Andrea Senesi, Corriere della Sera 01/02/2013, 1 febbraio 2013
E «MISTER NUTELLA»: VERGOGNARMI? MAI —
«Che Lombardia sarebbe senza Nutella?», ironizzano ora gli avversari su Facebook, su Twitter, ovunque. E pensare che a lui non piace nemmeno. Carlo Spreafico, 62 anni, consigliere regionale del Pd al secondo mandato, dopo una vita tra i metalmeccanici della Cisl di Lecco, è pronto a giurarlo: «Glielo assicuro, non la mangio mai la Nutella». Eppure anche quella piccola spesa (due euro e settanta centesimi), quel piccolo rimborso, adesso è al vaglio dei magistrati milanesi. «Sto verificando in queste ore tutti gli scontrini. Credo che si tratti di una piadina, appunto, alla Nutella, che avrò offerto a qualcuno in qualche bar dopo chissà quale incontro istituzionale».
Spreafico dice di non voler parlare con i cronisti, ma poi alla fine al telefono qualcosa racconta. Ricordate la foto dell’ufficio di presidenza del Pirellone, edizione 2010? Da Filippo Penati a Davide Boni, da Massimo Ponzoni a Franco Nicoli Cristiani: tutti indagati o peggio. L’unico «pulito» fino a mercoledì era proprio lui, il «segretario» dell’aula del Pirellone.
«Capirà, per me è una doppia delusione. Amareggiato? Di più. Io però sono tranquillo. Tutte le mie spese si rifanno alla mia attività di consigliere». Compreso il Crodino al bar da sei euro? «Sarà stato anche quello un aperitivo "politico" o "istituzionale"». La Nutella (in barattolo o in piadina, chissà), un Crodino, «due coni piccoli e uno medio» (8,10 euro), un Magnum (1,95).
Carlo Spreafico ha fatto di più però. Per esempio ha messo a carico della Regione l’affitto mensile di un box in corso Matteotti a Lecco, la sua città. Totale: 648 euro. «È stato quando abbiamo fatto il trasloco. Intendo noi del gruppo. Prima stavamo nel palazzo di fronte, poi siamo venuti qua al Pirellone. E allora in quelle settimane mi serviva un posto dove stipare tutte le mie cose». Cartelle, faldoni, scatoloni. Serviva proprio un monolocale? A Lecco, per giunta? «Ma no, è solo una specie di magazzino».
Il consigliere del Pd assicura di non aver chiesto consigli a nessuno per le sue note spese. Possibile che non si sia consultato almeno coi funzionari del Pirellone o col suo capogruppo? «Le regole sono chiare, c’è una legge del 1972. Io mi sono attenuto a quella e ho fatto tutto secondo le norme».
Non si ricandiderà, Spreafico. La decisione non ha niente a che fare però con l’inchiesta sui presunti rimborsi d’oro. «Avevo già scelto di finire qui il mio percorso politico. Motivi di famiglia, ecco». Viene dal sindacato, dai metalmeccanici, la Fim, «la mitica Flm». «Io conosco il valore delle cose. La fatica del lavoro me la porto dentro. Ma no che non mi vergogno. Neanche un po’. Dall’ufficio di presidenza io ho contribuito a eliminare i vitalizi, a tagliare le auto blu e i viaggi aerei. Tutte battaglie che ho fatto proprio perché so da dove vengo. Ho fatto il mio dovere fino in fondo, io».
La vicenda, com’è ovvio, ha acceso gli appetiti da campagna elettorale. La Lega distribuirà oggi pane e Nutella in piazza San Babila. Dice Matteo Salvini: «Vogliamo addolcire le bugie del centrosinistra e far ragionare la gente».
Andrea Senesi