www.cinquantamila.it/fiordafiore 1/2/2013, 1 febbraio 2013
Meno studenti nelle università italiane • Eppure laurearsi conviene ancora • L’allarme terremoto arriva via Twitter • Nuove regole per il Monte dei Paschi • Abbiamo pagato 75 euro a testa per le multe sulle quote latte • I contributi dell’Italia a Bruxelles • In Inghilterra la seconda lingua più parlata è il polacco, da noi il romeno • Soldi e immigrati Studenti In dieci anni le università italiane hanno perso 58 mila studenti (-17%), come se fosse scomparso in ateneo grande quanto la Statale di Milano: erano 338 mila, ora sono 280 mila
Meno studenti nelle università italiane • Eppure laurearsi conviene ancora • L’allarme terremoto arriva via Twitter • Nuove regole per il Monte dei Paschi • Abbiamo pagato 75 euro a testa per le multe sulle quote latte • I contributi dell’Italia a Bruxelles • In Inghilterra la seconda lingua più parlata è il polacco, da noi il romeno • Soldi e immigrati Studenti In dieci anni le università italiane hanno perso 58 mila studenti (-17%), come se fosse scomparso in ateneo grande quanto la Statale di Milano: erano 338 mila, ora sono 280 mila. Nella fascia d’età 30-34 anni in Italia è laureato il 19%, in Europa il 30%. Negli ultimi sei anni i professori sono diminuiti del 22% (così il numero medio di studenti per docente in Italia è 18,7, mentre la media Ocse è 15,5). La questione dei soldi: il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) è sceso del 20%; le borse di studio che nel 2009 andavano all’84% degli aventi diritto ora vanno al 75%. Diplomati e laureati Secondo l’Istat, i maschi tra i 30 e i 64 anni guadagnavano il 26% in più dei diplomati nel 2008 e addirittura il 29% in più nel 2011. Per le donne la differenza è inferiore, ma comunque rilevante (21%). Il beneficio di una laurea si estende anche alla probabilità di trovare lavoro: il tasso di occupazione per i laureati è stato pari a circa il 91% in questi anni, contro l’86% per i diplomati (le cifre corrispondenti per le donne sono 81% e 67%) (Ichino e Terlizzese, CdS). Terremoto Messaggio Twitter pubblicato ieri sera alla 22.19 dal comune di Castelnuovo Garfagnana: «Possibile terremoto, uscite di casa e rimanete all’aperto». L’allarme si è poi diffuso ad altri tredici comuni e anche a Lucca, doce i cittadini hanno ricevuto sms sul rischio sisma. Per strada decine di migliaia di persone. Monte dei Paschi Vincoli che il Monte dei Paschi dovrà rispettare per ottenere 3,9 miliardi di prestiti dallo Stato, sotto forma di sottoscrizione dei cosiddetti Monti-bond: blocco di premi e bonus per i manager; divieto di distribuire agli azionisti dividendi ordinari e straordinari; stop a eventuali acquisti diretti o indiretti di partecipazioni in altre banche o assicurazioni (CdS). Latte Di multe sulle quote latte, che avrebbero dovuto essere pagate dai produttori e invece le ha pagate lo Stato, l’Italia ha versato finora 4 miliardi 494 milioni 433.627 euro e 53 centesimi. Ovvero 75 euro e 62 centesimi per ogni italiano, neonati compresi (Rizzo, CdS). Ue Calcoli della Corte dei Conti: l’Italia nel 2011 ha versato all’Unione europea 16 miliardi di euro, «il massimo storico del settennio 2005-2011», ottenendo in cambio fondi di soli 9,5 miliardi. In termini percentuali, gli esborsi sono saliti del 4,9% nel 2011 sull’anno prima, ma i benefici di appena l’1,2%. In cinque anni (2007-2011) l’Italia ha recuperato solo 50 miliardi dei quasi 76 dati all’Europa, cioè due terzi, al pari della Francia (94 miliardi di uscite e 68 di entrate). Mentre la Germania ha rivisto poco più della metà di quanto versato (59 miliardi a fronte di 111). Nel 2011 Roma era terza nella classifica dei “contributori” con 16 miliardi, dopo Berlino (23) e Parigi (20). Ma solo quinta in quella dei “ricevitori” con 9,6 miliardi, dopo Polonia (14,4), Spagna (13,6) e le solite Francia (13,1) e Germania (12,1) (Conte, Rep). Lingua/1 In Inghilterra la lingua più diffusa dopo l’inglese è il polacco (la parlano in 546 mila). Dopo vengono: il punjabi (delle regioni indiane e pakistane), l’urdu (altro idioma asiatico), il bengalese, il gujarati (indiano), l’arabo (159 mila cittadini che lo confermano come prima lingua). Il francese guida il drappello europeo occidentale e precede il cinese (141 mila). Poi in ordine sparso il portoghese, lo spagnolo e l’italiano di 92 mila residenti (lo 0,2%) (Cavalera, CdS). Lingua/2 Tra i migranti che arrivano in Italia, circa un milione parla romeno. Seguono l’arabo, condiviso da 693 mila immigrati nordafricani ed eritrei, e l’albanese (483 mila). Lo spagnolo è compreso da 291 mila immigrati (soprattutto peruviani, ecuadoriani, dominicani, colombiani, cubani e argentini). Anche l’inglese e il francese hanno una buona diffusione tra i migranti: il primo è usato da 297 mila persone tra indiani, pakistani, nigeriani e ghanesi; il secondo da 136 mila tra senegalesi, ivoriani e cittadini di Burkina Faso, Camerun e Mauritius. In classifica anche cinese (per 210 mila persone), l’ucraino (201 mila), il filippino o tagalog (134 mila) e infine il polacco (109 mila) (Polchi, Rep). Rimesse Nuove statistiche della Banca Mondiale rivelano che nel 2012 il totale delle “rimesse immigrati”, il denaro che i lavoratori stranieri rimandano in patria dall’estero, è stato di 530 miliardi di dollari, circa 400 miliardi di euro. È triplicato nell’ultimo decennio e oggi è tre volte più grande del totale degli aiuti economici dati dal mondo sviluppato ai paesi in via di sviluppo. Se le rimesse degli immigrati fossero il prodotto interno lordo di una singola nazione, sarebbe la 22esima maggiore economia mondiale, più grande di quella dell’Iran o dell’Argentina. India e Cina, con più di 60 miliardi di dollari di rimesse annuali a testa, sono in testa a questa classifica; seguono Messico, Filippine e Nigeria. L’Egitto, al settimo posto, ha raddoppiato in cinque anni il livello delle rimesse, da 9 a 18 miliardi di dollari. L’impatto dei soldi mandati a casa dagli immigrati è ancora più forte in paesi più piccol: in Tagikistan le rimesse rappresentano il 47% del Pil; nello stato africano della Liberia il 31%; in Khirghizistan il 29% (Franceschini, Rep). Percentuali Le percentuali che banche e agenzie fanno pagare agli immigrati per spedire i loro risparmi arrivano al 10 e talvolta anche al 20% (ibidem).