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 2013  febbraio 01 Venerdì calendario

BALOTELLI PER IL FOGLIO DEI FOGLI

(da sistemare) -

Mario Balotelli Barwuah, classe 1990, 1 metro e 89 per 88 chilogrammi. Appena acquistato dal Milan che ha sborsato 20 milioni di euro per strapparlo al Manchester City. A Milano guadagnerà quattro milioni di euro netti a stagione fino al 2017 più i bonus (300 mila solo per la qualificazione in Champions). In Inghilterra ne prendeva 5,5 l’anno. [tutti i giornali del 30/1]

Solo 29 mesi fa l’Inter l’aveva venduto agli sceicchi del City per 22 milioni. Ora torna per un prezzo più basso e solo un mese fa Ferran Soriano, Ceo del club inglese, ne chiedeva 37. Poi, il graduale crollo: prima a 28, poi a 25 e nella tarda serata di lunedì 28 gennaio sino a 22. Fino all’epilogo in cui ha avuto un ruolo decisivo Mino Raiola, l’agente del giocatore. Come nel 2010 per il passaggio di Ibrahimovic dal Barcellona al Milan. [Carlo Laudisa, la Gazzetta dello sport 30/1]

«Balotelli oggi ha le visite mediche. Sono curioso di sapere cosa troveranno nella sua testa» (tweet di Gary Lineker, ex calciatore della Nazionale inglese, oggi opinionista) [Alessandro Bocci e Monica Colombo, Corriere della Sera 30/1]

Ad affare concluso Raiola ha dichiarato tutto serio: «Balotelli è un bene culturale. Con il suo ritorno la Serie A guadagna il 50% di valore in più» (Mino Raiola). [Colombo, Corriere della Sera 1/2] A inizio dicembre invece aveva detto: «Se porto Mario al Milan, stavolta Berlusconi mi deve fare Ministro dello Sport». [La Gazzetta dello Sport 5/12/2012]

Silvio Berlusconi, lunedì 7 gennaio, intervenendo ad Antenna 3, emittente lombarda, rispondendo a una domanda su Balotelli: «Mi dispiace dire certe cose ma nel Milan è molto importante l’aspetto umano. E se metti una mela marcia in un gruppo, poi si infettano anche gli altri. Lui è una persona che non accetterei mai nel nostro spogliatoio». Poi, naturalmente, ha smentito. [Alberto Costa, Corriere della Sera 30/01]

Balotelli è sembrato così a molti l’ennesimo acquisto elettorale. Andrea Scanzi: «Berlusconi propina la ricetta da decenni. Prima garantì ai tifosi della Lazio che non gli avrebbe mai scippato Nesta, aggiungendo - per spruzzarsi di austerity - che non era il caso di sperperare denaro. Poi, va da sé, lo comprò. Giurò che Kakà mai se ne sarebbe andato. Quindi a bocce (elettorali) ferme, lo lasciò andare. Anche Pato era incedibile, salvo poi essere (s)venduto». [Andrea Scanzi, il Fatto Quotidiano 30/01]

Il giorno delle elezioni politiche, il 24 febbraio, a San Siro si gioca il Derby Milan-Inter. Si dice che Balotelli valga un punto in più per il Pdl nei sondaggi. Altri si spingono addirittura a indicare il 2 per cento (di cui quasi centomila voti in più in Lombardia che è la regione decisiva per attribuire il premio di maggioranza nei seggi al Senato). Renato Mannheimer: «Non so, non saprei quantificare l’effetto. Ma c’è un pubblico di tifosi rossoneri che nessuno ha mai stimato, e pure esiste e che potrebbe essere grato a Berlusconi per il nuovo acquisto. Magari, un bel numero di persone che era indeciso, e che adesso si decide a votare. Il calcio del resto è rimasta l’ultima passione degli italiani». [M. Antonietta Calabrò, Corriere della Sera 31/01]

L’ultima volta fu il caso di Zlatan Ibrahimovic, acquistato a ridosso delle elezioni europee. Filippo Facci: «Da “intellettuale” e da milanista ho deciso di darmi un limite: e questo limite è Mario Balotelli. In altre parole: no, non ci credo che un tizio voterà Pdl perché il Milan ha comprato Balotelli; e se mi sbaglio, io questo tizio voglio conoscerlo; e se lo conoscerò, io questo tizio lo accompagnerò al consultorio psichiatrico». [Filippo Facci, Libero 30/01]

Nel Milan farà coppia con Stephan El Shaarawy, «Uno con l’aria un po’ svaccata di chi passa le notti trascinandosi da un locale all’altro senza decidersi di andare a dormire, l’altro col viso dolce dell’atleta modello abituato a mangiare petti di pollo e insalata. I figli migliori del nostro Paese, il rossonero che si fa azzurro esaltando una fusione di origini e di destini programmata per fare esplodere il talento». [Andrea Malaguti, La Stampa 30/1]

«Io non sono matto per niente. Magari posso fare a volte cose un po’ strane, divertenti. Se non le facessi, direbbero che sono noioso». [Enrico Currò, la Repubblica 10/11/2011]

Quasi tutti sono concordi nel dire che il suo ritorno sia un bene per il calcio italiano. Mario Sconcerti: «Balotelli ama vivere pericolosamente i suoi istinti nella convinzione di non far niente di male e siano sempre gli altri a non essere buoni con lui. Non facendolo apposta, resta sempre convinto della sua innocenza. Ma i danni restano. Nel calcio però è uno dei pochi casi autosufficienti, nel senso che dipende ancora tutto da lui. Ha mezzi tecnici eccezionali, un tiro che ricorda il sinistro di Gigi Riva aggiornato ai tempi e alla potenza africana. Un’andatura lenta, quasi pigra, che trasforma in una finta continua il suo vagare indolente». [Mario Sconcerti, Corriere della Sera 30/1]

Mario Balotelli è nato Barwuah a Palermo il 12 agosto 1990 da genitori ghanesi. È stato lasciato per quattordici mesi in ospedale problemi intestinali. Un anno e due mesi solo con i medici, passando spesso dal letto alla sala operatoria. I Barwuah lo danno in affido. Balotelli accuserà poi i genitori naturali di essersi disinteressati di lui, acconsentendo che un’altra famiglia lo crescesse per poi farsi vivi in seguito al suo successo. [Alberto Guarnieri, Il Messaggero 24/12/2012]

Affidato a una famiglia di Concesio, Brescia, trova tre fratelli: Cristina, 40 anni, giornalista, Corrado, 39, e Giovanni, 36, che sono manager di Mario e partner di una società di consulenza per l’estero (Pandora Service). [Luca Taidelli, La Gazzetta dello Sport 1/2/2008] Ha anche tre fratelli naturali: Enock, giocatore del Bogliasco (Serie D ligure), Abigail e Angel Barwuah.

«Chi l’ha incontrato sa com’è fatto: un grosso contenitore da cui straripa una sconfinata fanciullezza. Incapace di concentrarsi per più di un minuto, svogliato, la testa altrove, si ritrova soltanto quando si perde: quando rivive l’abbandono e la paura della solitudine, quando racconta di un’estate in cui fu mandato al campeggio e dopo due giorni chiese che lo venissero a riprendere. A modo suo: spaccando tutto» (Gabriele Romagnoli). [Gabriele Romagnoli la Repubblica 25/10/2011]

Nel 2001, a 15 anni, l’esordio nel Lumezzane, il più giovane nella storia della serie C. Nell’estate del 2006 vola a Barcellona per un provino, ma alla fine lo prende l’Inter per 350 mila euro. [Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 21/12/2007] L’esordio in A il 16 dicembre 2007 contro il Cagliari, i primi gol ufficiali (una doppietta) contro la Reggina in Coppa Italia il 19 dicembre, la prima rete i Serie contro l’Atalanta il 6 aprile. Poi pochi alti e tanti bassi. «Una riserva: questa è la considerazione che si ha oggi di Balotelli alla Pinetina. Uno che arrivava per ultimo agli allenamenti e se ne andava per primo. Uno che fu decisivo a 17 anni all’esordio in A con Mancini, ma che da Mourinho, che pure il primo anno gli fu vicino, fu messo ai margini. Uno che nel Triplete ebbe un ruolo non certo strategico: era titolare solo nelle emergenze e nei passaggi chiave non era nemmeno in campo». [Andrea Sorrentino, la Repubblica 31/1]

Balotelli s’è diplomato ragioniere con votazione 60/100 (il minimo). [Corriere della Sera 14/7/2010] Ha fatto sapere di non aver mai votato: «E non voterò mai. Lo farei solo se facessero una legge che mette in galera chi non vota». [Gabriele Romagnoli, Vanity Fair 26/5/2010]

Quel pomeriggio di novembre 2010, all’istituto Don Gnocchi di Milano, circondato da giovani fra i 14 e i 21 anni affetti da disabilità motoria, cognitiva e relazionale. Alla classica domanda «Per quale squadra tifi?» risponde di getto: «Io tengo al Milan. Perché, non lo sapevi?». I milanisti presenti esultano, gli interisti lo scrutano perplessi. Uno di loro si fa coraggio: «Allora perché giochi nell’Inter?». «Per quest’anno gioco nell’Inter», la risposta. [Fabiana della Valle, La Gazzetta dello sport 30/1]

«Se ci sono campioni che non imparano, sarà sicuramente perché hanno un solo neurone e magari questo neurone è anche infortunato» (Così José Mourinho a proposito di Balotelli il 6 febbraio 2010)

La fine della storia con l’Inter con la maglia gettata rabbiosamente sul prato di San Siro, in coda alla semifinale di Champions con il Barcellona del 20 aprile 2010, vinta 3-1. I fischi di San Siro, gli urlacci di Mourinho, Materazzi che negli spogliatoi gli mette le mani addosso. Al ritorno, a Malpensa, dopo aver eliminato gli spagnoli, i tifosi lo insultano, lui ha una crisi di pianto e quasi sviene. [Andrea Sorrentino, la Repubblica 31/1]

Il 17 agosto 2010 si presenta ufficialmente alla stampa inglese. «I’m not a bad boy», le prime parole. Prima partita, 19 agosto, e primo gol: al Timisoara, in Europa League. La prima stagione inglese finisce in gloria: trionfa a Wembley nella Fa Cup col titolo di “man of the match”. Entra definitivamente nel cuore dei tifosi con la doppietta a Old Trafford nel leggendario 6-1 al Man United (23 ottobre). Nell’occasione scopre la scritta: «Why always me?». All’ultima partita di Premier, contro il Qpr, serve l’assist del 3-2 che vale un titolo atteso 44 anni. [Luigi Garlando, La Gazzetta dello Sport 30/1]

«È come tutte le persone dotate di un talento naturale: non ha idea di quello che sta facendo» (Noel Gallagher) [Noel Gallagher, la Repubblica 11/3/2012]

Tra le altre cose, nella sua esperienza inglese: 11 giorni dopo la presentazione sfascia l’AudiA8; si picchia in allenamento con Jerome Boateng (dicembre ’10); espulso con la Dinamo Kiev per un’entrata da kung fu, City eliminato dall’Europa League, Mancini gli dà dello stupido (marzo ’10); tira freccette dalla finestra ai giovani del City (marzo ’11); sbaglia un gol col Galaxi con un colpo di tacco da clown (luglio ’11); visita a Scampia che finisce in Pretura (settembre ’11); fuochi d’artificio in casa, arrivano i pompieri (ottobre ’11); si picchia con Richards (dicembre ’11); scarpata in faccia a Parker (Tottenham): quattro giornate di squalifica (gennaio ’12); entrataccia su Song (Arsenal): tre giornate (aprile ’12)». [Luigi Garlando, La Gazzetta dello Sport 30/1]

«Oooooooo Balotelli, he’s a striker, he’s goodat darts, anallergy to grass but when he plays he’s fuc..n class, he drives around moss side with a wallet full of cash!» (il coro dei tifosi del City per Balotelli [Claudio De Carli, il Giornale 30/01]

«Attorno a lui le storie divampano, le passioni si accendono. Quando non gioca diventa irrequieto. Ma se deve tirare un rigore, nel momento di massima pressione diventa di ghiaccio. Da quando nel 2010 ha firmato con il club della Premier League dal dischetto non ha mai sbagliato. “È solo un gioco mentale, io e il portiere” racconta Balotelli parlando della sua perfetta statistica dal dischetto. “Io so come controllare la mia mente”». [Catherine Mayer e Stephan Faris, Time 2/11/2012]