Stefano Carrer, Il Sole 24 Ore 30/01/2013, 30 gennaio 2013
L’OLANDESE PHILIPS DÀ L’ADDIO ALL’ELETTRONICA DI CONSUMO
Intere generazioni hanno scoperto le meraviglie della musica attraverso i suoi impianti stereo e sono diventate esperte di cinema con i suoi videoregistratori. Acqua passata, di fronte a cambiamenti epocali: in questo inizio del 2013 il gruppo olandese Royal Philips Electronics annuncia il suo addio all’elettronica di consumo di cui era l’icona europea e abbandona un settore in cui un tempo era leader cedendo le armi all’irresistibile concorrenza asiatica.
La sua divisione Consumer Lifestyle continuerà a fare macchine per il caffé e rasoi o spazzolini elettrici, ma il declinante business Philips Audio, Video, Multimedia and Accessories (2mila addetti) sarà rilevato dalla giapponese Funai Electric per 150 milioni di euro più royalties sul brand. Considerando che il settore tv è già stato conferito a una joint venture dominata dalla Tpv di Hong Kong, il disinvestimento si fa completo: il gruppo si focalizzerà – a parte le piccole "domestic appliances" – sul medicale e sull’illuminazione.
La notizia è arrivata ieri in contemporanea a un bilancio trimestrale che accusa una perdita netta di 355 milioni di euro provocata dall’onere straordinario di 509 milioni per la multa inflitta dall’Antitrust europeo per pratiche di cartello nel settore televisivo.
Sul piano operativo, l’Ebita per 875 milioni è però in rialzo di quasi il 50% rispetto a un anno fa (oltre le attese), con il miglior trimestre da due anni caratterizzato anche da un aumento del 3% dei ricavi a 7,161 miliardi di euro.
Il titolo ha reagito con un aumento del 2,2% alla Borsa di Amsterdam raggiungendo i massimi dall’aprile 2011, quando divenne chief executive Frans van Houten con il compito di rilanciare la società. Philips ha anche dichiarato di essere sulla buona strada per raggiungere a fine anno gli obiettivi di una crescita delle vendite tra il 4 e il 6% e del margine Ebita tra il 10 e il 12%, con un ritorno sul capitale inevstito del 12-14per cento.
Houten – al pari degli investitori - non ha mostrato rimpianti nel cedere il settore audiovisivo, che ha definito in contrazione e «diluitivo dei margini». Il relativo accordo di dismissione sarà finalizzato nella seconda metà di quest’anno; la licenza durerà inizialmente per 5 anni e mezzo, rinnovabili, e formalmente il ramo Video sarà trasferito nel 2017. Per la Funai di Osaka si tratta dell’opportunità di diventare un operatore su scala mondiale investendo mezzi propri.
«Questo è davvero un momento stimolante per noi – ha dichiarato Tomonori Hayashi, ceo della società giapponese da anni partner di Philips per il marketing in Nordamerica – Questa transazione ci consentirà di avanzare e crescere come società globale e in particolare di espandere il nostro business in mercati come Brasile, Russia, India e Cina». «Trarremo benefìci dal leggendario know-how e innovazione Philips», ha aggiunto, promettendo di sviluppare il brand nel quadro di un gruppo che raggiungerà un giro d’affari complessivo di 4,5 miliardi di dollari. Si tratta anche di un segnale di risveglio che viene dall’industria elettronica giapponese, che negli ultimi anni – come Philips – è stata penalizzata dalla crescita dei concorrenti sudcoreani, taiwanesi e cinesi.