ItaliaOggi 26/1/2013, 26 gennaio 2013
LE PIANTE CHE DIVORANO I METALLI TOSSICI
Nelle serre, i loro germogli allungano le radici in un’argilla sterile, impregnata di metalli tossici. Una volta cresciute, esse verranno trapiantate sul suolo di un ex bacino minerario francese, attivo fino al 1992, nel quale i tassi di zinco, piombo e cadmio sono da 500 a 850 volte superiori alle norme europee.
Nessuna vegetazione resiste a un tale concentrato di veleni, eccetto tre specie locali che hanno adottato una straordinaria capacità di sopravvivenza: esse aspirano attraverso le radici i metalli tossici che poi immagazzinano, per neutralizzarli, in cavità delle loro foglie.
I ricercatori del Centro di ecologia funzionale ed evolutiva del Cnrs di Montpellier stanno sperimentando un metodo «verde» di decontaminazione del suolo attraverso fitoestrazione.
E molte aspettative i ricercatori pongono in tre varietà di piante: Noccaea caerulescens, Anthyllis vulneraria e Iberis intermedia, in grado di intrappolare nelle loro foglie quantità fenomenali di elementi metallici, fino all’8% della loro massa secca. Una volta contaminate, però, queste piante si trasformano esse stesse in rifiuti tossici. I ricercatori francesi hanno scoperto tuttavia che i metalli immagazzinati dalle foglie, una volta estratti per essiccazione e convertiti in polvere, possono servire da catalizzatori per molteplici applicazioni industriali. Questi catalizzatori verdi, assicurano gli studiosi, garantiscono reazioni più efficaci, rapide e complesse dei loro equivalenti classici. Un’alternativa tanto più interessante in quanto molti degli attuali catalizzatori, assai inquinanti, sono finiti sotto la lente della regolamentazione europea Reach sui prodotti chimici. E in quanto le risorse mondiali di metalli come lo zinco, il cobalto, il nichel e il manganese si assottigliano sempre di più.
Alcuni test sono attualmente in corso presso aziende. Se essi avranno risultati positivi potrebbero dar vita a una nuova filiera che associ decontaminazione ecologica del suolo e chimica verde, riciclando prodotti tossici in materie prime.