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 2012  ottobre 29 Lunedì calendario

Anno IX – Quattrocentoquarantottesima settimana Dal 22 al 29 ottobre 2012La sequenza è questa:Martedì 23 ottobre Berlusconi, in compagnia di Alfano e Letta, cena con Monti a Palazzo Chigi e, dopo aver sentito che riforme del Paese ha in mente, gli chiede di diventare il capo dei moderati

Anno IX – Quattrocentoquarantottesima settimana Dal 22 al 29 ottobre 2012

La sequenza è questa:

Martedì 23 ottobre Berlusconi, in compagnia di Alfano e Letta, cena con Monti a Palazzo Chigi e, dopo aver sentito che riforme del Paese ha in mente, gli chiede di diventare il capo dei moderati.

Mercoledì 24 ottobre Berlusconi annuncia il suo ritiro. «Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a premier». L’ha già detto almeno tre volte, ma stavolta si tratta di un comunicato ufficiale, diffuso senza preavviso e non richiesto da nessuno. Dunque, bisogna crederci. «Ho ancora buoni muscoli e un pò di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività». Nel resto del comunicato dice che, con il suo passo indietro, vuole facilitare l’unione dei moderati e impedire, come nel 1994, la vittoria delle sinistre. Annuncia che la sua successione sarà decisa dalle primarie, da svolgersi – suggerisce – il 16 dicembre. La Santanché fa subito sapere che lei correrà.

Giovedì 25 ottobre Berlusconi appare su Sky e poi in altri programmi tv. Si tratta di un video in cui lo si sente ripetere, quasi parola per parola, i concetti espressi il giorno prima. Si agita un po’ troppo, ma il nesso con il celebre video con cui nel 1993 annunciò la sua discesa in campo è chiaro: si apre con un video, si chiude con un video. Il suo ritiro a questo punto è super-confermato. Prodi invita però i giornali a non fare titoli «perché non si sa mai». Bossi: «Non ci credo, ha troppi processi».

Venerdì 26 ottobre Il tribunale di Milano condanna Berlusconi a quattro anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici. È la sentenza del processo Mediaset, secondo la quale Berlusconi negli anni Novanta ha gonfiato i prezzi dei diritti tv dei film americani facendoli comprare da una catena di mediatori e solo alla fine di questa catena, quando il prezzo era stato ben gonfiato, saldandoli da Mediaset. In questo modo, ha messo in bilancio un costo più alto, pagando di conseguenza meno tasse in Italia, e s’è costituito una provvista in nero all’estero. Assolto Confalonieri, dettaglio che fa risultare pressoché assoluta la responsabilità del Cav. Eccezionalmente, le motivazioni della sentenza (90 pagine) sono già pronte, e il presidente del collegio giudicante, Edoardo D’Avossa, ne legge alcuni stralci: Berlusconi è il «dominus indiscusso» della frode, «l’ideatore di una scientifica e sistematica evasione fiscale di portata eccezionale», ha una «particolare capacità a delinquere», ecc.

Sabato 27 ottobre Berlusconi convoca i giornalisti a Villa Gernetto, nella Valle del Lambro (350 ettari di bosco, ecc.), e annuncia che non può più ritirarsi, deve invece restare in campo per abbattere questa repubblica giudiziaria, questa magistratocrazia. L’entusiasmo dell’altra sera per Monti è un ricordo: «Tra qualche giorno convocheremo il vertice del partito per discutere se continuare ad appoggiarlo». Il governo, a suo dire, s’è fatto succube della Merkel, caricandoci di tasse e precipitando il Paese in una recessione gravissima. L’Imu, dopo la vittoria elettorale alle prossime elezioni, sarà abolita. Non vi saranno tasse sulle case, unica sicurezza delle famiglie italiane. La sentenza di Milano è l’ennesimo frutto di un sopruso «che non ha eguali nel mondo». Nel periodo considerato, la somma che secondo la sentenza di Milano avrei evaso, non rappresenta neanche l’1% di quello che ho versato. Molti commentatori interpretano il furore del discorso come la conseguenza di un patto tradito: al momento del passo indietro, un anno fa, Napolitano avrebbe garantito a Berlusconi una sorta di immunità giudiziaria. Il ritorno di Berlusconi – il quale dice di non volersi comunque candidare premier e di voler far svolgere le primarie – spacca il Pdl, una buona metà del quale è filo montiano. La scissione appare molto probabile, con la nascita, alla destra dello schieramento, di un partito lepeniano guidato dal medesimo Cav con al fianco la Santanché e dall’altra parte Letta, Giuliano Ferrara, Cicchitto, Alfano, la Gelmini, Frattini, Pisanu in marcia probabilmente verso la costituzione, con Casini e gli altri, di un nuovo organismo centrista.

Sicilia I dati sulle elezioni siciliane affluiscono con singolare lentezza. S’è votato in un solo giorno, domenica 28 ottobre. Astensione altissima: l’affluenza è precipitata dal 66,7% del 2008 (si votava anche il lunedì) al 47,4% di questo turno. Poco prima delle 13 di lunedì 29 ottobre, momento in cui siamo costretti a chiudere, risultano scrutinate 385 sezioni su 5.308. In questo momento è in testa il candidato Rosario Crocetta del Pd, con sette punti di vantaggio su Musumesi del Pdl e una decina su Micciché (Grande Sud, berlusconiano in rotta con il Pdl). Il Movimento 5 Stelle ha in questo momento il 15%, che sarebbe un grande risultato, ma forse inferiore a quanto sperava Grillo. Però potrebbero venire sorprese dal voto disgiunto, cioè dalla possibilità, concessa dalla legge elettorale, di votare per un governatore diverso da quello espresso dal partito prescelto. Voci tutte da verificare dicono che il candidato governatore potrebbe risultare, per questa via, proprio il grillino Giancarlo Cancelleri.

Terremoto I giudici dell’Aquila hanno condannato i tecnici della Commissione Grandi Rischi a sei anni di carcere per aver diffuso «informazioni inesatte, incomplete e contradditorie» sul possibile terremoto alla vigilia di quel tragico 6 aprile. Mancano le motivazioni della sentenza, ma la gran parte dei commentatori ha inteso che ai sette tecnici (Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva, Gianmichele Calvi) sia stato imputato di non aver previsto il sisma. Dimissioni immediate, dopo la sentenza, del presidente della Commissione Luciano Maiani, del presidente emerito Giuseppe Zamberletti, di Roberto Vinci, direttore dell’Istituto per le tecnologie della costruzione del Cnr, di Mario Dolce, direttore dell’Ufficio III – Rischio sismico e vulcanico. Costoro dicono che, in presenza di una sentenza simile, nessuno vorrà più prestare alcuna consulenza ad enti pubblici italiani. Enormi reazioni internazionali, con accuse da tutto il mondo ai nostri magistrati. Sull’altro lato dello schieramento si spiega però – sempre senza aver ancora letto le motivazioni - che ai condannati non è stata contestata la non-previsione del terremoto, ma le affermazioni troppo sicure che un sisma non ci sarebbe stato. Esiste una intercettazione in cui si sente l’allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, affermare che i commissari della Grandi rischi servivano a scopi politici, tener buona la popolazione, ecc.

Choosy Polemiche perché la Fornero, parlando a Nichelino, vicino a Torino, ha invitato i giovani a non essere choosy cioè schizzinosi, ad accettare quindi il primo lavoro che capita e solo a quel punto cominciare a guardarsi intorno.