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 2013  febbraio 05 Martedì calendario

ANCHE AIR FRANCE VOLA CON I PARTNER MINORI

Wet lease, ovvero «noleggio bagnato». E’ un contratto stipulato tra due compagnie aeree con l’obiettivo mirato di ridurre i costi di servizio (equipaggi, manutenzione, assicurazione). E’ il caso dell’accordo tra Alitalia e la romena Carpatair, datato marzo 2012 e che sarebbe andato in scadenza nello stesso mese del prossimo anno. Ma il fuoripista di sabato sera a Fiumicino e le conseguenti polemiche hanno provocato la sospensione dell’intesa, in attesa delle conclusioni della magistratura.
I SUBAPPALTI
Voli di gruppo. Del resto così fan tutti. O quasi. Dai giganti statunitensi, ai grandi vettori europei come Lufthansa e Air France. Che di partner «sussidiari», a vario titolo, ne contano una dozzina. I francesi sono alleati di Air Caledonie, Air Madagascar, Air Mauritius, Royal Air Maroc, Tunisair. I tedeschi operano con Lufthansa Regional, Augsburg Airways, Eurowings, Lufthansa City Line. E altri partner. Tra le «piccole» ci sono l’albanese Belle Air Europe (1 aereo) che vola per conto di Belle Air Shpk; la bulgara Mistral Air (1 aereo) con logo della Bulgarian Air Charter; la portoghese New Livingston (1 aereo) con livrea di Hi Fly. Come dire che il taglio delle spese è diventata una necessità globale, soprattutto sul versante del trasporto aereo dove la competitività negli anni è andata assumendo proporzioni sempre più vistose e drammatiche. Il rischio è che la forbice recida anche gli standard di sicurezza.
AFFITTO AD ORE
E veniamo all’Alitalia. Prima di Carpatair e per circa due anni, dal 2009 al 2011, già un’altra compagnia dell’Est europeo aveva coperto collegamenti charter in sostituzione della nostra aviolinea. Era la croata Dubrovnik. Era, perché il contratto non fu rinnovato e nel novembre del 2011 il vettore balcanico mise a terra i suoi jet. L’estate scorsa si affacciò sui nostri cieli anche la slovacca AirExplorer con l’affitto di aeromobili ad ore. Un esperimento durato appena qualche settimana.
Capitolo chiuso, almeno per ora, quello del wet lease in casa Alitalia. La società presieduta da Roberto Colaninno ha, invece, in piedi altri «appalti» per quanto riguarda il settore manutenzione e componentistica. Continua a servirsi di Atiteck, con sede nello scalo napoletano di Capodichino, che controllava i velivoli di corto, medio raggio e lungo raggio. Circa ottocento operai, indotto compreso, centocinquanta dei quali rischiano adesso il posto in quanto la stessa Alitalia ha affidato la manutenzione dei grandi jet alla israeliana Betek, con sede a Tel Aviv.
I CARRELLI
Anche il comparto componentistica, in particolare della revisione dei carrelli, di Fiumicino rischia un ridimensionamento. Semplice la spiegazione: il sito sul Leonardo da Vinci serviva sia il nostro vettore che Air France, ma la decisione dei transalpini di lavorare in proprio ha spinto la società di Colaninno a pianificare un’operazione di ridimensionamento con l’idea di affidare ad un terzo soggetto (non meglio identificato) i compiti di revisione dei carrelli degli aerei. Anche in questo caso, evidentemente, si pone in modo drammatico il problema esuberi in quanto i circa ottanta dipendenti potrebbero subire un drastico dimezzamento.