Andrea Franceschi, Il Sole 24 Ore 3/2/2013, 3 febbraio 2013
DIARIO DEI DIECI GIORNI DELLA TEMPESTA MPS [
Dai derivati ai Monti-bond, gli eventi che hanno sconvolto Siena] –
Più che uno scandalo è stata una tempesta perfetta a travolgere il Monte dei Paschi di Siena. Nel pieno della campagna elettorale, alla vigilia del ricorso della banca al salvagente di Stato dei Monti bond, la scoperta di un buco nascosto legato ad operazioni in derivati ha fatto emergere manovre poco trasparenti condotte nel passato da parte del vecchio management, alimentando sospetti sulla mega-acquisizione di Antonveneta del 2007 da parte di Mps. Ecco la cronaca dei dieci giorni che hanno sconvolto la banca più antica del mondo.
Martedì 22 Gennaio
SCOPPIA IL CASO DERIVATI
Alexandria-Santorini,
Mussari si dimette
Dalla stampa emerge l’esistenza di un derivato stipulato da Mps con Nomura nel 2009 (denominato Alexandria) che ha generato perdite da 220 milioni sul bilancio 2012 della banca senese. Scoperto solo ad ottobre dell’anno scorso dai nuovi vertici della banca, Alexandria si va ad aggiungere a un altro derivato, Santorini, stipulato nel 2008 con Deutsche Bank ed emerso qualche giorno prima. Scoppia così lo scandalo derivati che fa crollare in Borsa il titolo Monte Paschi: in una sola seduta vengono bruciati 267 milioni di capitalizzazione. In serata arrivano le dimissioni dall’Abi di Giuseppe Mussari, ex presidente di Mps, responsabile delle operazioni (nella foto in alto).
Mercoledì 23 Gennaio
LA REAZIONE DEL MERCATO
Le azioni crollano
a Piazza Affari
All’indomani delle dimissioni di Mussari il titolo Mps affonda dell’8,43% in Borsa. Lo scandalo derivati cresce, arriva nel pieno della campagna elettorale, mentre sono in corso le indagini della magistratura sull’acquisizione Antonveneta e alla vigilia del Cda e dell’assemblea degli azionisti che dovranno dare il via libera agli aiuti di Stato (i Monti-bond). Banca d’Italia accusa i precedenti manager di aver nascosto informazioni. Si ipotizza l’accusa di ostacolo all’autorità di vigilanza. I principali azionisti della banca (Fondazione e Provincia di Siena) e i nuovi vertici Mps valutano se avviare un’azione di responsabilità nei confronti del precedente management.
Giovedì 24 Gennaio
DUELLO TESORO – BANKITALIA
Altri broker nel mirino
mentre il titolo affonda
Dopo due giorni di silenzio, interviene il ministro dell’Economia Vittorio Grilli:
«Sui controlli dico solo che sono di competenza di Banca d’Italia». Parole interpretate come una presa di distanza da Via Nazionale. In serata, però, dal Tesoro e dalla stessa Bankitalia si ribadisce il clima di collaborazione. Si aggiunge poi un nuovo capitolo giudiziario: la procura di Milano indaga su una società svizzera di brokeraggio, Lutifin Service, che nel 2007 si è interposta tra Mps e Dresdner per intermediare un’operazione che riguarda un prodotto strutturato da 120 milioni. In Borsa il crollo del titolo continua: Mps perde l’8,19%, azzerando di fatto il rally di inizio anno.
Venerdì 25 Gennaio
SÌ ALLA RICAPITALIZZAZIONE
Ok a 3,9 miliardi
di Monti-bond
Mentre le azioni del Monte recuperano parzialmente terreno, con un balzo dell’11,36%, l’assemblea degli azionisti della banca dà il via alla ricapitalizzazione di Mps grazie a 3,9 miliardi di Monti-bond. I soci delegano il cda a varare nei prossimi cinque anni due aumenti di capitale riservati, uno da 4,5 e l’altro da 2 miliardi, a garanzia dell’impegno pubblico e dei relativi interessi (9% l’anno che dal 2014 salirà dello 0,5% ogni due esercizi) attraverso la trasformazione dei Monti-bond in azioni di nuova emissione. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ribadisce che il compito di Via Nazionale è «vigilare sulle banche, non esercitare funzioni di polizia».
26-27-28 Gennaio
IL PREZZO DI ANTONVENETA
Spunta l’ipotesi
di una maxi tangente
Il direttorio della Banca d’Italia da l’ok all’emissione dei Monti Bond da 3,9 miliardi da parte di Mps. Sul fronte giudiziario le indagini si concentrano sulla maxi-acquisizione di Antonveneta per 10,3 miliardi. Si ipotizza la presenza di una maxi tangente dietro l’operazione.
La Fondazione Mps, socio di maggioranza (34,9%) di Mps, si dice pronta a cedere il 10% della banca per rimborsare 350 milioni d’indebitamento a condizione che il titolo torni sopra i 30 centesimi. Il presidente Profumo e l’ad Viola confermano che i derivati non erano stati segnalati a Banca d’Italia. Emergono nuovi dettagli dalle inchieste: dagli atti risulta che in soli 11 mesi il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi (su un’acquisizione da 10,3).
Martedì 29 Gennaio
IL GOVERNO
L’audizione di Grilli
sul caso senese
In un’audizione al Parlamento il ministro dell’Economia Vittorio Grilli (nella foto sotto) ribadisce che il Monte è solido e non va commissariato e che i Monti bond non sono un salvataggio ma un prestito. Poi difende l’operato di Bankitalia. Ma su questo si scontra con il suo predecessore Giulio Tremonti. L’ex ministro sostiene che a Via Nazionale «c’era un documento di vigilanza su Mps in cui era scritto tutto. Le macchine di polizia, e certamente lo è la Vigilanza, funzionano se hanno un effetto di deterrenza e di repressione».
Mercoledì 30 GennaioLA PROCURA SI MUOVE
Ora si ipotizza
il falso in bilancio
La situazione del Monte è «esplosiva» per il procuratore capo di Siena Tito Salerno. Si ipotizza anche il falso in bilancio dato che le perdite sulle operazioni in derivati non sono state iscritte sui libri contabili. La procura di Trani, su esposto Adusbef, apre a sua volta un fascicolo a carico di Bankitalia e Consob per omessa attività di vigilanza. Emerge un altro derivato ("Chianti classico") che rischia di generare perdite per 500 milioni nel bilancio della banca. In Borsa, il titolo sprofonda (-9,46%)mentre Moody’s mette sotto osservazione il rating di Mps.
Giovedì 31 Gennaio
L’INCHIESTA
Si allarga l’indagine
sul caso derivati
Si moltiplicano gli esposti e le indagini delle Procure. Dopo Siena, che resta centrale, Milano e Trani, anche Roma apre un procedimento per abuso di mercato mentre il Tar del Lazio, su esposto del Codacons, convoca Bankitalia per chiarimenti sul via libera ai Monti bond. A Siena i magistrati accelerano le indagini sull’acquisizione di Antonveneta e interrogano il presidente della Fondazione Gabriello Mancini e l’ex numero uno di Santander in Italia Ettore Gotti Tedeschi. Intanto, dopo Moody’s si fa sentire anche Standard & Poor’s. L’agenzia taglia il rating di Monte dei Paschi da BB+ a BB.
1 e 2 Febbraio
INTERVIENE IL QUIRINALE
Napolitano chiede
più «chiarezza»
Venerdì, nel fascicolo aperto dalla procura di Roma, oltre all’abuso di mercato, si inserisce anche l’ipotesi di ostacolo alla vigilanza. L’operazione d’acquisto di AntonVeneta da parte di Mps viene messa ai raggi X dai magistrati di Siena e si parla di nuovi indagati. A Trani intanto l’inchiesta si allarga ai derivati emessi da 5 banche. In un colloquio con Il Sole 24 Ore, il capo dello Stato difende Via Nazionale ma chiede «chiarezza» sul caso. Ieri, all’audizione delle parti al Tar del Lazio, scontro frontale tra Bankitalia e il Codacons. Palazzo Koch viene accusato di mancanza di trasparenza dall’associazione di consumatori. I legali di Bankitalia chiedono al tribunale «il rigetto del ricorso» per inammissibilità e il pagamento di una sanzione per «lite temeraria».