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 2013  febbraio 02 Sabato calendario

IL SINDACO SICILIANO ALLA CORTE DI MARONI “VOGLIO L’AUTONOMIA”


«Sono parenti sì, ma non amanti». La mette in battuta il sindaco di Alimena, Giuseppe Scrivano, paese di duemila anime nell’entroterra siciliano, presentando la candidatura sua, di un assessore e di otto parenti di entrambi nella lista della Lega Nord. Tra Camera e Senato si presentano sotto le insegne del Carroccio la moglie, il cugino, la cognata, la zia della moglie di Scrivano. Mentre l’assessore Gaspare Maria D’Amico ha reclutato moglie, padre, madre e sorella. E se qualcuno gli parla di nepotismo, lui risponde che la colpa è tutta della fretta con cui sono state composte le liste.

«In realtà io volevo dare vita a un partito delle Madonie, ma il progetto non è andato avanti per colpa di questa pessima legge elettorale che pone lo sbarramento al 4 per cento», spiega, dimenticando che il Porcellum porta proprio la firma di Calderoli, uno dei suoi nuovi leader. Così all’ultimo momento è maturato l’accordo con la Lega, che si è decisa a non perdere neanche le briciole di voto nelle regioni cruciali per gli equilibri al Senato. La scelta, fallito l’accordo con il generale Antonio Pappalardo — outsider sconfitto di tutte le tornate elettorali — è andata allora su Scrivano. Il quale non ha potuto far altro che reclutare mezza famiglia per riempire le caselle necessarie a chiudere le liste.

E allora eccole, le candidature più pazze dell’Isola, con i parenti schierati col vestito buono ad ascoltare i due inviati di Tremonti (l’imprenditrice Chiara Zarlocco e Valentino Amato,entrambi in lizza al Senato) che parlano di accise, sostenibilità economica e tagli. E con la capolista alla Camera della circoscrizione Sicilia occidentale, Veronica Navarra, a scandire le ragioni della sua scelta: «Della Lega Nord — dice — condividiamo il modello di un partito impegnato nella difesa di interessi territoriali».

Lui, Scrivano, capolista alla Camera nella Sicilia orientale e numero 2 in quella occidentale, alle ultime elezioni regionali era nella lista di Nello Musumeci, il candidato del Pdl alla presidenza della Regione: ha incassato oltre 4.100 voti, che non sono stati sufficienti a fargli guadagnare un seggio nel Parlamento dell’Isola. Adesso ci riprova: «Tremonti — racconta — mi ha studiato. Ha visto che sono una persona perbene e mi ha dato via libera». Ma la sua discesa in campo ha provocato un terremoto nel paese di Alimena. Il vice sindaco e due assessori si sono dimessi. A un altro componente della giunta, tra i dissenzienti, Scrivano ha ritirato le deleghe. In consiglio comunale è bagarre: la maggioranza di centrodestra è lacerata, con il capogruppo e un consigliere che hanno annunciato il proprio addio insieme con la componente di minoranza. «Completo dissenso verso le scelte politiche del sindaco», dicono. Il quale però va avanti, impugnando il suo spadone leghista nuovo di zecca.