Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 02 Sabato calendario

TRA BIMBI E RAGAZZE MADRI LA METAMORFOSI DI MARIO CON IL SORRISO ACCHIAPPAVOTI

SI FA peccato a pensare che il professor Monti non ha mai accarezzato tanti bambini come in questa campagna elettorale?
Ed è indegno cinismo notare che mai e poi mai, fino a pochi mesi fa, il tecnocrate più gelido d’Italia si sarebbe messo in posa sorridente come una Pasqua mostrando nientemeno che una statuetta di Pulcinella? E poi, visto che c’era, ecco lo scatto ultra-personalizzato e mega-promozionale con in mano il pupazzetto di se stesso. «Leggermente strafottente»: in tal modo si è inteso definire in effigie. Ma intanto Monti «sorride davvero » annotano increduli i giornalisti delle agenzie al seguito, forse ricordando che ancora a giugno il presidente del consiglio era costretto a ripetere che anche lui aveva un cuore.
Miracoli elettorali e auto-stravolgimenti funzionali: Monti contro natura. Dal nulla al troppo. Dalla serietà, dalla sobrietà, dal rifiuto del buffet perché «mi basta un sandwich» all’ostensione della pizza napoletana. Anzi, delle due pizze che il cuoco offre in visione ai fotografi ben attento che si legga l’ornamentale scritta in mozzarella con l’onorato cognome presidenziale; e anche in questo caso l’ex premier appare molto più che a suo agio, persino fiero di quel croccante omaggio, e con tre dita tiene i soliti fogli, ma con l’indice e il medio si tiene in contatto con il bordo del piatto, come a segnalare di aver gradito quella di offerta votiva. Alle sue spalle, Andrea Riccardi completa e benedice il tableau vivant.
Vero è che Napoli è Napoli, piazza calda per eccellenza - e quanto seppe sfruttarla Berlusconi nel 2008! Così ieri l’ex ministro Riccardi ha previsto che nel giro elettorale di Monti e della signora Elsa, nell’incontro con il cardinale fosse compresa una visita alle ragazze madri della “Casa di Tonia” e ai loro piccoli. Però sempre con giornalisti, fotografi e cameraman a immortalare, secondo un format e un protocollo da cui è arduo sfuggire, lo spettacolo edificante del Potere Buono.
E di nuovo non è per irridere, ma per capire, forse. Meglio Casa Tonia, oltretutto, che la festa di Noemi (dove pure lampeggiarono flash). Può anche darsi che dopo tanti Davos e Cernobbio, e Bocconi e Goldman, e Trilateral e Bilderberg, a Monti faccia bene di trovarsi a contatto con tanta gente meno fortunata. Ed è possibile che sbattuto in mezzo a quell’umanità l’algido governante scopra addirittura il piacere di chinarsi sul piccolo tavolo a colorare «la mela è rossa», a chiacchierare con la signora maghrebina o a fare il solletico sulla pancia del suo angioletto.
Ma nei suoi occhi da qualche tempo sembra di cogliere un bagliore che per un anno era una gioia che non ci fosse in lui; un che è lo stesso di tutti gli altri che si sbattono per le piazze e i talk show di questa campagna elettorale: la ricerca dei voti, la speranza dei voti, la fatica dei voti, la cupidigia e a volte anche la follia dei voti, perché nulla è mai regalato, nulla si fa gratis, ma questo nessuno che voglia atteggiarsi a signore o a benefattore l’ammetterà mai.
«E’ cambiata la mia vita» ha ridetto ieri Monti. Ecco, forse è qualcosa di più profondo di una semplice metamorfosi; un’alterazione, uno straniamento che non a caso il centrosinistra attribuiscono a un’entità esterna che guiderebbe Monti ormai dall’interno, guru o stregone, americano o sardo che sia. E’ la velocità
che impressiona nel suo eccesso: il nipotino televisivo, le cuffione radiofoniche, l’annuncio nell’hotel di De Michelis e Andreotti, la cantante, la sportiva e i residui del berlusconismo in lista, i ritardi negli appuntamenti, gli emoticon, wow, il telefonino in chiesa, il video trionfalistico, la lacrimuccia dal palco, le tenerezze all’asilo.
Ed è ovvio che ognuno fa la sua politica e punta al proprio target, ma si avverte come un soffio di malinconia nel vedere Monti che risponde seriamente a Crozza, o che di colpo promette la riduzione delle tasse. Ieri prima se n’è uscito con la «berlusconata» Pd uguale Pci e poi, peggio, ha corretto il tiro: «Forse non sono stato chiaro». Ecco, è la chiarezza che si oscura a colpi di Pulcinella, la spontaneità che si affanna in foto d’esemplare bontà, il contegno che rischia di finire grattugiato assieme ai friarielli sulla pizza Monti.