Daniela Cotto, La Stampa 4/2/2013, 4 febbraio 2013
DA BIMBO A WINNERHOFER DI ME SI RICORDERANNO
Christof arriva ai Mondiali di Schladming da protagonista grazie alle tre medaglie (oro in superG, argento in supercombinata e bronzo in libera) conquistate a Garmisch nella rassegna iridata del 2011. Da quel giorno Winnerhofer - come lo soprannominarono i tedeschi, innamorati della sua irruenza in pista e fuori - è diventato il leader della squadra azzurra. Campione di grande talento, simpatico, istrione, Innerhofer è diventato il leader degli uomini-jet trascinando in alto anche i compagni: la prova è il successo sulla Streif a Kitzbuehel di Dominik Paris, il giovane della Val d’Ultimo esploso sulla pista regina del circo bianco a 23 anni. Oggi nel tardo pomeriggio, dopo un allenamento a Tarvisio con i compagni (il primo giorno senza febbre in una settimana), l’altoatesino raggiungerà Schladming dove mercoledì sarà in pista da campione del mondo in supergigante..
Sente le aspettative dell’Italia sulle sue spalle?
«No. Non vivo la pressione come un aspetto negativo, anzi, mi fa piacere, vuol dire che finora ho fatto un ottimo lavoro. Però qui, in Austria, si riparte da zero, le medaglie vinte sono in bacheca. Da oggi il passato non conta più».
È in forma?
«Sì, anche se ho avuto l’influenza la scorsa settimana, mal di testa e mal di gola, me l’ha sono presa a Kitzbuehel...Ho fatto una grande stagione, sulle piste la condizione c’è. Devo solo giocarmela e non aver paura di niente».
L’obiettivo è la medaglia in superG o in libera?
«Nessuna delle due. Trionfare in questi Mondiali è un sogno, l’obiettivo vero è stato il successo a Beaver Creek e a Wengen. La pista di Schladming è adatta alla mia sciata. Vedremo...».
All’inizio della carriera chiedeva consigli ai grandi, da Walchhofer a Maier, ora è lei il personaggio del circo bianco. Come vive la metamorfosi?
«Due anni fa vincevo ma non mi sentivo una stella. Ero come un bambino bisognoso di aiuto, poi sono cresciuto e sono diventato Winnerhofer. Ma il personaggio non si crea in un giorno, dall’oggi al domani. Salgo sul podio con continuità dal 2008, sono stati i risultati a farmi arrivare così in alto. Ho lavorato tanto su me stesso per diventare la persona che sono oggi. Paragono il mio viaggio personale alla costruzione di una casa, mettendo mattone su mattone sono arrivato al tetto. Il personaggio porta con sè una caratteristica, distingue i tanti che salgono sul podio dai pochi che rimangono nella memoria. Di me si ricorderanno che sono stato un vincitore. Io sono cresciuto anche come uomo, prima ero più giovane e single, oggi ho qualche anno in più e sono seriamente fidanzato con Martina (una giornalista altoatesina). Poi sono arrivati gli sponsor e non è un caso che abbiano deciso di investire su di me. Con Armani e si è creato lo sciatore che fa il modello».
Ci racconta il suo rapporto con la moda?
«Mi affascina. Ho ottimi rapporti con lo staff di Armani, c’è profonda amicizia anche con Roberta Armani. Quando ho vinto a Wengen, così come quando c’è stato quel problema a Kiztbuehel, mi hanno scritto tutti. È un mondo diverso dal mio, con altre priorità, ma mi ha aperto la mente, è un tuffo in un’altra vita».
La attira l’idea di vivere in città?
«Diciamo che ho bisogno di un equilibrio tra la montagna e la città. Senza la prima non potrei mai stare, amo stare sulla neve, fare lunghe camminate, andare a pesca e a funghi ma ho anche la necessità mentale di un confronto con i cittadini e i loro ritmi. Una scelta? Dico montagna ma in combinazione con la città».
Per le vacanze qual è la meta preferita?
«Maldive. Quest’anno a fine stagione però andrò in Thailandia. Mi tengo di riserva la località dei miei sogni, Bora Bora. Ma questa sarà la destinazione della luna di miele. Il viaggio di nozze deve essere speciale».
Innerhofer, non mi dica che è romantico...
«Sì, sono anche tradizionalista. Credo nel matrimonio. Certo, non penso di mettere le manette alla mia fidanzata con un anello, ma è un passo fondamentale nella vita delle persone».
Che padre sarà?
«Severo. Conosco pochi ragazzi viziati che apprezzano ciò che hanno. L’importante è dare delle regole e un’educazione equilibrata altrimenti non vai da nessuna parte».
Da appassionato di Borsa pensa che l’economia nel nostro paese possa ripartire?
«Dipende da chi vince le elezioni. Tutta la Germania è contenta di Monti ma in Italia si sta peggio di quando c’era Berlusconi . Ci vorrebbe una via di mezzo. Se la gente non ha soldi non spende e se non spende non riparte l’economia, è una catena. Le aziende non hanno lavoro e licenziano i dipendenti. A pagare alla fine è sempre la gente normale. Lo vedi tutti i giorni se vai a fare la spesa, me lo racconta mia madre tutto costa più caro ma i salari non sono aumentati».
Christof, c’è un oggetto che porta consè in trasferta?
«Sì, un rosario. Lo indosso sotto la maglietta quando viaggio o mi alleno. Quando sono in gara, invece, lo lascio ai miei allenatori al cancelletto di partenza».
È credente praticante?
«Vado a Messa quando riesco. Ma secondo me non è questo che caratterizza il tuo rapporto con la fede. L’importante è credere con la testa».
È mai stato ricevuto dal Papa?
«No, siamo andati in Vaticano una volta con la squadra ma lui non aveva tempo di riceverci. Mi piacerebbe stringergli la mano».
Torniamo allo sci. Gli allenatori dicono che nella vostra squadra c’è competizione e che i giovani, soprattutto Paris e Klotz, la costringono ad andare forte. Vero?
«Non ho bisogno di loro per andare veloce...Io guardo sempre avanti e vado per la mia strada».
Innerhofer, ha ancora fame?
«Sì. Ho obiettivi importanti da raggiungere, ho voglia di lavorare per migliorare ancora. Il successo mi ha dato la motivazione per far qualcosa in più degli altri, non mi sento arrivato. Io non ho mai perso la strada giusta».