Marco Belpoliti, La Stampa 4/2/2013, 4 febbraio 2013
SMARTPHONE IN CUCINA
Oggetti estinti. Da quando il cellulare comprende anche la funzione di timer, la vendita del cronometro da cucina si è notevolmente abbassata. Un tempo nelle cucine, intese sia come ambiente sia come oggetto, non mancava mai un orologio del genere; si caricava con un piccolo movimento della mano e segnalava il trascorrere dei secondi e minuti con il suo inconfondibile ticchettio, poi terminava immancabilmente con un trillo finale: la pasta è cotta, la torta va estratta dal forno, bisogna girare l’arrosto, ecc.
Prima del piccolo timer le nostre nonne e bisnonne usavano come unità di misura la recita dell’Ave Maria, o del Pater nostro. La preghiera in quell’universo, ora perduto, misurava sia i moti interiori che i gesti esteriori in cucina, come in altri luoghi della casa. Era l’analogo del QB, il quanto basta delle ricette; anche questa una misura non aritmetica della materia e del tempo. Poi negli Anni Sessanta e Settanta sono arrivati i segnatempo per la cucina. Il più bello ed elegante di tutti è Minitimer progettato da Richard Sapper. Era l’anno 1971 e l’aveva creato uno dei più geniali designer di tutti i tempi (solo avendo in mano, con una mano sola, la sua caffettiera prodotta da Alessi, si capisce cosa significa essere un geniale disegnatore d’oggetti) per conto della Ritz-Italora, azienda con sede vicino a Milano; poi lo ha prodotto la Terraillon, azienda francese, che l’ha commercializzato per decenni. Sapper sapeva fondere tecnologia e design, e nel corso degli anni s’era specializzato nei prodotti elettronici come radio e televisori, anche questi in via di estinzione, almeno nelle forme e dimensioni che avevano nel passato. Rotondo, basso, Minitimer è un guscio che ruota, così che dall’esterno il tempo trascorso lo si vede dall’alto e non di fianco, come in quasi tutti i timer da cucina. Il tempo massimo consentito - misura aurea ai fornelli - è 60 minuti.
Sapper è bravissimo con i gusci, e questo lo è: elegante, discreto. Ora si trova nella collezione permanente del MoMa di New York; lo si produce ancora, ma purtroppo quasi nessuno l’utilizza più, almeno da quel che vedo in giro. Anche in cucina lo Smartphone ha sostituito altri strumenti di computo e controllo. Funge da orologio, radio, audiocassetta, registratore, macchina calcolatrice, agenda, ecc. Finisce un’epoca, e anche il segnatempo non è più quello di una volta.