Ettore Livini, la Repubblica 5/2/2013, 5 febbraio 2013
“ROMA TORNERÀ UNA MINACCIA PER L’EUROPA” NEI GOVERNI E NELLA FINANZA SCATTA L’ALLARME
«I guai di Piazza Affari e il balzo dello spread? Colpa dello scandalo Mps e delle promesse del Cavaliere». I giornali, a maggior ragione quelli stranieri, non votano. Ma dopo il disastro di Siena e l’uno-due su Imu e Balotelli, il fattore-Berlusconi– come dimostra l’affondo di ieri del
Wall Street Journal
– è tornato improvvisamente a mandare in fibrillazione i mercati e opinione pubblica e cancellerie internazionali.
Le Cassandre della grande
finanza, fino a pochi giorni fa, si erano cullate nella bambagia di un esito elettorale dato quasi per scontato. Strologavano sull’entità del successo del Pd e i loro analisti si limitavano a esercitarsi sulle differenze (per titoli, valute e bond) tra una vittoria secca di Bersani o la necessità di una coalizione con Monti. Il vento però è cambiato, i listini – come dimostra la Caporetto di ieri – l’hanno già fiutato e anche i guru della City e di New York hanno iniziato a rivedere i loro calcoli.
A rompere il tabù – prima dell’edizione online del
Wsj
– è stata la Jp Morgan, uno dei nomi più blasonati di Wall Street. «La nostra opinione resta la stessa di un
mese fa: a vincere le elezioni sarà il centro-sinistra, al limite alleandosi con Monti», ha messo le mani avanti in un report stampato ieri mattina.
Detto questo, però, ha avanzato per la prima volta la domanda (per ora senza risposta) che tiene con il fiato sospeso i mercati: «Cosa succederebbe se vincesse Berlusconi? ». La risposta della banca Usa è chiara. Punto primo: «Qualsiasi scenario che veda uscire dalle urne un successo del Cavaliere non è positivo per l’Europa». Punto secondo: i possibili sviluppi – per la politica e la finanza – sono due: «Lo scenario peggiore, quello che i policymakers europei stanno lavorando per evitare, è una vittoria del centrodestra gestita male», scrive Jp Morgan. In quel caso – vaticina – i mercati «metterebbero sotto forte
pressione l’Italia» obbligandola a bussare prima al fondo salvastati e poi alla Bce, per attivare lo scudo salva-spread. Peggio: i tedeschi dovrebbero dare l’ok («con tutti i dubbi legati alla necessità di garantire un aiuto proprio a un governo Berlusconi») e a finire in difficoltà potrebbe essere proprio Angela Merkel – il Cavaliere in fondo se ne farebbe una ragione – azzoppata in vista delle elezioni di settembre.
Un cataclisma di questo genere però non converrebbe a nessuno, nemmeno a Berlusconi. L’alternativa – «più probabile»
ammette la merchant bank newyorchese – è che dopo la vittoria l’ex premier moderi la retorica pre-elettorale e cerchi una sponda, magari con Monti, per evitare un’imboscata dei mercati che finirebbe per danneggiare anche lui. Varando un esecutivo che, alla fine, potrebbe «assomigliare molto» a quello tecnico uscente.
Un parere isolato? Mica troppo. Anche la giapponese Nomura ha calcolato ieri che «l’annuncio del taglio dell’Imu vale un paio di punti in termini di consensi e persuaderà molti degli incerti a votare per il centro-destra ». Il mercato, proseguono i suoi analisti «sottostima il rischio d’incertezza e il consenso crescente per il centro-destra richiede monitoraggio costante».
L’allarme per la “remuntada” del Pdl è massimo, anche se per ora sottotraccia, soprattutto in
Germania e non solo per la Cdu di Angela Merkel da tempo dipinta dal Cavaliere come una sorta di Commissario del Belpaese. Gli attacchi elettorali contro Berlino del Cavaliere e le sue «avance all’estrema destra», come ha scritto Jp Morgan ricordando la riabilitazione mussoliniana, hanno lasciato il segno in tutto il paese.
Der Spiegel
ha attribuito il malumore della Borsa tedesca proprio all’incertezza sulle elezioni tricolori e agli scandali in Spagna. Stessa musica per il
Frankfurter Algemeine
che ha rilanciato senza mezzi termini l’allarme-Berlusconi. La
preoccupazione è quella sintetizzata in un’agenzia della “Reuters”: la sua popolarità «è in crescita – scrive – e una sua vittoria rischia di far saltare le riforme del governo Monti».
Il Cavaliere, bravo come il Mago Silvan a girare a suo favore anche lo scetticismo e i timori dell’opinione pubblica internazionale, proverà un’altra volta a giocare la carta dei pregiudizi antiitaliani e dei “golpe” internazionali contro di lui e contro il Belpaese. Ma per Piazza Affari e per lo spread (leggi gli interessi sul nostro debito) – specie da quando i sondaggi finiranno in freezer – si preannunciano comunque giornate da brividi.