VARIE 4/2/2013, 4 febbraio 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LE BALLE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE FANNO RIALZARE LO SPREAD
MILANO - Si avvicina l’appuntamento con le urne e l’incertezza legata all’esito del voto, insieme alle promesse da campagna elettorale, rimettono sotto pressione i titoli di Stato italiani. A notarlo è anche il quotidiano finanziario americano Wall Street Journal, che sul suo sito collega il boom dello spread e il crollo dei listini milanesi citando le indagini giudiziarie sui derivati e le parole dell’ex premier Silvio Berlusconi, "che sta guadagnando popolarità nei sondaggi pre-elettorali e che ha promesso di abbassare le tasse in caso di elezione, una mossa descritta dagli oppositori come propaganda elettorale". Secondo il quotidiano ciò "potrebbe mettere sotto pressione i conti dello Stato".
In questo contesto lo spread, la differenza tra il rendimento offerto dai Btp e dai Bund decennali, si è alzato di circa 20 punti base, a quota 285 punti: i titoli italiani sul mercato secondario rendono il 4,46%. L’andamento negativo sul fronte obbligazionario ha appesantito il comparto bancario di Piazza Affari. L’indice principale milanese ha ceduto il 4,5% e quello dedicato al settore del credito ha perso più di sei punti. Unicredit, Banco Popolare e Bpm sono state tra le azioni più vendute nel lotto dei titoli a maggiore capitalizzazione. Tra gli altri, si segnala l’andamento pesante del Monte dei Paschi. L’azione della banca senese, al centro dello scandalo sui derivati, ha faticato a lungo prima di far prezzo. Sotto i riflettori del mercato anche Saipem, che ha chiuso in terreno positivo: la Consob ha ascoltato per due ore i vertici della controllata Eni per far luce sul crollo del titolo e le vendite in blocco prima dell’annuncio del profit warning. Male Mediaset, dopo un report di Mediobanca che punta il dito contro l’audience deludente in Spagna. Sospese per un periodo dalle contrattazioni, in forte ribasso, anche Fiat e Finmeccanica.
Anche il resto d’Europa ha chiuso in rosso, con Londra che ha ceduto l’1,6%, Parigi il 3% e Francoforte il 2,5%. Forte pressione anche su Madrid, che ha lasciato sul terreno il 3,8% con lo spread tra Germania e Spagna che si è ampliato in area 380 punti. Come ricorda sempre il Wall Street Journal, in quest’ultimo caso pesano gli scandali emersi intorno al premier Mariano Rajoy. I rinnovati timori sulla periferia dell’euro azzoppano anche Wall Street, reduce da una settimana che aveva riportato gli indici a un passo dai massimi storici, con il Dow Jones sopra 14 mila punti. Quest’ultimo, alla chiusura dei mercati del Vecchio continente, cede lo 0,8%, sotto 14mila punti. Vendite anche sull’S&P 500, che arretra in linea con il Dow, mentre il Nasdaq lascia sul parterre l’1,1%.
A livello macroeconomico, pesa la crescita della disoccupazione in Spagna: i senza lavoro salgono a quasi 5 milioni di unità. A gennaio il numero dei disoccupati spagnoli avanza del 2,7% (132.055 persone in più), a un totale di 4,98 milioni. Il tasso di disoccupazione, rilasciato in base a statistiche diverse, è volato nel quarto trimestre al 26,02%, il massimo dal 1975. I timori su Spagna e Italia pesano anche sull’euro, che scende sotto quota 1,36 dollari, mentre lo yen continua a mantenersi debole. La moneta unica passa di mano a 1,355 dollari, dopo aver toccato il top dalla fine del 2011 venerdì scorso.
In mattinata, intanto, la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi in rialzo dello 0,62% aggiornando i massimi da 33 mesi. L’indice Nikkei è salito in scia all’ottimismo sull’economia Usa (+157mila i posti di lavoro creati a gennaio e annunciati venerdì, oltre alla revisione al rialzo dei dati di novembre e dicembre) e le attese di altre misure di allentamento monetario da parte della Bank of Japan. Tra i singoli titoli, spicca il rimbalzo di Panasonic, che chiude a +17% dopo i dati diffusi venerdì scorso con un margine operativo lordo triplicato. Il gruppo di elettronica ha trascinato al rialzo anche Sony (+7,5%) e Sharp (+5,47%).
Sul fronte delle materie prime il petrolio è in calo a New York a 96,54 dollari al barile (-1,26%). Di segno opposto l’andamento dell’oro: il metallo prezioso per consegna immediata segna un rialzo dello 0,2% a quota 1.671,50 dollari l’oncia. Corre anche il platino che ha registrato un progresso dell’1,4% a 1.707,87 dollari l’oncia.
(04 febbraio 2013)
PARLA BERLUSCONI - REPUBBLICA.IT
ROMA - "Monti ne dice tante di stupidaggini. Se in Italia c’è qualcuno che è credibile questo è il sottoscritto. Perché dissi che avrei abolito l’Ici e l’ho abolita. Molti dicono sciocchezze, non ne ho mai sentite tante come quelle che sento in questi giorni di campagna elettorale". Così Silvio Berlusconi a L’Aria che tira su La7 replica al premier dimissionario che lo ha accusato di aver proposto "un simpatico tentativo di corruzione" con la promessa "shock" di restituire l’Imu versata agli italiani annunciata ieri a Milano.
Contro il Professore si scaglia anche Angelino Alfano: le sue offese a Berlusconi sono "inaccettabili, è una caduta di stile. Per questo chiediamo sue dimissioni da senatore a vita", ha detto il segretario del Pdl.
Imu. Il Cavaliere difende l’"asso" calato ieri. Dice: "l’Imu l’abbiamo votata perché non potevamo far cadere il governo tecnico dopo tre settimane, il nostro è stato un gesto responsabile. Poi ci siamo ripromessi di riparare ad un’imposta ingiusta e stupida".
Chiarisce le modalità di restituzione - "faremo un accordo con le Poste, ma se uno non vuole andare all’ufficio postale trasmette al ministero
del Tesoro i suoi estremi bancari e il Tesoro le fa il bonifico in 10 minuti". E taglia corto sulle critiche mossegli dal suo ex ministro Tremonti: "abbiamo fatto altri conti" rispetto ai suoi, dice, aggiungendo che "per i primi 4 miliardi strutturali che ogni anno il bilancio dello Stato non potrà non contare in entrata provvediamo con un ddl con un piccolo aggravio di imposte su prodotti come tabacchi, giochi, scommesse e lotto".
Quanto all’ironia sui social network sulla sua proposta non si scompone: "Ci fanno un piacere, così ci fanno tanta pubblicità in modo che tutti gli italiani possono arrivare a sapere".
Fisco, "faremo condono tombale". Sul fisco, il Cavaliere fa un’altra promessa: "Sarei assolutamente d’accordo nel fare il condono fiscale. Sono sempre stato avversato in questo dalla sinistra, dice, ma ce n’è assolutamente bisogno. Se avrò la maggioranza verrà fatto".
Nega poi di aver aumentato la pressione fiscale: "Non è vero", dice, "la spesa pubblica è aumentata seguendo l’inflazione e non è vero che abbiamo lasciato l’Italia sul lastrico: è il più grande imbroglio che hanno detto Monti e certi giornali".
"Mandati via per colpo di Stato". Berlusconi torna ad evocare un complotto che ne avrebbe determinato la caduta. "Noi siamo stati mandati via per una specie di colpo di Stato. E se la prende con Fini: tutto è partito dal suo "tradimento", che ha "fatto cadere la nostra maggioranza", ha detto. Il "traditore", continua, ora ha meno dell’1 per cento e "rischia di non entrare nemmeno in Parlamento".
Mps, "sotto elezioni giudici coprono scandali". Interviene poi sul caso Mps, con un nuovo attacco ai giudici: "ci sono scandali che in tempo di elezioni la magistratura si guarda bene dal sollevare. Su Mps non ne hanno messo in galera uno; se si trattava di noi avremmo avuto decine di persone in galera e nostre intercettazioni pubblicate ovunque".
Italia ingovernabile. "I sindacati hanno il vero potere in Italia, poi ci sono i magistrati. L’Italia non è governabile e chiedo agli italiani di dare la maggioranza a Silvio Berlusconi che è stato capace come imprenditore e non è che diventa incapace da premier, è che il premier non ha poteri", dice il Cavaliere.
Renzi? "Mi piace molto". "Matteo Renzi mi piace molto", dice Berlusconi. "E’ capace di presentarsi al pubblico in modo ironico e spiritoso diversamente da quelli della sinistra". "Se fosse sceso in campo", aggiunge, "non lo so se mi sarei candidato. Mi sarebbe piaciuto un cambio generazionale, un confronto Renzi-Alfano".
(04 febbraio 2013)
RISPONDE MONTI - REPUBBLICA.IT
ROMA - "Meraviglioso. Ma non è la prima volta che qualcuno cerca di comprare il voto degli italiani. Un cinquantennio fa Achille Lauro prometteva un chilo di pasta, oppure dando una scarpa e promettendo l’altra a voto avvenuto". Usa l’arma dell’ironia Mario Monti per commentare, al microfono di Rtl, la proposta di Berlusconi di rimborsare l’Imu ai contribuenti. Ieri l’aveva definito incantatore di serpenti e l’aveva sfidato a un duello tv sulle tasse. Oggi torna all’attacco.
"E’ la prima volta- aggiunge Monti- che qualcuno cerca di comprare in modo scientifico il voto degli italiani con i soldi degli italiani stessi, con i soldi dei buchi di bilancio lasciati da lui. Del resto Berlusconi è la quarta volta che promette ma io credo che gli italiani abbiano abbastanza memoria", osserva. Ma si tratta di un voto di scambio? "Sì, se vogliamo è un voto di scambio. Ma anche un tentativo, simpatico, di corruzione".
Nel corso della trasmissione su La 7 il premier parla anche di Nichi Vendola, leader di Sel. "E’ Vendola che ripete ogni ’X’ giorni che io e l’agenda che porta il mio nome siamo incompatibili con un governo di cui lui faccia parte", ma "credo che dicendo questo ponga più un problema al capo della sua coalizione,
Bersani, che a me", ha aggiunto Monti.
Il premier assicura che non si deve ai consigli del guru Usa della comunicazione, Axelrod, il suo nuovo atteggiamento aggressivo in campagna elettorale. Il fatto di tirare fuori gli artigli - spiega lo stesso Mario Monti - lo si deve a Silvio Berlusconi, perché "quando sento un simpatico, molto simpatico, signore che dice che lui aveva lasciato i conti in ordine e io ho fatto disastro, un po’, perché mi sembra uno schiaffo ai sacrifici degli italiani, mi rattristo e a volte mi innervosisco".
Quanto ai possibili contraccolpi di questa campagna del Cavaliere, Monti fa capire che potrebbero esserci conseguenze sullo spread: "Se la comunità internazionale valutasse il programma di questo governo Berlusconi così come si sta verificando, qualche increspatura potrebbe verificarsi". A chi gli chiede di precisare cosa significa ’increspatura’, se significa ad esempio un rialzo dello spread, Monti spiega: "Increspatura significa un sottile alzarsi di sopracciglio in coloro che esaminano i dati e che poi scrivono i bollettini delle analisi che influenzano gli operatori che influenzano lo spread".
E quindi una vittoria di Silvio Berlusconi, con il suo programma di governo, potrebbe rendere necessaria quella manovra aggiuntiva che ora Monti esclude. Anche se vince Bersani? "Se vince Bersani - risponde alle domande - ci penserà lui". Dopo di che, sempre a proposito delle relazioni con il segretario Pd, aggiunge.
"Il fatto che io abbia detto, e oggi ripetuto, che sono convinto che l’onorevole Bersani non abbia niente a che fare con la vicenda di Mps, per qualche ragione non viene ripresa" sui media "come se ci fosse interesse a tenere vivi i contrasti con me". Insomma, un tentativo di riavvicinamento dopo gli ultimi giorni di baruffa con il Pd sia su Mps sia sull’articolo 18.
Poi insiste nell’attribuire al suo predecessore Berlusconi la responsabilità del rigore fiscale: "Non mi sono sentito toccato dalle accuse di Berlusconi; del resto, io sono ancora più imbecille perchè ho dato attuazione ad aumenti di tasse in gran parte già decisi da Berlusconi". Poi, una stoccata bipartisan agli altri partiti: "Se vogliamo ancora sostenere con il voto dei partiti che sono su piazza da molto tempo, che per vent’anni hanno fatto sì che l’Italia crescesse meno degli altri e che hanno combinato un bel disastro per cui hanno dovuto chiamare un professore al governo, beh le cose non si metteranno tanto bene".
Infine, sulla futura elezione del capo dello Stato non si sbilancia e parla di una possibile riconferma di Napolitano: "Non ho pensato per chi voterò. Sarei entusiasta, se fosse per me, di farlo per la personalità che oggi occupa il Quirinale".
(04 febbraio 2013)