Fabio Martini, La Stampa 1/2/2013, 1 febbraio 2013
PER I SONDAGGISTI L’EFFETTO-ANGELA NON INFLUIRÀ SUL VOTO
Gli sherpa italiani avevano sommessamente consigliato la Cancelliera: meglio evitare elogi troppo caldi a Mario Monti. Il presidente del Consiglio voleva evitare un effetto-Merkel (confermando la vulgata che lo vuole interprete acritico dei desiderata tedeschi) e la Cancelliera ha mangiato la foglia: a differenza che nei precedenti incontri tenuti a Berlino con Monti, i giornalisti non sono stati ospitati nell’area conferenze stampa della Bundeskanzleramt ma in quella riservata agli statement (dichiarazioni senza domande) e, soprattutto la Merkel ha accreditato la versione di un Monti “antagonista” della Germania, condendo il concetto con una successiva aggiunta, nella quale si è confusa, usando termini imprecisi. Testualmente ha detto che dall’impegno di Monti per difendere gli interessi dell’Italia «ci sono anche problemi difficili, che dobbiamo risolvere». Più tardi l’ambasciata tedesca a Roma ha diffuso la versione ufficiale dello statement, correggendo l’originario «ci sono» con un più corretto «ne conseguono».
Certo, la Cancelliera incappa spesso in espressioni non da purista e quindi è impossibile stabilire se il piccolo impiccio verbale sia stato determinato da un filo d’imbarazzo. Ed è altrettanto vero che la trattativa in vista del vertice europeo si profila davvero difficile e potenzialmente onerosa per l’Italia. Però il messaggio che stava a cuore agli italiani alla fin fine è passato: la Merkel ha accreditato l’immagine (oltretutto corrispondente al senso dell’incontro) di un Monti difensore degli interessi nazionali e questo interessava al Professore. Ben consapevole di quale sia l’essenza dei suoi personali rapporti con Angela Merkel nell’arco degli ultimi 14 mesi: inizialmente la Cancelliera era stata decisamente sollevata dall’epifania di Monti, che aveva salvato Italia e areaeuro, ma successivamente la Merkel aveva dovuto fare i conti col crescente protagonismo italiano, una dialettica culminata in un vero e proprio incidente diplomatico col presidente del Consiglio, in coda al vertice europeo che decise lo scudo anti-spread.
Ma, al di là delle cautele messe in atto, l’incontro con la Merkel può comunque determinare un “effetto”, legato all’ immagine non idilliaca della Cancelliera presso l’opinione pubblica italiana? Nei principali istituti di sondaggio, i responsabili non prendono in considerazione l’argomento, con una risposta sostanzialmente convergente: «Novanta secondi di immagine nei Tg della sera con le immagini di Monti e Merkel non spostano un voto». Sostiene Roberto Weber, leader di uno degli istituti più accreditati, la triestina Swg: «Un evento di questo tipo non determina effetti rilevanti per una serie di motivi. I fatti che spostano opinioni sono soprattutto quelli che producono effetti mobilitanti nel proprio bacino elettorale, riportando al voto elettori disillusi. Poi ci sono vicende, come quella del Monte dei Paschi, che possono influire ma in questo caso più come effetto depressivo su un elettorato. Quanto allo spauracchio della Merkel, molto difficile che agitarlo possa giovare al centrodestra, perché su quei temi lì chi dice le cose meglio è Grillo». Ma è altrettanto vero che, come fa notare Fabrizio Masia leader della Emg, che il grande equilibrio in diverse Regioni potrebbe finire per moltiplicare l’effetto di suggestioni ben mirate: «Un singolo episodio, come per esempio il più recente incontro svolto a Berlino, molto difficilmente sposta voti, ma può invece andare a collocarsi come tassello di un mosaico più grande. In altre parole, una battuta felice e infelice o un incontro come quello MerkelMonti possono andarsi a sovrapporsi ad un giudizio sospeso e spostare opinioni. Misuare in modo impressionistico il singolo fatto, ovviamente, è impossibile».