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 2013  gennaio 30 Mercoledì calendario

FINANZIARIA RECORD PER IL GIAPPONE

[Aumentano le spese per la Difesa e per gli investimenti nelle infrastrutture] –
Il Paese più indebitato dell’Ocse rifiuta l’austerità e dà priorità a un rapido rilancio dell’economia rinviando il contenimento della crescita del debito publico. Il bilancio di previsione per l’anno fiscale che inizia il primo aprile – approvato ieri dal nuovo Governo giapponese, in attesa della ratifica parlamentare – è su livelli record, anche se attraverso varie modalità tecniche è stata creata un’apparenza di moderazione: nel complesso, tenendo conto che è già stato approvato un budget supplementare di stimolo all’economia, non c’è dubbio che continua ad aumentare il peso di un debito che lo stesso esecutivo riconosce in crescita a oltre il doppio del Prodotto interno lordo.
Che la preoccupazione del premier Shinzo Abe non sia il debito ma l’uscita dalla recessione è evidenziato anche dall’approvazione, separata ma contemporanea, di alcune misure di riforma fiscale che elargiscono sgravi temporanei alle imprese da 270 miliardi di yen l’anno (3 miliardi di dollari). Meno tasse per chi investe, dunque, oltre a maggiori spese su capitoli ritenuti essenziali. Così le spese per la Difesa saranno aumentate dello 0,8% a 52 miliardi di dollari: escludendo alcuni oneri legati al concorso di spesa per le basi americane, si tratta del primo incremento da 11 anni, che andrà soprattutto a rafforzare le attività di pattugliamento intorno alle isole Senkaku rivendicate dalla Cina. In proposito, ulteriori risorse arriveranno dal budget straordinario, al fine di completare entro tre anni l’allestimento di una speciale task force della guardia costiera che avrà come base l’isola meridionale di Ishigaki. Ad ogni modo, Tokyo si è detta pronta a un vertice bilaterale con Pechino per raffreddare le montanti tensioni.
Abe è inoltre il campione delle più tradizionali politiche del suo partito e quindi anche il budget ordinario prevede un aumento (il primo in 4 anni) del 15,6% per i lavori pubblici, oltre alle risorse addizionali da 4.400 miliardi di yen che andranno ad accelerare la ricostruzione del Giappone settentrionale colpito dallo tsunami del 2011. Qualche limatura di spesa riguarderà i sussidi agli enti locali (-1,2%) e l’educazione (-0,8%).
La previsione di spesa ordinaria per 96.610 miliardi di yen (mille miliardi di dollari tondi) risulta superiore al precedente record di 92.400 miliardi, ma il Governo ha potuto dichiarare che si tratta del primo taglio da sette anni, con una riduzione dello 0,3%, se si includesse anche nel budget precedente il finanziamento del buco alle riserve pensionistiche. Per la prima volta in 4 anni, poi, le entrate (stimate in 43.100 miliardi di yen) sono superiori ai proventi della vendita di nuovi bond (42.850 miliardi), ma anche in questo caso il miglioramento non è reale. Anzitutto, gli introiti fiscali sono attesi in aumento di 750 miliardi di yen – secondo una stima che ad alcuni analisti appare ottimista – proprio per l’aspettativa di un miglioramento dell’economia legata all’indebolimento dello yen e alla onerosa manovra addizionale di stimolo da 10,300 miliardi di yen: il Pil è atteso in crescita del 2,5% rispetto alla precedente proiezione dell’1,7% (e all’1% pronosticato per l’annata che sta per chiudersi). Il ricorso ai bond, poi, è stato limitato attraverso alcune misure, ad esempio con l’attingere alle riserve speciali per le emergenze o l’annullamento di fondi discrezionali. Se pure l’emissione complessiva di titoli pubblici risulterà in calo di 3.700 miliardi di yen a 170.500, l’offerta agli investitori salirà al record di 156.600 miliardi (+4.900 miliardi). Il costo del servizio del debito è altresì ammesso in aumento dell’1,4% al record di 22.200 miliardi di yen, nonostante l’aspettativa di tassi ai minimi storici: si tratta di un quarto del budget totale, il che rilancia l’allarme degli analisti più catastrofisti. Il ministro delle Finanze Taro Aso ha dichiarato che sarà solo intorno alla metà di quest’anno che il governo illustrerà le linee guida per la sostenibilità fiscale a medio-lungo termine, ribadendo che la loro applicabilità dipenderà dalle condizionicomplessive dell’economia.