Andrea Greco, la Repubblica 5/2/2013, 5 febbraio 2013
PALAZZO SANSEDONI PUÒ SACRIFICARE LE OPERE D’ARTE
Un incontro molto discreto, e molto riservato. Circa un mese fa i vertici della fondazione Mps avrebbero contattato Sotheby’s, primaria casa d’aste. Tema della riunione la «valorizzazione » del patrimonio artistico del maggiore socio del Monte. Per ora l’incontro sarebbe rimasto senza frutto, perché l’idea di vendere una sessantina di tele e sculture senesi sarebbe vissuta con dolore dalla comunità locale. Tuttavia l’ipotesi resta attuale, anche perché secondo un documento interno la liquidità per il funzionamento dell’ente potrebbe esaurirsi entro metà 2013.
Privarsi dei beni d’arte potrebbe aiutare a tirare avanti, magari per un anno o due, nella speranza che la banca riprenda a produrre utili anziché perdite. Di recente si sarebbe mossa su questa china anche fondazione bolognese Carisbo, vendendo un violino Stradivari in cambio
di qualche milione. I senesi avrebbero interrogato Sotheby’s sul prestito internazionale delle loro opere, ma avrebbe lasciato freddi gli art advisor britannici, poiché i costi di assicurazione, trasporto e catalogo sarebbero tali da ridurre al minimo gli introiti. Sotheby’s potrebbe trovare dei potenziali, affezionati compratori esteri per
le opere, realizzando un corrispettivo ben maggiore dei 7,6 milioni a cui sono scritte nel bilancio 2011. Il progetto di collezione dell’ente Mps segue due filoni: una raccolta di capolavori riconducibili alla scuola senese dal XIII al XVIII secolo e la ricerca di opere che testimonino la fioritura dell’arte nel territorio dal XIX alla prima metà del XX se-
colo. Francesco Orioli e il Brescianino, Francesco Vanni e Rutilio Manetti, Marco Pino. Ma anche sculture di Giovanni Berti, Domenico Cafaggi, Giovanni Dupré. E’ una collezione limitata perché recente: ai tempi della separazione con la banca (1995) quasi tutti i lasciti e gli investimenti in arte erano rimasti in capo al Monte. Lo dimostrano i numeri,
che vedono scritte a bilancio per un centinaio di milioni le tele Mps, e per 7,6 milioni quelle della fondazione. E non va dimenticato che nel 2013 il totale erogato dalla fondazione si limiterà a 5 milioni, una cifra così piccola che per il terzo anno di fila — l’ultimo bando richieste è del 2010 — saranno destinati quasi esclusivamente ai progetti strumentali. Che in pratica sono due, Siena Biotech e l’Accademia Chigiana di musica. Per quest’ultima giravano voci di chiusura, ma sembra che con notevoli tagli e sacrifici la nuova stagione di corsi e concerti ci sarà; in attesa di nuovi sponsor. La fondazione Mps a fine 2011 aveva un patrimonio di 1,33 miliardi, debiti per 350 milioni, titoli Mps in carico a quasi il doppio del valore di Borsa. E comunque non sarà con i quadri che si finanzierà un futuro: indispensabile cedere un’altra fetta di titoli della banca, si dice circa un terzo dell’attuale 35 per cento.