Franco Adriano, ItaliaOggi 30/1/2013, 30 gennaio 2013
MEGLIO BALOTELLI DEL CONFRONTO TV
Sarà pure «una mela marcia» come ha sostenuto 15 giorni fa Silvio Berlusconi. Uno di quelli che non vorresti «mai» nello spogliatoio della tua squadra a causa del suo «fattore umano». Ma i tifosi-elettori del Milan e della Nazionale lo bramano e lo vogliono in Italia.
Il talento è innegabile e, poi, queste elezioni politiche per il Cavaliere stanno diventando la partita della vita. È così che la squadra di Berlusconi, ieri, ha strappato Supermario al Manchester City per 20 milioni di euro. Balotelli quando si tratta di racimolare voti è meglio di un confronto televisivo tra tutti e sei i leader delle coalizioni e candidati a premier. Con il rischio di regole troppo stringenti in Rai o fuori controllo in Sky. Ragione per cui il Cav ha stoppato l’operazione («Nessuna ammucchiata»).
Berlusconi sotto attacco Ue
La rimonta di Berlusconi in campagna elettorale è indubitabile, ma altrettanto granitiche sono le forze avverse al Cavaliere. Il commissario europeo all’Economia, Olli Rehn, per esempio, ha sollevato un polverone accusando il leader del Pdl di aver soffocato la crescita in Italia. Non in una dichiarazione estemporanea, ma nel corso di un’audizione all’Europarlamento. In particolare ha sostenuto che, tra agosto e novembre 2011, «il governo Berlusconi ha deciso di non rispettare più gli impegni presi in estate con l’Europa e in questo modo ha soffocato la crescita economica italiana». Ciò ha portato «alla fine del governo Berlusconi e alla formazione del governo di Mario Monti che poi è riuscito a stabilizzare la situazione in Italia». «Inaccettabile», per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, «che Rehn, vicepresidente di un’istituzione indipendente quale la Commissione europea, intervenga nella campagna elettorale di uno Stato membro, peraltro con affermazioni false, tecnicamente sbagliate e facilmente smentibili. Una così chiara interferenza mette a repentaglio l’immagine della Commissione europea e incentiva il populismo e i sentimenti antieuropeisti in un momento delicato nei rapporti tra Ue e opinioni pubbliche nazionali». nella controreplica del portavoce di Rehn nessun passo indietro: «Sono stati ricordati al parlamento europeo gli eventi che si sono succeduti in Italia nell’autunno 2011, con il governo Berlusconi. Rehn ne ha parlato nel contesto della sua responsabilità comunitaria per la sorveglianza delle politiche economiche e di bilancio».
Monti oggi vola a Bruxelles
Oggi Monti volerà a Bruxelles per cercare di dimostrare quanto è stimato ed ascoltato in tutte le sedi comunitarie a differenza del suo predecessore. All’ordine del giorno la preparazione del vertice europeo dedicato al bilancio in cui vorrà distinguersi nella difesa degli interessi italiani. Se non andrà bene gli avversari di Monti avranno buon gioco. Il Professore avrebbe in preparazione ancora due bilaterali con Angela Merkel e con Francois Hollande.
Grilli getta acqua sul fuoco del caso Mps
«Nessun salvataggio, solo un prestito». «Bankitalia ha fermato le anomalie». «Il sistema è solido». Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, audito in parlamento sul caso Mps ha utilizzato la tecnica del troncare e sopire.
Le condizioni della banca non richiederebbero il commissariamento e non si tratterebbe di una nazionalizzazione: «Spero che paghino e che paghino presto», ha detto Grilli. Tuttavia, sia sotto il profilo giudiziario che politico l’evoluzione dello scandalo bancario sembra soltanto agli inizi. Il procuratore di Siena, Tito Salerno non ha rivelato i particolari dell’inchiesta, ma ha parlato di una situazione «complessa» e di «materia incandescente». Alessandro Profumo ha parlato di una nazionalizzazione potenzialmente possibile.
Grillo punta Bersani
Beppe Grillo ha annunciato che, nel caso in cui il suo movimento vincesse le elezioni, la prima cosa che farebbe sarebbe l’istituzione di una commissione d’inchiesta per fare luce sull’accaduto. In attesa di entrare a palazzo Chigi, tuttavia, Grillo chiede da subito le dimissioni di Bersani. Pronta la risposta del lsegretario del Pd che attacca chiamando Grillo un «autocrata da strapazzo» da cui non intende prendere lezioni, anche se poi apre alla possibilità di istituire una commissione d’inchiesta «a patto che indaghi anche sui derivati». C’è il sì anche del Pdl. Gli unici a dire no alla commissione di inchiesta parlamentare sono i montiani con Pier Ferdinando Casini: «Sono sempre stato contrario al proliferare di commissioni di inchiesta che finiscono con l’essere la riproposizione degli schieramenti politici. Le commissioni di inchiesta rischiamo di essere un depistaggio rispetto alle indagini della magistratura».
Napolitano, stop al revisionismo
Dopo le polemiche nate dalle dichiarazioni di Berlusconi sul fascismo, Giorgio Napolitano, in occasione del discorso al Quirinale per la Giornata della Memoria ha espresso un giudizio netto sul Ventennio: in Italia «ormai c’è consapevolezza dell’aberrazione introdotta dal fascismo con l’antisemitismo» e «dell’infamia delle leggi razziali del 1938».
Maroni si gioca tutto
«Che io diventi presidente della Lombardia o che perda, mi dimetterò dalla segreteria della Lega». È la promessa elettorale di Roberto Maroni.