Claudio Gallo, La Stampa 5/2/2013, 5 febbraio 2013
1941: L’MI5 CERCA LA TALPA DI AGATHA CHRISTIE
Nel 1941 la vita dell’ignara Agatha Christie divenne per qualche mese un racconto di Borges, fatto di specchi e allusioni inquietanti, mentre la trama del suo ultimo giallo si rovesciava, ben più temibile, nell’esperienza quotidiana.
I servizi segreti britannici erano infatti convinti che nel suo N or M , tradotto in Italia solo nel 1961 con il titolo La quinta colonna , ci fosse un riferimento alle attività del segretissimo centro di decifrazione di Bletchey Park, Buckinghamshire, che era riuscito a trascrivere il codice cifrato tedesco Enigma, con enorme vantaggio per gli inglesi.
Il giallo racconta le avventure di una coppia di detective, Tommy and Tuppence, che danno la caccia a due agenti nazisti, infiltrati in Inghilterra per preparare un’invasione, noti appunto col nome in codice N e M. L’Mi5, il controspionaggio britannico, rabbrividì quando lesse il nome di un personaggio secondario, il maggiore Bletchey, guarda caso, un «noioso ufficiale» che aveva servito in India e si vantava di conoscere molti segreti della guerra in corso.
I primo sospetti caddero su Dilly Knox uno dei più dotati decifratori a Bletchey Park che era amico della Christie. Fu subito scagionato ed escluse che la scrittrice potesse sapere qualcosa del centro segreto ma accettò di sentirla. Davanti a un vassoio di tè e pasticcini, nella sua casa nel Buckinghamshire le chiese perché avesse proprio scelto quel nome. «Bletchey? - rispose la scrittrice Mio caro, ero proprio lì, bloccata in treno sulla linea Oxford-Londra, allora mi sono vendicata chiamando così uno dei miei personaggi meno gradevoli». L’aneddoto è contenuto in The Codebreakers of Station X di Michael Smith, un libro uscito ieri.