Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 01 Venerdì calendario

ANGELA SALVATA DAI COMUNISTI

[Se la Linke (estrema sinistra) va oltre il 5%, è fatta] –
Che cos’è la Ddr (l’ex Germania dell’Est guidata dai comunisti, ndr)? Quando le mie nipotine me lo chiederanno, risponderò: «Una nota a piè di pagina nel grande libro della storia», così mi disse Lothar de Maizière, l’ultimo capo della scomparsa Germania Est, a chiudere un’intervista.

Compirà 73 anni il prossimo marzo, è tornato al mestiere di avvocato e al suo amato violino. Lui, democristiano anche sotto la dittatura rossa, non stimava Helmut Kohl perché non capiva la musica. Ha senso dell’umorismo, de Maizière, ereditato dai suoi avi ugonotti, e la sua Ddr, scomparsa eppure presente a quasi un quarto di secolo dalla caduta del Muro, forse alle elezioni di settembre deciderà delle sorti di Angela, quindi dell’Europa e nostre.

Ieri la signora Merkel ha ricevuto a Berlino Mario Monti (o l’ha chiamato a rapporto?, come maligna qualcuno, in Italia), e si saranno scambiati qualche previsione sul loro destino, e su quello dei rispettivi paesi. I tedeschi temono l’eterno ritorno di Silvio, e si chiedono come gli italiani possano cambiare voto grazie a Balotelli. Quali sono le chance del professore tra meno di tre settimane? E la Cancelliera vincerà il prossimo settembre per la terza volta? Il suo partito, la Cdu più la Csu bavarese, in base agli ultimi sondaggi, dovrebbe prendere tanti voti quanti gli avversari messi insieme, i socialdemocratici dell’Spd e i Verdi, 40 contro 25 più 15. Potrebbe non bastare. Sono, questi, gli effetti paradossali della legge elettorale tedesca che gioca, a volte, qualche brutto scherzo. Chi resta al di sotto del 5% è eliminato, e gli alleati liberali della Cancelliera oscillano intorno al 4%: qualche voto in più e si ripeterà l’attuale coalizione, altrimenti le speranze della signora sono affidate a un terzo incomodo che entri in parlamento, chiunque sia. L’anno scorso i Piraten, per così dire i grillini teutonici, erano dati al 13, oggi sono quasi scomparsi: quando il gioco si fa serio, i tedeschi non votano più a dispetto.

Oggi, tra i piccoli, in base alle previsioni si salvano solo quelli della Linke, all’estrema sinistra, un partito nato dall’unione dei delusi dalla riunificazione, i nostalgici del partito comunista tedesco orientale, e dai secessionisti dell’Spd, contrari alla svolta a destra imposta dall’allora Cancelliere Schröder. Nessuno si vuole alleare con loro a livello nazionale (ma l’Spd ha infranto il tabù in qualche Länder), quindi dopo il 22 settembre sarà inevitabile una nuova Grosse Koalition, come nel 2005, guidata da Angela Merkel. Il leader dell’opposizione Peer Steinbrück potrà, al massimo, diventare ministro degli esteri, o ritornare alle finanze. Se la Linke resterà sotto il 5%, invece, il buon Peer magari per un seggio potrebbe diventare Cancelliere.

Nelle ultime elezioni regionali, in Bassa Sassonia, la Linke ha preso poco più del 3%, e nei Länder occidentali è data intorno al 4, ma a salvare il risultato dovrebbero essere come sempre le cinque regioni della defunta Germania Est, dove in qualche zona la sinistra estrema è il primo o secondo partito. Per questo Frau Merkel spera nella Ostalgie, l’effetto nostalgico dei suoi compaesani orientali.

La sua tattica è raffinata: continua ad attaccare la Linke, costringendo i socialdemocratici a seguirla. Peer è costretto a imitarla, se non vuole essere accusato di scivolare a sinistra perdendo i voti dei moderati. E più viene attaccata e discriminata, e più la Linke aumenta. Non basta: se un partito conquista almeno tre seggi diretti in altrettanti collegi elettorali, la clausola del 5% non vale più, e si ottengono tanti mandati in base alla percentuale raggiunta, anche il 2 o il 3%.

Il destino di Angela e dell’Europa dipende da tre quartieri della ex Berlino Est, dove in passato la Linke ha trionfato. La signora, tanto antipatica a Silvio, che vede comunisti ovunque, potrebbe vincere grazie proprio agli ultimi rossi della metropoli, ostili alla sua politica a favore dell’euro. E, ulteriore paradosso, i quartieri nostalgici sono quelli più ricercati dagli stranieri con i soldi, che vi comprano casa, soprattutto i peccatori europei italiani e spagnoli. A Neukölln, ad esempio, nell’ultimo anno i prezzi degli alloggi sono aumentati del 51%. Ma il fascino della nostra Europa è sempre stato nelle sue contraddizioni: l’Angelo azzurro di Marlene, icona berlinese, seduceva con le sue calze nere e smagliate.