Massimo Gaggi, Sette 1/2/2013, 1 febbraio 2013
GLI HOTEL PUNTANO SUI LIBRI
[Chicago]
In America gli “eBook” conquistano quote crescenti del mercato. Tomi cartacei in giro – in metropolitana, in aereo, nelle stazioni – se ne vedono sempre meno e le biblioteche pubbliche cercano disperatamente di inventarsi nuovi mestieri per non rischiare l’estinzione. Ma in molti alberghi, a sorpresa, spuntano scaffali pieni di libri, a volte anche piccole biblioteche. Che vengono create nelle aree comuni e, sempre più spesso, anche nella “lobby”, l’area più trafficata di un albergo. Un fenomeno che non riguarda solo i piccoli hotel “boutique” che hanno un’aria riservata e un po’ snob, il rifugio tranquillo degli intellettuali, ma anche alberghi delle grandi catene: dal Marriott di Philadelphia all’Hyatt di Chicago (nella foto), passando per l’Hilton di San Diego e moltissimi altri hotel di New York e Washington, ovunque spuntano scaffali e spazi dedicati alla lettura. Senza modelli standard: alcuni puntano sui libri di viaggio, sulle pubblicazioni che raccontano e illustrano a fondo la storia della città o regione nella quale si sta soggiornando. Altri puntano sulle storie romantiche, altri sulla cucina organica o l’ambientalismo. Perché lo fanno? Rispondono a un desiderio dei loro clienti di tornare alla lettura cartacea? Non esattamente: l’obiettivo è puramente commerciale, come spiegano i responsabili di Sunstone, una società immobiliare che possiede decine di hotel e che sta ristrutturando le loro lobby dando un bello spazio ai libri. L’intento, dicono, è quello di trasformare ingressi e spazi comuni da aree dove i clienti semplicemente transitano camminando frettolosamente a luoghi nei quali sono indotti a fermarsi: leggono, sfogliano e intanto consumano. Bevono qualcosa, mangiano, comprano un servizio o un oggetto nei negozi dell’albergo contribuendo, così, a far salire il fatturato dell’azienda alberghiera ben oltre il prezzo pagato per la camera, la connessione Internet e la prima colazione.