Marco A. Capisani, ItaliaOggi 26/1/2013, 26 gennaio 2013
QUOTIDIANI, 130 ANNI DI LIBERT
Cento lettere al giorno da parte dei lettori con spunti d’inchieste e interviste, la copertura di tutte le valli del piacentino, notizie disponibili su carta, web e tv a tutte le ore e ancora eventi e persino un detto: «Chi muore è su Libertà». Per indicare, al di là della scaramanzia, che persino i decessi diventano fatto pubblico certificato se lo scrive il quotidiano di Piacenza e, soprattutto, per sottolineare il forte legame che il giornale mantiene con la città e la sua provincia.
Del resto, «quest’anno festeggiamo 130 anni di pubblicazioni», spiega a ItaliaOggi l’editore Donatella Ronconi che con la figlia Enrica Prati guida la casa editrice fondata dalla famiglia nel 1883. «Sono 130 anni passati a fare cultura dell’informazione e a promuovere il territorio». Ecco perché, secondo Ronconi, i lettori comprano Libertà in edicola, con una diffusione media di 25,6 mila copie, oltre 70 mila utenti unici visitano ogni mese il sito Libertà.it e circa sei milioni di famiglie emiliane e lombarde sono raggiunte da TeleLibertà sul digitale terrestre (ai canali 98, 289, 639 e 598 in hd).
«Siamo un giornale cittadino e soprattutto di provincia, da cui proviene oltre la metà dei nostri lettori. Siamo presenti in ogni valle del Piacentino, dalla Val Tidone alla Val Trebbia», sottolinea Ronconi, «e lanciamo notizie su diverse piattaforme tecnologiche perché più notizie dai, più i lettori ne vogliono».
La famiglia Prati ha iniziato a investire in tecnologia, lungo i suoi 130 anni da editori, comprando i modelli più aggiornati di rotative (tanto che oggi il suo centro stampa è pronto per stampare anche quotidiani terzi). Mentre, più recentemente, i Prati hanno lanciato la loro tv già nel 1974 e la testata online nel 1994. Senza dimenticare, nel 2005, la scelta del tabloid e del full color per il quotidiano.
Gli editori di Libertà hanno contribuito anche a creare eventi sul territorio (come il Bobbio Film Festival di Marco Bellocchio), hanno inaugurato una Fondazione e un museo della stampa. «Lanciamo nuovi eventi per coltivare notizie che siano nostre», precisa Ronconi. «I giornali locali devono andare sempre avanti. Dei quotidiani locali aveva una grande visione Carlo Caracciolo, fondatore di Repubblica e uomo illuminato che fin dall’inizio ha cercato di comprare la nostra testata», diretta dal settembre 2000 da Gaetano Rizzuto. Oggi il gruppo presieduto da Carlo De Benedetti è al 35% del capitale del giornale e la sua concessionaria Manzoni raccoglie la pubblicità nazionale per Libertà.
L’elisir di lunga vita è «dare notizie dalla mattina alla sera», conclude Ronconi. E questo è possibile, interviene la figlia Enrica (quarta generazione di Prati in casa editrice, cresciuta in tipografia a disegnare giornali coi ritagli di carta), «grazie al nuovo sito di news, rivisitato lo scorso ottobre, che abbiamo integrato con i nostri tre canali tv. In questo modo c’è un flusso costante di notizie dal digitale a internet, e viceversa. Presto integreremo il tutto con la carta», prosegue la responsabile delle divisioni web, tv e concessionaria, «perché solo la carta può certificare con responsabilità una notizia».
Libertà pubblica notizie locali ma anche nazionali, «per offrire un panorama allargato al lettore, dà quelle brutte ma anche quelle belle», prosegue Prati. «Talvolta veniamo ripresi a livello nazionale». Un esempio? «Gli avvistamenti ripetuti di ufo nel Piacentino», prosegue la manager, «di cui ha parlato pure Italia Uno. Oppure le inchieste nel sociale, specchio del Paese». Anche se va detto che la provincia di Piacenza «è un territorio atipico», aggiunge il direttore Rizzuto. «È lontano dalle grandi città, si trova al confine di quattro regioni. Queste caratteristiche rafforzano l’identità di Piacenza e provincia». A conferma, a giudizio del direttore che lunedì lancerà un supplemento di 64 pagine in occasione dell’anniversario, Libertà ha un tasso di penetrazione tra il 75 e l’80% ogni cento copie di quotidiani vendute. «Siamo un giornale letto da tutta la famiglia», conclude Rizzuto. «Coltiviamo i rapporti coi giovani, ideando per esempio con loro i giornalini scolastici che poi pubblichiamo o chiedendo loro di essere le nostre sentinelle sul territorio. E i meno giovani non solo ci leggono, ma in caso di decesso organizzano persino collette pur di far pubblicare il necrologio del proprio compaesano». I necrologi arrivano a coprire fino alle 9 pagine del giornale. Sempre scaramanzia a parte.