Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 05 Martedì calendario

CINA, ARRIVA IL SINDACATO NELLA FABBRICA DEI SUICIDI

La Foxconn, una delle principali fornitrici della Apple divenuta tristemente nota due anni fa come «la fabbrica dei suicidi», e che impiega 1,2 milioni di persone, potrebbe diventare la prima fabbrica in Cina a far svolgere elezioni sindacali libere. Lo scrive il «Financial Times» che cita un non specificato rappresentante dell’azienda il quale avrebbe risposto che «la posizione del presidente e quella dei 20 membri del Comitato della Federazione sindacale della Foxconn saranno scelte una volta ogni 5 anni tramite scrutinio segreto».
Finora, gli unici sindacati in Cina appartengono alla Federazione cinese dei sindacati, organizzazione stabilita dal Partito comunista e considerata più vicina al governo e alle amministrazioni aziendali che non ai lavoratori. I sindacati indipendenti sono illegali, e i tentativi di uscire allo scoperto si sono spesso conclusi con arresti. Ma il governo centrale negli ultimi tempi ha ampliato lievemente il campo dei diritti del lavoro, pur fra segnali contraddittori e tutt’ora senza una reale autonomia organizzativa dei lavoratori, per cercare di smorzare le proteste operaie all’interno delle fabbriche, e mantenere la stabilità sociale.
Le dure condizioni di lavoro alla Foxconn, di proprietà del miliardario taiwanese Terry Gou, avevano attirato l’attenzione internazionale dopo una serie di suicidi di operai, ai quali l’azienda aveva risposto con aumenti di stipendio, ma anche con delle misure molto criticate: dalla stesura di teloni «anti-suicidio» all’interno delle fabbriche, alle feste sponsorizzate dalla direzione dell’azienda per favorire «l’amore per la vita». La Apple però ha deciso di rispondere alla pubblicità negativa che le veniva da quanto avviene alla Foxconn mandando suoi rappresentanti che portassero avanti inchieste in incognito, e inviando dei membri della Fair Labor Association, un gruppo para sindacale Usa di cui fanno parte anche accademici e membri di diverse Ong, a fare una relazione sulle condizioni lavorative alle fabbriche Foxconn. Uno dei punti critici individuati dalla Fla era proprio l’assenza (comune del resto ad altre fabbriche cinesi) di rappresentanti genuini della forza lavoro.
Dopo le festività del Capodanno cinese, che si concluderanno il 15 febbraio, dunque, la Foxconn, assistita dalla stessa Fla, inizierà un programma educativo per preparare il terreno per le prime elezioni, che dovrebbero eleggere 18.000 rappresentanti sindacali sostituendo quelli il cui mandato scadrà quest’anno e nel 2014.