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 2013  febbraio 02 Sabato calendario

LA SVOLTA DI GENNAIO IL MESE CHE HA CAMBIATO GLI EQUILIBRI POLITICI


L’ Italia elettorale che c’era prima di Natale non c’è più, è bastato un mese per cambiare tutto. O quasi. Per tutti i principali istituti di sondaggio, le prime quattro settimane di campagna elettorale hanno cambiato sensibilmente lo scenario che, sino ai primi giorni del 2013, sembrava consolidato: vittoria a mani basse del centro sinistra in entrambe le Camere. E invece, quando mancano 21 giorni alla chiusura delle ostilità, tutti gli istituti quotano ancora (e nettamente) il Pd come il primo partito e concordano nell’assegnare il primato dai voti alla coalizione guidata da Pier Luigi Bersani, accreditata di un vantaggio sostanzialmente incolmabile alla Camera: il distacco medio resta di 7 punti. Ma la coalizione incardinata su Silvio Berlusconi, pur accreditata di una rimonta evidente ma non travolgente, sta riconquistando il primato in alcune delle Regioni più ricche di seggi senatoriali (Lombardia, Veneto, Sicilia), mettendo in forse la possibilità del centrosinistra di poter contare su una solida maggioranza anche a Palazzo Madama. Ma la rimonta del centrodestra - ecco il punto - contiene un paradosso, confermato da tutti i sondaggi: erodendo la maggioranza del centrosinistra al Senato, Berlusconi finisce per restituire un ruolo determinante alla coalizione di Centro, guidata da Mario Monti. Una coalizione che, per il momento, non è decollata nelle intenzioni di voto (oscilla a seconda degli istituti tra il 14,1% e il 15,4%), ma oramai sembra stabilizzata su una quota che dovrebbe garantirgli la conquista di 20-30 senatori, il numero «giusto» per proporsi come ago della bilancia.

I sondaggisti, pur con qualche differenza, concordano anche nell’analisi di ciò che si muove dentro le coalizioni e ai loro margini: la Lega (tra chi la dà in calo e chi in crescita) è comunque riuscita a tamponare l’emorragia alla quale sembrava condannata dopo la raffica di scandali che l’hanno coinvolta, mentre a sinistra è evidente una crescente concorrenza elettorale tra Rivoluzione civile dell’ex pm Antonio Ingroia e Sel di Nichi Vendola. Gli istituti invece concordano senza eccezioni nel rilevare il boom elettorale di Beppe Grillo: nella seconda metà del mese di gennaio il Cinque Stelle è in costante ascesa, secondo l’Swg l’incremento finora è stato del 2,4%.

Pd e Sel
Prima della «salita in politica» di Mario Monti (23 dicembre) e prima della ri-discesa in campo di Silvio Berlusconi (fine dicembre) Pd e Sel vantavano percentuali mai viste nella loro storia e un solido margine di vantaggio sul centrodestra. Un distacco confermato nel primo sondaggio fatto da tutti gli istituti nella prima settimana dell’anno: per Ipsos il 7 gennaio il Pd era al 33,3%, una percentuale totalmente condivisa da Euromedia della signora Ghisleri, cara a Berlusconi, in gran parte da Tecné (34,7%) e da Emg (32,4%), mentre la più prudente di tutti era Swg che in quelle ore assegnava al Pd il 29,8%, che però sommato al 4,4% di Sel proiettava il centrosinistra ad un tranquillizzante 34,2%, il 10% in più del fronte di centrodestra. Un mese dopo, il primato Pd resiste ma è indebolito: per Swg il calo è stato dell’1,8%, per Euromedia del 3,9%, per Tecné il Pd ha perso il 4,8%. Per Sel, che ai primi del mese partiva da percentuali attorno al 4%, il calo è uniforme e in alcuni casi drastico (per Tecné -1,8% in 27 giorni, per Ipsos -1%, per Swg -0.4%)

Pdl e Lega
Ai primi di gennaio, con Silvio Berlusconi appena rientrato in campo, il centrodestra era ai minimi storici: per Euromedia Pdl (20,5%) e Lega (5,7%) ancoravano la coalizione ad una percentuale senza speranza (30,7%), di quasi 15 punti inferiore a quella del 2008 e stime ancora più severe erano assegnate da Ipsos, Emg, Tecné, Swg. In poco meno di un mese, il centrodestra è lievitato per tutti gli istituti: per Euromedia il Pdl è al 22,2%, per Emg al 20%, per Ipsos al 18,2% (più 2,1% in un mese), per Swg al 19,3% (più 3,6%).

Area Monti
Al suo primo apparire, ai primi di gennaio, quasi tutti gli istituti avevano attribuito percentuali gratificanti per una formazione nuova di zecca, dall’8,8% di Swg fino al 10,9% di Ipsos. Ma superata la novità, per la Lista è iniziato uno stallo tendente al calo, rilevato da quasi tutti i sondaggisti, che via via evidenziavano un altro dato: la progressiva «cannibalizzazione» della Lista Monti ai danni dei suoi alleati, Udc e Fli. Ieri, Swg ha rilevato una brusca inversione di tendenza, attribuendo a «Scelta civica» un aumento dell’1,9% in una settimana, un incremento considerato molto rilevante dagli specialisti. L’unico istituto che finora ha dato in costante incremento la Lista Monti è la «berlusconiana» Euromedia.