Antonella Baccaro, Corriere della Sera 05/02/2013, 5 febbraio 2013
L’AMMINISTRATORE DI ALITALIA RISCHIA IL POSTO - E
adesso Andrea Ragnetti rischia il posto. L’amministratore delegato di Alitalia, arrivato alla cloche nel marzo scorso, sarebbe finito nel mirino di Air France-Klm, il socio di maggioranza (25%), e non solo. C’è malumore anche tra alcuni azionisti «minori», insoddisfatti del manager umbro, al punto di ipotizzarne l’avvicendamento. Certo, non ha giovato a Ragnetti la vicenda della Carpatair e dell’aereo finito fuori pista a Fiumicino, che ha gettato una luce negativa sulla scelta di affidare delle rotte interne a una compagnia che probabilmente non può vantare gli stessi fondamentali di sicurezza di Alitalia. Ma questo non è che il casus belli che avrebbe scatenato definitivamente il malumore degli azionisti producendo il rinvio a lunedì prossimo del consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto tenersi ieri. All’ordine del giorno resta l’esame del prestito-ponte di 150-200 milioni da parte dei soci, che dovrebbe consentire alla compagnia di scavallare i due trimestri dell’anno più difficili e approdare all’acquisto da parte di Air France-Klm di ulteriori quote. Almeno questo è lo scenario che Ragnetti avrebbe offerto agli azionisti, chiedendo loro di mettere mano al portafoglio. Ma né Air France-Klm, né molti altri azionisti sembrerebbero disponibili. Pesano per i franco-olandesi alcune delle scelte fatte dall’ad sulla gestione dei ricavi, in controtendenza rispetto all’impostazione tenuta fin qui in vista dell’integrazione. Intesa Sanpaolo, l’azionista che a marzo scorso indicò Ragnetti, starebbe cercando di mediare prima del prossimo cda. La resa dei conti sembra vicina.
Antonella Baccaro