Massimo Galli, ItaliaOggi 30/1/2013, 30 gennaio 2013
NIXON VIENE RIVALUTATO NEGLI USA
Richard Nixon, il trentasettesimo presidente degli Stati Uniti costretto alle dimissioni per lo scandalo Watergate, da sempre poco amato e perfino odiato dagli americani, comincia a essere rivalutato. E questo avviene nell’anno che ricorda il centenario della sua nascita (1913). Nixon, morto nel 1994 e che fu eletto alla Casa Bianca nel 1969, diede le dimissioni il 9 agosto 1974 poco prima che il parlamento votasse l’impeachment, con la conseguente destituzione.
Fu l’unico caso nella storia americana.
L’ombra del Watergate gli fu fatale dopo che due reporter del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, fecero esplodere lo scandalo delle intercettazioni illegali effettuate al quartier generale del Partito democratico e organizzate da uomini vicini ai repubblicani e a Nixon. Così come è rimasto nella memoria collettiva il soprannome Tricky Dick (infido Riccardino) affibbiatogli dal deputato Helen Gahagan Douglas.
In occasione di una cena voluta dalla Fondazione Nixon per celebrare l’anniversario della nascita, l’ex segretario di stato Henry Kissinger ha evidenziato che la politica estera di Nixon fu caratterizzata da uno sforzo volto a interrompere l’esitazione tra due tendenze contrarie, quella dell’intervento a qualunque costo e quella del ripiego. Nixon voleva definire modalità di comportamento basate sull’interesse nazionale e sui valori del popolo. Secondo Kissinger, l’ex presidente aveva coraggio e una visione, sapendo che la pace deve sempre far leva su due elementi: un equilibrio dei poteri e il senso della giustizia.
È toccato al conservatore Pat Buchanan, ex consigliere di Nixon, tesserne le lodi: l’impegno per la pace, scrivendo la parola fine sulla guerra del Vietnam; la storica apertura alla Cina comunista; l’avvio del dialogo con l’Unione Sovietica di Breznev, che avrebbe portato alla firma del trattato di riduzione delle armi strategiche. Sul fronte interno, Nixon introdusse leggi per contrastare la segregazione razziale nelle scuole, creò la prima agenzia per l’ambiente, avallò direttive per restituire le terre agli indiani d’America.
Alcuni osservatori concordano sul fatto che Nixon ha lasciato un’eredità complessa, fatta di luci e ombre. D’altra parte sono in molti a ritenere che oggigiorno sia in atto una parziale riabilitazione dell’ex inquilino della Casa Bianca. Un processo che in realtà era già cominciato negli anni 1980, quando Nixon cominciò a ricevere i politici alla ricerca dei suoi consigli, offrendo l’immagine di una persona saggia e pragmatica. Compresi gli ex presidenti Ronald Reagan e Bill Clinton, che lo ammiravano nonostante i suoi errori passati.
La rivista conservatrice inglese The Spectator ha invitato il Partito repubblicano a riflettere sull’eredità di Nixon.
Il giornale scrive che, a differenza dei Tea Party e dei neoconservatori, fermi sulle loro posizioni, Nixon, che era puramente pragmatico, sapeva che la politica è innanzitutto l’arte del compromesso. A chi lo accusava di non credere a niente, Nixon rispondeva che i seguaci delle ideologie brucerebbero una panetteria per difendere i loro princìpi piuttosto che ottenere un panino attraverso un ragionevole compromesso.