Alessandro Dell’Orto, Francesco Perugini, Libero 30/01/2013, 30 gennaio 2013
IL DIAVOLO VESTE MARIO
[Un grande affare L’unico club che può rilanciarlo] –
Mario Balotelli - anzi, supermariobalotelli tutto attaccato che suona meglio ed è più fico (ops, non era una battuta volontaria, è venuta scrivendo...) - è un attaccante fenomenale, ha un fisico pazzesco ed è un talento purissimo, piedi raffinati, dribbling irresistibile e raro istinto del gol. Ma - ovvio che nessuno si prende in giro e lo nasconde - supermariobalotelli è anche un ragazzo difficile (eufemismo!), caratteraccio, poco equilibrio, timidezza che sfocia in aggressività, testardaggine e un’innata propensione a mettersi nei guai. Ecco perché finora, dover ha giocato (Inter, Manchester City e Nazionale), l’attaccante ha alternato momenti di esaltazione ad altri di imbarazzante imbarazzo. E l’impressione è che sarà così per sempre e ovunque, perché se a 22 anni non sei mai cambiato, difficilmente cambierai. O meglio, quasi ovunque. Perché c’è un club, un solo club, che teoricamente potrebbe trasformare - anzi, non esageriamo: diciamo gestire - il bomber bresciano. Il Milan. Ed ecco spiegato il motivo per cui questo è un grande affare. Per i rossoneri. Per il giocatore. Per la nazionale.
Il vivace (altro eufemismo) supermariobalotelli può darsi una regolata a Milanello per due ragioni. Primo, perché è da sempre tifoso milanista e quando hai un club nel cuore, come per magia, qualcosa succede sempre. Anche se non lo vuoi, anche se non lo capisci. Secondo, perché i rossoneri hanno una struttura societaria e un’esperienza tali che permettono (hanno sempre permesso) di gestire, meglio di altri, i calciatori più “caldi” e pensare ai vari Vieri, Ronaldo, Ronaldinho e Cassano viene naturale. Mettendo da parte l’aspetto caratteriale (e le relative incognite), Balotelli, per il Milan, rappresenta un grande affare anche - soprattutto - per questioni puramente calcistiche. È il talento più cristallino del calcio italiano, ha soli 22 anni, è uno dei pochi in grado di fare la differenza da solo: assicurarsi a titolo definitivo (in questo momento di crisi) un campione così è un investimento per il presente e per il futuro. Per il Diavolo, ma anche per il patrimonio del football italiano. Tradotto, per la Nazionale. Balotelli in rossonero giocherà a fianco di El Shaarawy, l’altro grande fenomeno azzurro. Scommettiamo che ci sarà da divertirsi?
[Un errore strategico Alla lunga diventerà un peso] –
L’unico che finora aveva messo la maglia del Milan a Mario Balotelli era stato Valerio Staffelli. C’era di mezzo un tapiro che ora pende sulla testa di Adriano Galliani.
L’ad rossonero si è dimostrato ancora una volta uno dei re del mercato italiano: ha riallacciato i rapporti con Mino Raiola dopo la burrascosa cessione di Ibra e ha portato a termine quasi in sordina una trattativa difficilissima. Un grande colpo che dà forse al Diavolo l’ultima spinta necessaria per raggiungere il terzo posto: se l’uscita di Robinho coprirà le spese immediate e Allegri otterrà la qualificazione Champions, quella 2012/13 potrebbe passare alla storia come una delle più trionfali stagioni del Milan. E porrebbe le basi di un nuovo ciclo.
Davanti al tecnico c’è ora un’altra missione terribile: dopo aver costruito un gruppo nuovo da zero, ora deve integrare un carico pesante in un sistema di equilibri delicati: con meno pressione, El Shaarawy potrebbe crescere o perdere la centralità nella manovra rossonera. Pazzini poi - a cui Galliani aveva promesso che non avrebbe avuto concorrenza - di certo non la prenderà bene, mentre Niang dovrà ritornare dietro le quinte per completare la sua crescita. Di certo SuperMario darà il suo contributo, voglioso di fuggire dalla Premier al punto da ridursi lo stipendio. Forse non subito - non gioca praticamente da due mesi e non può giocare in Europa - ma nel rush finale potrebbe essere un fattore decisivo.
Sarà allora che comincerà la vera sfida per la società: tenere negli argini dello stile rossonero un giocatore dal talento irrefrenabile quanto la personalità sua e del suo agente (che al primo exploit tornerà a battere cassa). Un 22enne che - ceduto per 22 milioni dall’Inter nel 2010 - dopo due anni torna a casa per la stessa cifra: sintomo che l’Inghilterra è stata un’occasione persa per Balotelli.
Il Milan è una società diversa da tutte le altre, questo lo sappiamo: persino Cassano è sembrato un collegiale nei suoi mesi rossoneri. Almeno finché è durato l’idillio, perché forse alcuni caratteri semplicemente non si possono domare. O forse perché serve un gruppo di senatori compatto per integrare personaggi così irrequieti, ma al momento lo zoccolo duro è ancora in fase di ricostruzione a Milanello.
«Non lo vedo con la maglia del Milan», «è una mela marcia»: queste le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi a proposito del ragazzo previa rettifica. Strategia di mercato o virata elettorale, le perplessità del patron restano vive nonostante l’ok all’affare. Dipenderà solo da Balotelli non mandare tutto al diavolo.