Mattia Feltri, La Stampa 1/2/2013, 1 febbraio 2013
DALLE OSTRICHE ALLA NUTELLA L’ANNO DELLA GRANDE ABBUFFATA
Rettifica: il consigliere regionale lombardo del Pd, Carlo Spreafico, non ha speso 2 euro e 70 per un vasetto di Nutella, ma pari cifra per una piadina che di Nutella era farcita. Però, se si pensa che tutto era cominciato a Roma, qualche mese fa, con le ostriche di Franco «Batman» Fiorito e le cene da 5 mila euro per ottanta ospiti del consigliere Francesco Battistoni (altra rettifica: lui dice 4 mila) al ristorante Pepenero di Capodimonte, lago di Bolsena, sarebbe legittimo considerare l’ipotesi del deciso miglioramento. Mica tanto. I regolamenti lombardi rimborsano le spese soltanto su presentazione dello scontrino, mentre nel Lazio ci si accontentava dell’autocertificazione. Peccato, avremmo qualche dettaglio in più su questo anno a crapule imperiali in cui - oltre all’ostrica presente per questioni di palato e di status in ogni menu e a ogni latitudine - va sempre fortissimo il tartufo: a Milano il consigliere leghista Davide Boni se n’è sbafato per 180 euro (cena da 644), bianco d’Alba, stessa qualità scelta dal collega pidellino Giorgio Pozzi, che radunò sempre al Baretto al Baglioni (cinque stelle Michelin) un po’ d’amici imprenditori a stendere strategie di sviluppo al costo di 3 mila e 320 euro, di cui 200 per vini, 400 per champagne e 882 per il regale tubero.
Parrebbe piuttosto un salto di qualità rispetto alle tagliate di tonno, ai gamberetti in salsa rosa, al risotto allo champagne, alle monumentali tagliatellate, a questi piatti démodé che gonfiavano i prezzi romani perché a tavola accorrevano a decine. Nicole Minetti s’è fatta restituire dal Pirellone 832 euro spesi per un aperitivo di rappresentanza al Principe di Savoia. La sete non è placabile e lo champagne è l’altra costante: Dom Pérignon, Taittinger, Paul Georg. Vecchissima regola: quando si ruba, non si bada a spese. Dalle enoteche arriva il Brunello di Montalcino e pure roba meno impegnativa, Syrah, Primitivo di Manduria. Il giovane Renzo «Trota» Bossi rimarca il salto generazionale gonfiandosi di Red Bull. Invita gli amici e brindano con Mojito, Aperol, Negroni, più sigarette regolarmente rifuse. Il collega federalista Pierluigi Toscani preferisce la Lemonsoda, al gruppo Pd il Crodino, laddove il compagno Spreafico si fa saldare il Biscotto a cinque stelle (Beppe Grillo non c’entra), un gelato Magnum e un paio di coni piccoli. Si sta degradando dal banchetto allo spuntino. Quando ha cali di zucchero, il «Trota» va di patatine Fonzies, ovetti Kinder e biscottini Ringo. Il Toscani ha crolli verticali e ricorre multiculturalmente a pizzette, cannoli, ciambelle, torte sbrisolone, crackers, gelati (senza esagerare: coppetta media e cono medio), frutta, persino ortaggi, e poi zucchero semolato, farina. Già che c’è, fa scorte per casa, pure di salsicce di Norimberga e lecca lecca.
Forse si sbrodolano, si macchiano, chissà: nel Lazio si compravano cravatte Marinella a venti alla volta. In Lombardia si notò l’acquisto di una sciarpa di cachemire. Il capolavoro nasce nel gruppo di Italia dei Valori in Liguria, dove a Maruska Piredda e Marilyn Fusco (splendide fin dalle generalità) si addebitano spese per camicie, felpe, pantaloni, ma anche reggiseni push-up, slip, pareo. Quanto a cura del corpo e presentabilità sociale, ecco borse e profumi Gucci e Bulgari. Per le stanze istituzionali, divani e ficus (totale, 2 mila e 148 euro). Colpisce che i consiglieri dipietristi girino alla comunità le pendenze del cibo dei gatti, ma è ammirevole anche l’amore per la cultura: escono denari per le opere di Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, e poi Umberto Eco e Niccolò Ammaniti, manuali su Winston Churchill e la Seconda Guerra Mondiale, un’edizione della «Nuova matematica a colori» . Come dimenticare che la simpatica Minetti scaricò «Mignottocrazia», il secondo libro che si ha notizia lei abbia impugnato (l’altro è «Cinquanta sfumature di grigio» in lingua inglese sulla spiaggia di Miami). Alla voce hobby sono memorabili i 757 euro ottenuti dall’onnipresente Toscani per cartucce da caccia, i videogames del Trota, elementi di modellismo nell’Idv Liguria, le foto in posa a mille euro della consigliera laziale Veronica Cappellaro (che accumulò un conto di 17 mila euro da Pasqualino al Colosseo), i fuochi d’artificio sempre a cura della Lega dove uno, non si sa chi, s’è fatto indennizzare il costo di una clessidra.
C’è soltanto da immaginare il fitto approvvigionamento di iPad, Blackberry, personal computer, stampanti, tablet, navigatori, telefonini vari. Il «Trota» s’è procurato un Orologio Oregon e un piccolo frigorifero mail colpo di classe del rampollo Bossi è il localizzatore di Autovelox, per circolare alle velocità della sua gioventù senza collezionare multe. Si sospetta che Fiorito coi pubblici denari abbia popolato il garage di Smart e Suv. Più modestamente un suo collega laziale presentava i buoni benzina Ip. Il consigliere lombardo Pd, a cui è stato ripagato l’euro del biglietto del tram, merita il titolo di eroe.