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 2013  gennaio 31 Giovedì calendario

IL VOTO DI ALESSIA E’ APPENA COMINCIATO: «A 2 METRI MI SENTO INVULNERABILE»

Ci siamo accorti di lei quando era già lassù, all’1.98 di Hustopece (sabato scorso) e ai 2 metri di Trinec (martedì), nell’aria rarefatta che solo certi salti inediti si permettono di respirare: rincorsa (7 appoggi che diventeranno 9: «Con calma...» precisa Gianfranco Chessa, lo scopritore della pepita), stacco (affinato da allenamenti da triplista), fase di volo. Alessia Trost, 20 anni da compiere l’8 marzo, Pesci, è la primizia più bella dell’inverno del nostro scontento, l’atletica in cerca di talenti come aria da respirare ha trovato a Pordenone la ragazza che in tre salti, quest’anno, è entrata nei libri dei record.
Terza misura azzurra dietro i totem Di Martino (2.04) e Simeoni (2.01). Solo la primatista del mondo Kostadinova, e pochissime altre, alla sua età saltavano più di lei. Alessia, stiamo esagerando?
«Oddio, forse un po’ sì... Andiamoci con i piedi di piombo».
Lei che sintesi farebbe?
«Mi sono allenata bene. Cercavo risultati. Sono arrivati».
Tutto qui? E i paragoni?
«Da un lato mi onorano, dall’altro mi spaventano. Sento nomi importanti, che hanno fatto la storia dell’atletica. Io ho 19 anni e ho saltato 2 metri una volta nella mia vita...».
Partiamo dall’inizio. Com’è composta la sua famiglia?
«Mamma operaia in una fabbrica di lampade. Papà ex elettricista in pensione: ha 60 anni, è un patito di sport, allena una squadretta di atletica. Ho iniziato andando al campo insieme a lui. A 16 anni ero già alta 1.88. Gianfranco Chessa mi ha notata e introdotta all’alto».
È stato amore a prima vista?
«Avevo il fisico adatto e i risultati sono arrivati subito».
La Di Martino, primatista italiana, dice di essere affascinata dalla sensazione del volo. Anche lei?
«Non penso di aver colto, per ora, ciò di cui parla Antonietta: ho assaporato il volo, in minima dose, saltando 2 metri in Repubblica Ceca. A me piace molto stare in pedana, vivere i meccanismi tecnici ed emotivi di una gara, fare tutto in poco tempo».
Come si descriverebbe: fredda o calda?
«Sono fredda fuori, all’apparenza. Quando salto mi sento invulnerabile perché so che sto facendo ciò che mi piace. E dentro c’è un cuore che batte; un cuore caldo, ecco».
Si riconosce nella generazione dei 20enni che ambiscono ai reality, che popolano Facebook e Twitter, che considerano un idolo Fabrizio Corona? Lei sembra molto diversa.
«Ho amici nell’ambiente sportivo, con cui condivido i ritmi della giornata. Nessuno sogna di avere successo senza fare fatica, nessuno passa le ore sui social network e Corona ci appare lontanissimo. Però sì, mi sento parte della mia generazione. Le ho risposto?».
Eccome. E bene. Con la scuola, come va?
«Sono iscritta a lingue all’Università di Udine. Mi piace tanto il tedesco e l’inglese mi esce dalla bocca senza pensare. Dovrei anche dare degli esami prima o poi, ma in questo momento sono un po’ sconvolta...».
Che idoli aveva da bambina?
«Avevo passioni passeggere, che duravano un mese e poi evaporavano. Tipo Manuela Di Centa, friulana come me, che conobbi a Pordenone e mi affascinò molto».
E oggi quali sono i suoi punti di riferimento?
«In Repubblica Ceca ho conosciuto Dick Fosbury e ne sono rimasta incantata. Con lui, che si è inventato uno stile, sono restata un’ora a parlare di tecnica però non ho osato chiedergli se mi aveva vista saltare...».
Hobby e passatempi?
«Adoro andare al cinema. Sono onnivora: drammi, commedie, mi piace tutto. Ascolto hip hop e R’n’B. Come letture, dopo il filone fantasy mi sono buttata sulla biografia di Andre Agassi, che è diventata la mia bibbia perché dice moltissimo anche di me».
Come fidanzato meglio un tipo alla Mauro Corona o alla Daniele Molmenti, di Pordenone come lei?
«Meglio Alberto, studente a Milano. Stiamo insieme da tre anni».
Voterà alle sue prime politiche?
«Senz’altro. Per chiarirmi le idee sto seguendo il dibattito politico, che mi pare stia degenerando...».
Meglio stazionare in altitudine, ai 2 metri. Al prossimo salto, avanti così, farà il record del mondo?
(ride) «D’ora in poi mi aspetto tutta salita. Ma sono pronta».
Gaia Piccardi