ItaliaOggi 26/1/2013, 26 gennaio 2013
L’AVO DEL CANE DIGERIVA IL PANE
Gli antenati del migliore amico dell’uomo avevano preso gusto a nutrirsi di pane, carote e piselli che rimediavano tra i rifiuti dei primi agricoltori del Neolitico.
Uno studio pubblicato su Nature e condotto da ricercatori svedesi, norvegesi e americani rivela che i lupi in via di addomesticamento, oltre agli avanzi di carne, mettevano sotto i denti anche vecchie croste e resti di verdure. Un regime carnivoro con qualche tocco di vegetarianismo che ha sicuramente permesso a questi animali di meglio sopportare episodi di carestia. E, di conseguenza, di trarne vantaggio sul piano evolutivo.
«La selezione naturale di caratteri genetici che permettevano un uso efficace di queste nuove risorse alimentari ha potuto portare all’emergere di una nuova varietà di lupi all’origine dei nostri cani moderni», scrivono i ricercatori.
Il regime alimentare (i lupi sono rimasti carnivori) non è l’unico tratto che differenzia il cane dal lupo, dal quale discende in linea diretta. Il processo di addomesticamento ha comportato importanti modificazioni di comportamento (minore aggressività) e morfologiche (cranio, cervello e soprattutto denti più piccoli). Ma l’interesse di questo studio è di aver identificato differenti gruppi di geni specificamente legati all’addomesticamento. Comparando, per la prima volta, l’intero genoma del cane moderno con quello del lupo, l’équipe di ricercatori ha messo in evidenza 36 regioni genetiche contenenti non meno di 122 geni implicati nello sviluppo del cervello e nel metabolismo dell’amido e tutti in rapporto con l’addomesticamento del cane.