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 2013  febbraio 01 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - CAMPAGNA ELETTORALE


Beppe Grillo concluderà il suo tsunami tour a Roma il 22 febbraio e precisamente nella storica piazza di San Giovanni. Lo annuncia il Movimento Cinque Stelle in un post pubblicato sul blog del leader del partito. Nel post gli attivsti del movimento raccontano anche come si è arrivati ad ottenere la piazza nonostante vi fosse una richiesta simile da parte del Pd.
Da tempo Grillo aveva annunciato che si sarebbe svolto nella capitale quello che ha ribattezzato ’Piacere day’, spettacolo politico-musicale con suo show di fine campagna elettorale, con l’obbiettivo di far confluire a Roma il maggior numero possibile di grillini per un simbolico "sbarco comune" del movimento in parlamento.
Quello che invece solo oggi il m5s laziale ha reso noto in rete è che il ’piacere day’ grillino si terrà in piazza san Giovanni: la piazza storica delle grandi manifestazioni nazionali della sinistra, del sindacato e da un pò di anni anche del centrodestra berlusconiano. In ogni caso fra le più grandi della capitale. "Martedì scorso - racconta oggi il M5s laziale abbiamo incontrato il prefetto insieme alla varie forze politiche per chiedere piazza San Giovanni per il comizio finale. Anche il Pd aveva puntato piazza san Giovanni. Dopo una lunga discussione, a colpi di "ma io ho chiesto l’occupazione suolo pubblico" e noi "anche noi abbiamo già chiesto l’occupazione suolo pubblico", ed il Pd "ma noi abbiamo anche il permesse della questura" e noi "impossibile, la questura ci ha detto da fine dicembre a oggi che non avrebbe rilasciato permessi fino a questo incontro" , il prefetto ha scaricato la patata bollente sulla questura annullando la validità delle richieste osp fatte fino a ieri, dicendo che sarebbe valsa quella presentata per prima da quel momento in poi ma non indicando un termine dal quale tale nuova richiesta potesse essere presentata".
"Firmato il protocollo d’intesa - prosegue il racconto - i nostri attivisti 5 stelle di Roma sono corsi in questura pronti in caso a fare l’ennesima nottata per questa nostra "insensata" voglia di far valere i nostri diritti. E meraviglia hanno trovato tutto pronto, moduli preimpostati per la richiesta ed ordine di presentazione rigorosamente rispettato. I signori del Pd sono arrivati dopo un poco di calma e come hanno visto che eravamo primi noi hanno avuto un leggero mancamento. Insomma, alla fine la questura ci ha concesso piazza san Giovanni. E noi ci vedremo lì il 22 febbraio 2013 a partire dalle 18 per una serata che passerà alla storia".
(01 febbraio 2013)

BERSANI-RENZI - REPUBBLICA.IT
FIRENZE - Un lungo applauso ha accolto Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi al Teatro Obihall di Firenze per il comizio elettorale del Pd. Abito grigio e cravatta azzurra Bersani. Renzi sceglie un vestito nero e una camicia bianca, prende per primo la parola. "Mi sono messo anche la camicia bianca d’ordinanza delle primarie", scherza appena prende la parola e prima di salutare "in modo particolare il prossimo presidente del consiglio Pier Luigi Bersani", dice. Poi ricordando le primarie aggiunge: "Ha vinto lui, io lo sostengo. Abituiamoci alla lealtà". "Noi siamo fatti così", aggiunge. "Prima siamo stati al Comune, e quando tornerai da premier ti verremo a cercare e firmerai il libro d’onore di Palazzo Vecchio - spiega Renzi - . E lo dico io che sono abbastanza bravo ad andare a cercare i presidenti del Consiglio, anche in sedi non istituzionali...".
Almeno tremila persone hanno riempito il teatro per il comizio, il primo dove sono presenti i due ex sfidanti dopo le primarie del centrosinistra del dicembre scorso. Una folla di centinaia di persone non è riuscita ad entrare all’interno per motivi di sicurezza.
Renzi attacca Monti e Berlusconi. Renzi non perde tempo e attacca gli avversari politici Mario Monti e Silvio Berlusconi. "Oggi Monti ha detto che il Pd è nato nel ’21... deve aver confuso con la sua carta d’identità. Monti per mesi ha detto che non si sarebbe candidato e sarebbe rimasto sopra le parti e ora è nel ring della politica di tutti i giorni con persone molto lontane da lui. Forse non ha capito che Fini non è quello dei tortellini ma quello della Bossi-Fini". Poi ricorda che non va sottovalutato Berlusconi. "Dobbiamo sapere che può anche ingaggiare Balotelli, ma anche se ingaggiasse il mago Silvan, non servirebbe a far sparire le cose che ha fatto. E soprattutto quelle che non ha fatto".
Poi un riferimento alla questione del rapporto fra finanza e politica. "Dal governo di centrosinistra noi ci aspettiamo un governo capace di un rinnovato rapporto tra finanza e politica. Ma di questo sarà Pier Luigi Bersani a parlarne, com’è giusto", ha detto Renzi. Durante il comizio Bersani dovrebbe parlare di Mps. Un punto proprio quello del rapporto fra politica e banche che era stato oggetto della sfida fra Bersani e Renzi durante le primarie del partito.
Bersani si toglie la giacca. Poco dopo interviene Bersani che inizia il suo comizio con un "primo omaggio a Matteo", togliendosi la giacca come fa sempre il sindaco di Firenze. "Se lo merita". "Noi non siamo oggi a contarci in un gioco di correnti", qui "non ci sono Bersaniani e Renziani. Qui c’è il Pd" che è "di tutti", spiega. "Invece di discutere della crisi più grave dal dopoguerra, in questa campagna elettorale siamo ancora soltanto al festival delle promesse oppure all’attacco dell’avversario, mentre si evita di parlare del futuro dell’Italia", dice.
"Prodi mandato a casa, io non farò così". "A chi non ha votato per me vorrei dire che non è sempre stato facile discutere ma non dobbiamo avere paura di chi non la pensa come noi, non dobbiamo pensare che chi dissente è un nemico. Meglio dirci prima le cose sennò i finti unanimismi hanno fatto sì che per due volte Romano Prodi è andato a casa. Non lo faremo". Mentre sul premier uscente attacca: "O girano promesse o aggressioni, un pò di bastonate come suggeriscono i guru. In un anno Monti non ci ha mai trovato un difetto e ora da 15 giorni ce ne trova uno al giorno. Quella di oggi sul Pd nato nel ’21 e’ veramente infelice. Si può dire di tutto ma non ferire un progetto di cui non ha neanche una vaga idea". E poi sul caso Mps spiega: "Non siamo mammolette e non accettiamo che ci faccia la predica chi ha cancellato il falso in bilancio, che noi reintrodurremo il primo giorno di governo. Noi proponiamo una commissione di inchiesta sull’utilizzo dei derivati e per una regolamentazione più stringente". In campagna elettorale "siamo ancora o al festival delle promesse o all’attacco generico all’avversario", con "promesse e favole invereconde e non degne di un paese serio", aggiunge Bersani.
Aiutare i ceti più deboli. Bersani ricorda quanto sia importante aiutare i ceti deboli e puntare sul Welfare. "Bisogna essere chiari: uno non va a fare la spesa con i soldi pubblici. O lo capisce o si va là col badile". E ancora: "Noi la scuola la vogliamo tenere aperta tutto il giorno. Purché stia in piedi la scuola, perchè sono anni e anni che non facciamo un patto di stabilità".
Poco prima di arrivare al teatro i due leader del Pd si sono incontrati a porte chiuse a palazzo Vecchio, sede del municipio. Su Twitter intanto spopola l’hashtag #pdbrothers per dimostrare che le ostilità tra i due sono finite con le primarie. Anche il sito del largo del Nazareno, apre la propria homepage con un pdoodle che mostra la foto dei Blues Brothers e la scritta in inglese "Everybody Needs Somebody".
(01 febbraio 2013)

LA SORELLA DI CUCCHI
ROMA - "È evidente che Ilaria Cucchi sta sfruttando la tragedia del fratello". Carlo Giovanardi, ospite della trasmissione "24 Mattino" di Radio24, non usa mezzi termini e critica con parole dure la scelta della sorella di Stefano Cucchi di candidarsi nelle liste di Rivoluzione civile. "Come succede sempre in Italia su fatti come questi - ha detto ancora Giovanardi -, si costruisce una carriera politica e la sorella è diventata capolista di un partito. Era evidente che sarebbe finita così. Suo fratello è una vittima, era una persona malata, ha tentato più volte di recuperarsi, ha avuto una vita difficile da tossico e spacciatore. Ma da questo alla Provincia di Roma che gli voleva intitolare le scuole come se fosse un esempio ai giovani, non ci sto. È come con Carlo Giuliani: certo Giuliani è una vittima, poveretto. Ma si possono intitolare a lui le sale del Parlamento? Io dico no, perché quando è morto stava per ammazzare tre carabinieri".
Botte solo da spacciatori. Giovanardi, che già in altre occasioni aveva suscitato polemiche per i suoi giudizi severi sulla vicenda Cucchi, ha proseguito:"Tutte le perizie arrivano alla conclusione che non c’è nessuna relazione tra la morte di Cucchi ed eventuali percosse subite. Cucchi era stato ricoverato in ospedale precedentemente 17 volte per percosse, lesioni e fratture subite dai suoi amici spacciatori. Tre poveri agenti di custodia sono massacrati da quattro anni perché dappertutto è stato detto che lui è stato massacrato di botte e il processo invece sta dimostrando il rovescio, cioè che è morto perché era debole, aveva una serie di patologie. Ha fatto lo sciopero della fame e i medici, invece di curarlo, l’hanno lasciato morire prendendo per buona la volontà di una persona che non sapeva gestirsi". Gli agenti sotto processo sono per Giovanardi "tre poveri cristi che lavorano per 1.200 euro al mese e subiscono un processo su un’accusa costruita sul nulla".
La replica di Ilaria: "Giovanardi ne risponderà ai giudici". Inizialmente la sorella di Stefano Cucchi non vuole commentare le parole di Giovanardi ma, ai microfoni di Repubblica Tv, ribatte che non è lei a voler sfruttare la vicenda a fini elettorali, semmai lo fa chi la accusa. E si scaglia contro il mondo politico, accusandolo di aver ’pilotato’ il processo e di interferire sulla giustizia.
Poi Ilaria attacca. "Accetto qualsiasi critica perché nel momento in cui ho deciso di accettare la proposta di Antonio Ingroia ero ben conscia di ciò che facevo e del prezzo che avrei dovuto pagare. Ma a tutto c’è un limite. Non posso però consentire che si getti fango gratuito addosso a Stefano e questo per i miei genitori che hanno già sopportato troppo. É per questo che ho dato incarico al mio legale affinché Giovanardi sia chiamato a rispondere di tutto quello che ha detto in questi anni; perché la misura è davvero colma".
"Accusatemi pure di essere arrivista, di avere strumentalizzato la morte di mio fratello, perché in effetti potrebbe essere anche vero - prosegue Ilaria Cucchi -. Io voglio arrivare alla promulgazione della legge sulla tortura e di tutte le altre norme che possono tutelare i diritti civili degli ultimi di questa società. Senza la morte di mio fratello io certamente non sarei nessuno e non sarei qui. Sarebbe la cosa più bella che dio potrebbe regalarmi. Ma purtroppo non è così".
"Grazie al processo di mio fratello, al suo sacrificio, e a quello di Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva e Michele Ferrulli - spiega ancora Cucchi - si è tornato in modo prepotente a parlare della tortura, fino ad arrivare a discutere un progetto di legge in commissione parlamentare. Ma la maggioranza che ha sostenuto il governo Monti ha ancora una volta fallito. La legge si è arenata e nulla è più stato fatto. Il governo precedente non aveva certo fatto di meglio: il ministero degli Esteri aveva risposto all’Onu che ci intimava l’immediata adozione di una legge che prevedesse e punisse il reato di tortura, che in Italia non ce n’era bisogno. Continuiamo a essere l’unico Paese civile a non averla mai adottata. La legge sulla tortura non si fa con le conferenze stampa, ma con impegno vero sentito e concreto. Io mi sento di poterlo garantire più di ogni altro. Perdonatemi, ma credo proprio di potermi permettere di dirlo".
Ingroia: "Giovanardi, attacco ignobile". Quello di Carlo Giovanardi su Ilaria Cucchi "è un attacco ignobile che non merita risposte" dichiara il leader di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia. "Lei è una delle nostre candidate di punta - spiega Ingroia nel corso di una conferenza stampa al fianco di Paolo Ferrero e Jean-Luc Melenchon - ha fatto della tragedia del fratello una battaglia importante sui diritti che è anche la nostra", battendosi ad esempio "sull’introduzione del reato di tortura o sul sovraffollamento delle carceri".
Le reazioni. "Giovanardi si dovrebbe vergognare. Le sue parole sono gravi e inaccettabili e offendono la memoria di Stefano Cucchi. Chieda immediatamente scusa alla famiglia che ha già sofferto abbastanza. Pretendiamo scuse pubbliche, soprattutto perché è intollerabile che un rappresentante delle istituzioni possa pronunciare frasi così terrificanti, ignobili e insensibili. Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza a Ilaria e a tutta la sua famiglia", è stata la reazione del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, all’attacco di Giovanardi, mentre il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, tra i fondatori di Rivoluzione civile, ritiene le parole usate nell’intervento "ignobili" il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, tra i fondatori di Rivoluzione civile.
(01 febbraio 2013)

BERSANI-RENZI SU CORRIERE.IT
Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani di nuovo insieme in un comizio elettorale a Firenze. Per la prima volta dopo le primarie i due esponenti del Pd si sono ritrovati al teatro Obihall di Firenze per un comizio elettorale. La sala è gremita e all’esterno è stato montato anche un maxischermo all’esterno per consentire, a chi non è riuscito ad entrare di seguire il comizio.
«NESSUNA GUERRIGLIA» - Per primo ha preso la parola Renzi, sindaco della città che ha subito chiarito: «La campagna delle primarie è servita per dirci in faccia tutto. Io ora non farò certo una guerriglia che indebolisce lo schieramento. Abituatevi» sottolineando che il Pd «è il solo partito che ha scelto il candidato premier con le primarie». Renzi parla con «spirito costruttivo» e si rivolge a tutti «anche a quelli che non hanno votato per me. Non abbiate paura di chi non la pensa come voi. Non dobbiamo pensare che chi dissente è un nemico. Meglio dirci prima le cose sennò i finti unanimismi hanno fatto sì che per due volte Romano Prodi è andato a casa. Non lo faremo» chiarisce Renzi rivolgendosi agli ex rivali delle primarie, invitando ad evitare gli errori del passato. «Noi non siamo oggi a contarci in un gioco di correnti», qui «non ci sono bersaniani e renziani. Qui c’è il Pd» che è «di tutti».
GLI AVVERSARI - Renzi cita anche gli avversari della campagna elettorale. «Chi sottovaluta Berlusconi commette un errore. Dobbiamo stare attenti a non considerarlo l’uomo del passato ma al tempo stesso non dobbiamo averne paura» spiega Renzi che invita a stare attenti al recupero del Cavaliere. «Non dobbiamo averne paura perchè può ingaggiare Balotelli ma anche se ingaggia il mago Silvan non servirà a far sparire le cose che ha fatto e quelle che non ha fatto». Matteo Renzi «scippa» ancora Balotelli a Berlusconi: «L’Italia giusta è l’Italia di Mario Balotelli, di Mario che abbraccia sua mamma dopo la vittoria con la Germania. In quell’immagine si vede una mamma che abbraccia un figlio e nel nostro pensiero è difficile accettare che quella sia una mamma che abbraccia un figlio. Balotelli ha dovuto aspettare i 18 anni per avere la cittadinanza italiana - ha proseguito Renzi - L’Italia giusta è l’Italia è anche quella dei simboli». Ci sono parole d’ironia anche per Monti. «Oggi Monti ha detto che il Pd è nato nel ’21... deve aver confuso con la sua carta d’identità. Monti per mesi ha detto che non si sarebbe candidato e sarebbe rimasto sopra le parti e ora è nel ring della politica di tutti i giorni con persone molto lontane da lui. Forse non ha capito che Fini non è quello dei tortellini ma quello della Bossi-Fini».
E BERSANI RESTA IN CAMICIA - «Un primo omaggio a Matteo, che se lo merita». Pier Luigi Bersani prende la parola, sul palco di Firenze, togliendosi la giacca. Matteo Renzi si è presentato sul palco in camicia bianca. «Siamo ancora o al festival delle promesse o all’attacco generico all’avversario, senza che si riesca a mettere al centro il futuro del Paese. Io sono indignato - dice il leader del Pd - per questi giorni di campagna elettorale: abbiamo assistito solo a favole e promesse invereconde e non degne di un paese serio». Cita Beppe Grillo «Gira nelle piazze della Sicilia e va là e promette mille euro al mese a tutti per tre anni. Ovvero 100 miliardi di euro. Almeno Lauro un pacco di pasta glielo dava. L’altra scarpa dopo le elezioni gliela portava». E anche da parte sua arrivano critiche per Mario Monti: «In un anno non ha trovato un difetto al Pd. Son 15 giorni che ogni giorno ne trova uno».
IMU - Pier Luigi Bersani immagina una modifica dell’Imu che la renda più progressiva e preveda l’esenzione di «una fascia di immobili di minor pregio e anche dei mezzi di produzione delle piccole imprese».
I DIRITTI - Diritti e cultura sono altri due punti toccati da Bersani. «Vogliamo essere all’altezza della grande cultura di Firenze. E vogliamo essere all’altezza dei diritti europei: questa dei figli degli immigrati è una vergogna e la risolviamo. Questa dei diritti degli omosessuali e delle unioni civili è una vergogna: e la risolviamo. E anche questa cosa del diritto allo studio dove ci sono 50 mila studenti in meno che possono studiare è una vergogna classista: e noi la risolviamo».
Redazione Online

COME LA RACCONTA GRILLO (DAL BLOG BEPPEGRILLO.IT)
"Martedì scorso abbiamo incontrato il prefetto insieme alla varie forze politiche per chiedere Piazza San Giovanni per il comizio finale.
Anche il PD aveva puntato Piazza San Giovanni. Dopo una lunga discussione, a colpi di "ma io ho chiesto l’occupazione suolo pubblico" e noi "anche noi abbiamo già chiesto l’occupazione suolo pubblico", ed il PD "ma noi abbiamo anche il permesse della Questura" e noi "impossibile, la Questura ci ha detto da fine dicembre a oggi che non avrebbe rilasciato permessi fino a questo incontro" , il Prefetto ha scaricato la patata bollente sulla Questura annullando la validità delle richieste OSP fatte fino a ieri, dicendo che sarebbe valsa quella presentata per prima da quel momento in poi ma non indicando un termine dal quale tale nuova richiesta potesse essere presentata.
Firmato il protocollo d’intesa, i nostri attivisti 5 stelle di Roma sono corsi in Questura pronti in caso a fare l’ennesima nottata per questa nostra "insensata" voglia di far valere i nostri diritti. E meraviglia hanno trovato tutto pronto, moduli preimpostati per la richiesta ed ordine di presentazione rigorosamente rispettato. I signori del PD sono arrivati dopo un po’ con calma e come hanno visto che eravamo primi noi hanno avuto un leggero mancamento. Insomma, alla fine la Questura ci ha concesso Piazza San Giovanni e noi ci vedremo lì il 22 febbraio 2013 a partire dalle 18.00 per una serata che passerà alla Storia!
Ps: grazie per le donazioni che ci sono arrivate finora! Vi ricordiamo la mail per eventuali richieste di supporto logistico accoglienza@roma5stelle.org ed il nostro IT 58 A 05018 03200 000000153293 intestato a: ANSELMO FALBO (mandatario di Davide Barillari) causale "campagna elettorale 2013 M5S" o Paypal al seguente link." M5S Lazio

BEPPE GRILLO DA SANTORO?
Stasera su La 7 nell’arena di Servizio Pubblico, di Michele Santoro e Marco Travaglio, scenderanno tre esponenti politici che di sicuro animeranno la serata: Giulio Tremonti ex-ministro dell’economia e candidato Premier per la Lega Nord e il suo movimento 3L; Antonio Di Pietro, che dopo gli scandali IDV, sta tenendo un basso profilo ma è tra i leader del movimento Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia; e Stefano Fassina responsabile economico del Partito Democratico, nonché obiettivo di molte attenzioni e frecciatine da parte di Mario Monti, che durante la trasmissione Zeta di Gad Lerner, si è scoperto essere stato Rettore proprio dello stesso Fassina.
Santoro_ServizioPubblicoDi sicuro, non mancheranno gli spunti di dibattito, dopo due puntate un po’ “moscette”, forse perché hanno semplicemente seguito lo scontro epico con Berlusconi e consumato molte delle energie “mentali” di conduttore e staff, olche che quelle da ultrà di tanti telespettatori fedeli al programma. Ma la notizia vera sembrerebbe essere, che proprio dopo aver convinto Berlusconi, pare che Michele Santoro e la sua redazione abbiano convinto niente di meno che: Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle sembrerebbe tornare in televisione proprio dallo studio di Servizio Pubblico, probabilmente pochi giorni prima delle elezioni, oppure come contendente di prima serata al Festival di Sanremo.
Vedremo se stasera Santoro annuncerà questa notizia, oppure, se spiegherà perché questo dibattito con Grillo non si farà.

SCANZI BIOGRAFO DI GRILLO DALLA GRUBER L’HA DETTO

SKY TG24 HA INVITATO I SEI E LORO DEVONO DECIDERE