato per motivi fiscali. Lo scazzo tra i due portò alla denuncia. E, per inciso, fosse vera la difesa del pm sull’ipotesi- prestito, è opportuno che un pm, invece di rivolgersi a una banca, chieda soldi a un imprenditore attivo nel distretto in cui egli stesso opera? Per Savasta il 28 novembre 2012 il Gip ha rigettato pure la seconda richiesta di archiviazione, chiedendo ai pm l’imputazione coatta del collega. Il Gip parla di «artifizi e raggiri». Gli stessi che i pm attribuiscono alle banche. Tutto ciò mentre si è svolto un vertice segreto del sindaco con le forze dell’ordine e il prefetto della BAT per fare il punto sulla drammatica situazione della criminalità a Trani (pare sia stato richiesto l’Esercito. Pare)...