Carlos Garcia, ItaliaOggi 26/1/2013, 26 gennaio 2013
SPAGNA, L’IMU TOCCA LA CHIESA
Allariz, 6 mila anime, in provincia di Orense, nella Galizia degli emigranti e dei pescatori, nella parte più nord-occidentale della Spagna. Un paesino di cui gli spagnoli, che non si sono mai avventurati da quelle parti, non conoscevano l’esistenza. Ora è sulla bocca di tutti perché sarà il primo municipio in cui la Chiesa cattolica dovrà pagare l’Imu.
In Spagna si chiama Ibi (Imposta per i beni immobili). Un tribunale amministrativo ha appena respinto il ricorso presentato dalla diocesi contro la richiesta che il comune galiziano ha inoltrato alla curia per il pagamento della tassa su quattro proprietà. La cifra complessiva che la chiesa deve corrispondere all’amministrazione locale è piuttosto modesta: 329 euro. Ma, forse perché siamo in tempi di crisi, forse per una questione di principio, la diocesi ha deciso di non aprire il portafoglio.
Il contenzioso iniziò un paio di anni fa, quando la giunta comunale di Allariz, guidata da un partito nazionalista, reclamò alla curia il pagamento dell’Ibi dei tre anni precedenti. Per sindaco e assessori, i quattro immobili incriminati non rientravano nelle esenzioni previste dal concordato tra la Spagna e la Santa Sede firmato nel 1979 e nemmeno in altre intese siglate tra le due parti. La chiesa, però, presentò un ricorso amministrativo, argomentando che in qualità di ente non a scopo di lucro non era soggetta al pagamento dell’imposta. L’amministrazione locale stracciò quel ricorso e la diocesi si rivolse al tribunale, che ora ha dato ragione al comune. Secondo il giudice, infatti, quegli immobili sono di natura urbana e nulla hanno a che fare con le tipologie previste dalle esenzioni. Ma il magistrato si spinge oltre: «La chiesa», si legge nella sentenza, «non ha provato di essere un ente senza scopo di lucro e non è riconosciuta nel regime fiscale delle entità di questo tipo».
Il caso potrebbe avere una coda senza precedenti. In primo luogo, il sindaco, Francisco Garcia, ha promesso di passare al setaccio le 95 proprietà che la chiesa ha intestate nel territorio comunale. In secondo luogo, altri municipi, come quello di Amoeiro (sempre in Galizia), minacciano di fare lo stesso e di chiedere l’embargo di beni della diocesi in caso di mancato pagamento.