Paolo Mondani, da Report di Milena Gabanelli, 31 gennaio 2013
CHI HA AMAZZATO BABBO MONTE?
[L’inchiesta di report che anticipò lo scandalo] –
Report, domenica 6 maggio 2012
Paolo Mondani fuori campo. Nella sala dei nove del palazzo pubblico di Siena Ambrogio Lorenzetti, nel 1339, dipinse le allegorie del buono e del cattivo governo. La sapienza divina tiene la bilancia della giustizia da cui parte una corda che finisce alla concordia che ha in grembo una pialla, simbolo di uguaglianza e livellatrice dei contrasti. La corda passa per ventiquattro cittadini e finisce nella mano destra del comune, rappresentato da un monarca. Ai suoi lati siedono la giustizia con la spada, la corona e il capo mozzo; la temperanza con la clessidra segno di saggio impiego del tempo, la prudenza con uno specchio per interpretare il passato e prevedere il futuro; la fortezza con la mazza e lo scudo; la pace, sdraiata su un cumulo di armi, e la magnanimità, dispensatrice di corone e denari.
Stefano Bisi – Maestro Venerabile. Il sistema Siena è un groviglio armonioso di enti, associazioni e uomini che nel corso dei secoli, nel coso dei secoli, hanno dato a questa città importanti istituzioni: la banca, l’università, il palio.
Paolo Mondani. Ma non è che attraverso il groviglio armonioso poi i partiti e chi conta veramente delle diverse istituzioni decide in maniera, come dire, quasi privata del futuro?
Stefano Bisi. Ricordo ancora quando il direttore di Repubblica, allora Eugenio Scalfari, disse che al Monte dei Paschi c’era stata una lottizzazione vergognosa, erano gli anni ’80, perché i partiti si spartivano tutto. No, quello era un modo di governare e grazie a quel modo di governare il Monte è cresciuto.
Simonetta Mazzini – Dirigente cooperativa culturale. Noi si poteva essere la città più ricca ma non d’Italia, del mondo. Ha capito? Dove esiste una Banca come il Monte dei Paschi che dà gli utili a una Fondazione che li può distribuire a una città di circa, le parlo, cinquantamila abitanti. Le strade d’oro noi potevamo avere. Col nascere della Fondazione gli utili sono stati dati a pioggia, come le pare, però lei mi capisce sempre in base alla collocazione politica, alle amicizie, alle conoscenze. Questo è il clientelismo più sfrenato. La Banca, il Presidente della Banca veniva nominato dai vari… Cioè sette persone spettavano al Comune, altre quattro o cinque alla Provincia. Ha capito? In questo senso per cui sia la Banca che la Fondazione sono andate completamente in mano ai politici di questa città, che hanno fatto il buono e il cattivo tempo. E quindi è diventato un regime.
Milena Gabanelli in studio. Buonasera, raccontare Siena è un po’ come raccontare l’Italia in piccolo: 60.000 abitanti, contro 60 milioni, un patrimonio storico e culturale unico, il turismo, l’aria buona, una cucina meravigliosa, i debiti, l’abitudine di non dire mai la verità, e quei tre o quattro che decidono su tutto. Quindi, una materia prima di qualità, e a decidere se farla precipitare o farla rendere chi amministra e chi è preposto allo sviluppo: cioè le banche. A Siena c’è Montepaschi che è la banca più antica del mondo e dopo Unicredit e Intesa, è il terzo gruppo bancario italiano. Controllata, caso unico in Italia, da una fondazione. Banca e fondazione, note in Europa per la loro ricchezza, presentano adesso il peggior bilancio della loro storia. Cosa è successo?
Paolo Mondani. fuori campo Il 16 marzo scorso a Siena accade il miracolo. Sembrano metalmeccanici ma sono solo dei bancari: ottomila lavoratori del Monte dei Paschi. Dal 1472 mai tanta gente tutta insieme aveva usato parole così dure verso quello che qui chiamano il babbo monte. Fabrizio Viola è da gennaio 2012 il nuovo Amministratore Delegato. Quando ha proposto il ricorso ai contratti di solidarietà e se necessario ai licenziamenti, per i sindacati è stato un brutto risveglio, visto che hanno appoggiato tutte le scelte cruciali del vero dominus di Monte Paschi: Giuseppe Mussari, Presidente della Fondazione dal 2001 e della Banca dal 2006 al 2010. [...]
Paolo Mondani – fuori campo. A febbraio scorso, Gianluca Baldassarri capo dell’area finanza della banca se ne va. Un dirigente ci spiega il perché.
Paolo Mondani. E in banca a me tutti mi dicono che viene mandato via. Cos’era successo?
Dirigente Montepaschi. A un certo punto è il nuovo ad, Viola, che lo invita ad andarsene.
Paolo Mondani. E perché?
Dirigente Montepaschi. Perché Baldassarri ha fatto cose scomode e bisognava ovviamente liberarsene.
Paolo Mondani. E chi è che dava ordini a Baldassarri?
Dirigente Montepaschi. I direttori generali che si sono avvicendati in quegli anni e quindi De Bustis, Vigni, Tonini.
Paolo Mondani al telefono. Ho saputo da importanti dirigenti della banca che il dottor Viola appena arrivato va dal presidente Mussari a chiedergli apertamente la sua sostituzione.
Gianluca Baldassarri – ex capo area finanziaria Mps - al telefono. Io me ne sono andato sulle mie gambe, se ci fosse stato qualche cosa di censurabile: uno, se ne sarebbero accorti ben prima che arrivasse Viola e anche ammesso che Viola in 15 giorni s’accorge di qualche cosa che...
Paolo Mondani al telefono. Che non va.
Gianluca Baldassarri. Che non va, mentre tutto il resto della banca non se ne accorge in dieci anni, non mi fa uscire con la buonuscita e la lettera di Mussari: mi licenzia per giusta causa.
Paolo Mondani. Lei sa come chiudeva le operazioni finanziarie Baldassarri?
Dirigente Montepaschi. In maniera non propriamente regolare… cioè utilizzando il proprio cellulare personale. Lei sa che le norme sulla trasparenza impongono che ogni tipo di operazione di trading venga fatta coi telefoni di ufficio, perché questi sono registrati e qualunque cosa venga detta rimane, in qualche modo, agli atti. Se io uso il mio cellulare personale è chiaro che posso dire quel che voglio.
Gianluca Baldassarri - ex capo area finanziaria Mps - al telefono Non c’è nessun obbligo previsto dalle norme di registrare le telefonate. Ma questa è una questione diciamo di opportunità.
Paolo Mondani fuori campo Sta di fatto che la banca impone a Baldassarri di usare i telefoni d’ufficio. Ma secondo il nostro informatore le vere ragioni dell’allontanamento stanno in una serie di operazioni fatte da una struttura creata da Montepaschi a Londra nel 2003 che opera ancora sui mercati finanziari.
Dirigente Montepaschi. Il desk di area finanza di Londra era comandato direttamente da Baldassarri e gestiva un portafoglio di 2,5 miliardi di euro.
Paolo Mondani. E che faceva questo desk?
Dirigente Montepaschi. Gestiva i fondi di capitale della Banca e in molte di queste operazioni che sono state gestite da questo desk sono stati utilizzati broker stranieri per intermediare titoli. Ora utilizzare dei broker stranieri privati per l’intermediazione di titoli è una cosa che ha senso solo se si intende liberare dei fondi extra-contabili.
Paolo Mondani. Fondi che finiscono a chi?
Dirigente Montepaschi. Beh, faccia un piccolo sforzo e magari ci arriva da solo. Non me lo faccia dire.
Gianluca Baldassarri – ex capo area finanziaria Mps - al telefono. L’utilizzo dei broker è stato fatto secondo quelli che sono i canoni diciamo usuali del mercato.
Paolo Mondani al telefono. Eppure il dottor Viola appena è arrivato ha imposto di non usare più i broker esterni e comunque i fondi extracontabili, le commissioni in nero con i broker, sono circolati oppure no?
Gianluca Baldassarri. Ma assolutamente no e se qualcuno lo afferma io lo denuncio.
Paolo Mondani fuori campo. Nel novembre 2009 i controlli interni della banca scrivono che era stato operato “un sistematico sconfinamento dei limiti di rischio”. Nel febbraio 2012, appena arrivato, il neo amministratore delegato Fabrizio Viola dimissiona Baldassarri: due anni e mezzo dopo il primo allarme.
Paolo Mondani. Mi fa l’esempio invece di uno dei titoli effettivamente intermediati dal desk di Londra?
Dirigente Montepaschi. Eh, Alexandria Capital le dice niente?
Paolo Mondani.. No.
Dirigente Montepaschi. Alexandria è un Cdo-squared, è un prodotto finanziario talmente complicato che mi creda non è neanche il caso che provi a spiegarglielo. Monte Paschi investe su Alexandria 400 milioni di euro, una operazione rischiosissima. I Cdo sono quel prodotto finanziario che hanno minato le fondamenta, alla base, delle Banche Centrali e sono i principali responsabili della crisi globale attuale.
Paolo Mondani.. Mi racconti Alexandria allora. Cosa è successo? Innanzi tutto quando comincia e che scadenza ha.
Dirigente Montepaschi. Allora, siamo nel novembre 2005, mi pare. Il dottor Baldassarri si mette d’accordo con la sede della Dresdner Bank inglese. I capi delle vendite della Dresdner Bank inglese erano due italiani. L’ammontare dell’operazione si è detto era di 400 milioni, totalmente sottoscritti da Monte dei Paschi e con scadenza dicembre 2012.
Paolo Mondani. Adesso, fra pochi mesi!
Dirigente Montepaschi. Esattamente! È un rischio elevatissimo. Pensi che 140 di questi 400 milioni, per darle un’idea, vengono fatti intermediare da un broker coreano con una sfilza di significativi problemi giudiziari alle spalle.
Paolo Mondani. E Monte Paschi alla fine della fiera ha perso o guadagnato?
Dirigente Montepaschi. Assolutamente perso. Fra l’altro perdite che sei lei va a cercare nei bilanci dell’area finanza di Monte Paschi non trova!
Paolo Mondani. Com’è possibile?
Dirigente Montepaschi. Com’è possibile! Magari stanno a bilancio sotto altre voci nascoste qua e là, ma nel bilancio dell’area finanza le posso assicurare che lei non trova traccia.
Paolo Mondani fuori campo. I pascoli della Maremma sono i Paschi che la banca ha nella sua rendita da secoli. Oggi, dopo aver giocato per anni con derivati e strutturati arriva invece il bilancio 2011 dove il Monte presenta una passività di 8,4 miliardi di euro dovuta alle svalutazioni dei titoli e del valore di Banca Antonveneta che Mussari ha comprato nel 2007. In confronto a Montepaschi come stanno i bilanci di Banca Intesa e di Unicredit?
Gianni Bellavia – esperto Diritto penale dell’economia. Stanno un po’ meglio ma non tanto. Sia Intesa che Unicredito hanno realizzato svalutazioni su titoli e su avviamenti per importi molto rilevanti. Addirittura Intesa per 10 miliardi e 200 milioni sugli avviamenti e Unicredito per 8 miliardi e 700 milioni.
Paolo Mondani. Cosa è successo riguardo alla svalutazione dei titoli nel bilancio Montepaschi?
Gianni Bellavia – esperto Diritto penale dell’economia.
È successo che Montepachi ha dovuto contabilizzare per portare i suoi titoli al valore di mercato ben 3 miliardi e 800 milioni di euro di svalutazioni nette da imposte mentre ad esempio nelle trimestrali di Unicredit le svalutazioni sui titoli è di circa 2 miliardi di euro. Ciò è paradossale perchè Unicredit è quattro volte Montepaschi.
Paolo Mondani. Monte Paschi ha acquistato in Btp italiani, cioè titoli del debito pubblico italiano, circa 26 miliardi di euro. Vero?
Gianni Bellavia. Sì, titoli in portafoglio, titoli di stato in portafoglio per 26 miliardi.
Paolo Mondani. La Bce di Draghi ha fatto un grande prestito a Montepaschi...
Gianni Bellavia. 34 miliardi di euro è l’esposizione verso la Bce a un tasso agevolato dell’1%.
Paolo Mondani fuori campo. In sostanza, la Bce presta a Montepaschi 34 miliardi di euro all’1 per cento e Montepaschi ne usa 26 per comprare titoli di stato che rendono ben di più.
Gianni Bellavia – esperto Diritto penale dell’economia. Dal punto di vista della banca è una buona operazione: non fanno niente, non rischiano tra virgolette niente. Prendono denaro all’1% lo impiegano al 3 al 4 al 5 al 6.
Paolo Mondani. Non potevano far prestiti alla piccola e media impresa?
Gianni Bellavia. Eh, ma prestare alla piccola e media impresa significa esercitare il credito.
Paolo Mondani. Cioè fare il lavoro classico di una banca, insomma.
Gianni Bellavia – esperto Diritto penale dell’economia. E cioè far la banca, ma qui stiamo parlando di altre cose.
Paolo Mondani. E di cosa stiamo parlando?
Gianni Bellavia. Costruiscono prodotti finanziari, fanno tutte quelle cose che chi esercita il credito a mio parere non dovrebbe fare. Cioè chi esercita il credito dovrebbe prendere denaro dai risparmiatori, quindi denaro buono, denaro sano, e impiegarlo in attività produttive che sia agricoltura, industria e commercio. Comunque in attività che possano generare...
Paolo Mondani. ...mutui alle giovani coppie...
Gianni Bellavia - esperto Diritto penale dell’economia. ...che possano generare ricchezze, ricchezza per il Paese!
Paolo Mondani fuori campo. Invece la ricchezza finisce in tasca ai soliti ammanicati. Nel 2010 la Imco di Salvatore Ligresti è indebitata per 80 milioni con Montepaschi e Banca Intesa ma ha in mano un progetto immobiliare faraonico, che sorgerà qui, in via di Casal Boccone a Roma. Ligresti è a secco ma vengono in soccorso Montepaschi e la Fondazione che rilevano progetto e debiti della Imco per 110 milioni. Ligresti respira, ma la situazione è comica: per dargli una mano Montepaschi diventa creditore e debitore di sè stesso e un mese fa la procura di Milano ha chiesto il fallimento della Imco.
Paolo Mondani.. Dal bilancio Monte Paschi emerge anche un grave rischio verso i cosiddetti crediti della clientela.
Gianni Bellavia - esperto Diritto penale dell’economia. Monte Paschi ha un 15% di crediti deteriorati sugli impieghi di cui un bel 10% quasi di sofferenze. Cioè crediti verso debitori in stato di insolvenza.
Paolo Mondani. Sono di quei debitori che probabilmente non pagheranno più perché non ce la fanno proprio. E quante sono le sofferenze di Monte Paschi?
Gianni Bellavia. Sono 14 miliardi e mezzo di euro.
Paolo Mondani. La percentuale di sofferenze invece di Banca Intesa e Unicredit qual è?
Gianni Bellavia. Intesa il 6% sugli impieghi, le sofferenze in valore assoluto son 25 miliardi di euro. Uncredit ha il 7,5% di sofferenze sugli impieghi, e in valore assoluto stiamo parlando di 42 miliardi di euro.
Milena Gabanelli in studio. Le sofferenze sugli impieghi sono i soldi che hai prestato ai tuoi clienti, che non sono in grado di restituire. Rispetto a Unicredit e a Intesa in proporzione Montepaschi ne ha accumulati di più. Ma come è arrivata ad accumulare 14 miliardi e mezzo? Non solo prestando i soldi alla piccola impresa che è andata a male, ma soprattutto erogando credito al gruppo ristretto dei soliti noti, quelli che più che sviluppare l’economia la bloccano, perché succede che gli imprenditori stanno anche nel cda della banca, e al bisogno si attaccano il bocchettone dell’ossigeno. Poi ci sono le operazioni speculative e quelle rischiosissime, quelle che un’amministrazione sana avrebbe dovuto vietare. Fan così tutte le banche. Fatti loro. Mica tanto, sono anche fatti nostri perché i soldi vengono raccolti sul territorio, e al territorio dovrebbero tornare. Invece, Montepaschi nell’ultimo bilancio ha tolto 9 miliardi di finanziamento all’economia, vuol dire che, per esempio, due giovani che guadagnano 1.000 euro al mese e vogliono comprarsi casa e fare il mutuo possono sentirsi dire di no.
Paolo Mondani fuori campo. Nasce nel 1472 come Monte di Pietà. Oggi la banca ha 31.000 dipendenti, 2900 filiali, 6 milioni di clienti. Se hai un conto in Montepaschi e fai uno sconfinamento di 500 euro in assenza di fido, per un solo giorno di rosso paghi 51 euro. Uno direbbe che con queste commissioni la banca va alla grande e invece ha un passivo di 8,4 miliardi. Com’è successo? Un piccolo azionista che si è letto per anni tutti i conti ce la racconta così.
Paolo Mondani. Andando in pensione, lei si è comprato un bel po’ di azioni della banca.
Renato Lucci – pensionato Mps e azionista Ho ancora 1.000 azioni.
Paolo Mondani. E quanto valevano all’inizio queste azioni?
Renato Lucci. Mah, quando me le hanno date le quotavano 5 euro l’una, quindi erano 5mila euro. Adesso siamo intorno ai 300 euro grosso modo. La battuta è che con tre azioni, adesso non ci si compra un caffè a Siena. Quando io entrai in banca, per molti anni si accantonava tutto con molta pazienza, si distribuiva pochissimo, qualche cosa si dava agli enti locali per fare piccoli interventi mirati – le cosiddette “grandi opere” – e poi, improvvisamente, nel 2001, il grande cambiamento.
Paolo Mondani. Che cosa vuol dire?
Renato Lucci. Vuol dire che bisogna essere grandi, bisogna far vedere grandi risultati, bisogna far vedere grandi utili. E quindi si trasforma in utile tutto quello che invece è riserva.
Paolo Mondani fuori campo. Si vendono gli immobili di proprietà e l’incasso viene spartito fra i soci. La cuccagna però è destinata a finire. Ma nel frattempo tanti soldi sono usciti dalla banca.
Renato Lucci – pensionato Mps e azionista. Noi vediamo che vengono dichiarati utili per oltre cinque miliardi, cinque miliardi e tre. Beh, a fronte di questi utili si pagano anche tasse per due miliardi e sei. Quindi complessivamente si dice... Si porta alla luce una ricchezza di quasi otto miliardi di euro, al fine di retribuire i soci. Perché gli amici Gnutti, gli amici Caltagirone, gli amici Consorte, via via che si sono avuti come soci privati andavano pagati, e perché andava pagata una fondazione che doveva costruire consenso politico, con la distribuzione di una enorme ricchezza in tutta questa provincia. Più di un miliardo di euro distribuito in dieci anni. E si finanzia di tutto: dallo studio del corno di montagna, all’amico del gatto, alla piccola associazione, che magari ci fa una cena.
Paolo Mondani fuori campo La fondazione è il principale azionista del Monte dei Paschi. La guida un organismo formato da comune, provincia, regione università e arcidiocesi. Nel 2008 la fondazione ha stanziato 233 milioni, nel 2010, già in piena crisi, 109. Tra tante cose buone, anche generici finanziamenti a tutela degli animali e dell’ambiente, a gruppi parrocchiali, venerabili confraternite, associazioni e progetti di ricerca di ogni tipo e natura. Tutti gelosissimi della loro voce bilancio.
Paolo Mondani. Lei nell’estate del 2008 viene licenziato dalla fondazione Monte dei Paschi. Perché?
Nicola Scocca – ex direttore finanziario Fondazione Monte dei Paschi. Guardi: la motivazione ufficiale è una ristrutturazione aziendale. Io fui l’unico licenziato in questa ristrutturazione aziendale. Quindi sembra quasi una ristrutturazione ad personam.
Paolo Mondani. Lei è stato emarginato anche perché aveva detto alla Fondazione di non spendere troppo sulla città o di non spendere in quel modo.
Nicola Scocca. Io nel 2006 completai uno studio delle erogazioni e appunto, il risultato era che stavamo erogando più di quello che era stato prefissato nel 2000. Quindi era come se una famiglia stesse spendendo di più di quanto incassasse.
Paolo Mondani. Chiaro
Nicola Scocca. E quindi si deperiva il patrimonio.
Paolo Mondani. Si è fermata l’erogazione, oppure è continuata?
Nicola Scocca. No: è continuata a tassi molto alti.
Paolo Mondani fuori campo. Nicola Scocca non viene ascoltato nemmeno nel 2007 quando propone di vendere le azioni di Banca Intesa. Valore: 225 milioni. Se le avesse vendute la Fondazione avrebbe incassato una plusvalenza di 70 milioni... poi...
Nicola Scocca. Questa partecipazione è stata venduta poi pochi mesi fa per fare cassa e ha prodotto una perdita di circa 150 milioni dalle notizie...
Paolo Mondani.. Se fosse stata venduta quando diceva lei, era molto meglio.
Nicola Scocca. Eh, sarebbe stato molto meglio.
Paolo Mondani. Intesa San Paolo non era l’unica partecipazione bancaria: ce ne erano altre ì…
Nicola Scocca. La Fondazione, a mia totale insaputa fra le altre cose, acquisisce un’altra partecipazione bancaria in MedioBanca, un 1.9%, per un controvalore di 256 milioni di euro del tempo al prezzo di 16,2 euro per azione. È chiaro che ora il titolo viaggia sotto i 5 euro…
Paolo Mondani. Altra perdita.
Nicola Scocca. Altra perdita.
Paolo Mondani. Altra botta per la fondazione.
Nicola Scocca. Circa 180 milioni di perdita. [...]
Paolo Mondani. fuori campo E nel 2007 il Monte dei Paschi acquista Banca Antonveneta dal Banco Santander, la più importante banca spagnola guidata da Emilio Botin, uomo dell’Opus Dei. [...]
Renato Lucci – Pensionato Mps – azionista. Improvvisamente Mussari fa la grande operazione: compra la Banca Antonveneta. E la compra senza più avere un soldo in cassa. Quindi che fa? Per spendere i 10 miliardi che gli servono, ricorre per la metà a indebitarsi e, per l’altra metà, li chiede ai soci. E quindi la Fondazione che fa? Si libera di tutti i suoi investimenti obbligazionari e compra tutte azioni Monte Paschi. Spende circa 2 miliardi e 9 della sua liquidità, per sottoscrivere questo aumento di capitale che serve a comprare Antonveneta.
Paolo Mondani. Invece di diversificare le sue… come farebbe il buon padre di famiglia insomma, no?
Renato Lucci. E come dovrebbe fare secondo la legge, le concentra tutte nella partecipazione a Montepaschi.
Paolo Mondani fuori campo La banca a questo punto è senza liquidità e per andare avanti è costretta a comprare 1,9 miliardi di euro di Tremonti Bond che la obbligano a riconoscere al Tesoro una cedola annua di 160 milioni. E a pagare sono i risparmiatori. Ma siccome il debito è troppo alto, l’anno scorso la banca chiede un nuovo aumento di capitale per oltre 2 miliardi di euro. E la Fondazione si svena.
Renato Lucci. Quindi la Fondazione fa la sua parte per sottoscrivere il suo miliardo di capitale sociale, perché è proprietaria per metà del Montepaschi , si indebita, dà in garanzia di questo debito tutto il suo patrimonio di azioni Montepaschi, perché poco altro ha nel suo portafoglio …
Paolo Mondani. ..in pegno alle banche?
Renato Lucci. Lo da in pegno e quando poi il valore di queste azioni continuano a crollare, anche perché c’è un crollo dei mercati..
Paolo Mondani. ..il pegno deve aumentare.
Renato Lucci. ...il pegno dovrebbe aumentare, ma non si ha i soldi per aumentarlo. [...]
Paolo Mondani fuori campo. Giuseppe Guzzetti nel mondo bancario è oggi l’uomo più influente. È presidente della fondazione Cariplo e dell’associazione delle ottantotto fondazioni bancarie. La legge dice che le fondazioni sono enti no-profit . Non possono essere guidate dagli enti locali, quindi dalla politica, e tutti gli utili vanno erogati secondo finalità sociali.
Giuseppe Guzzetti – presidente Ass. Fondazioni Bancarie – Fondazione Cariplo. Se lei spegne le do i particolari.
Paolo Mondani. Ma come faccio a spegnere se mi dà i particolari lascio acceso!
Giuseppe Guzzetti. Noooo, ma per dire come sono stati anche… C’è una componente per loro di sfortuna, insomma, in questa vicenda. Non si può così drasticamente mettergli addosso… insomma questi qui han comprato l’Antonveneta due settimane prima che crollasse il mondo! Come no?!
Paolo Mondani. Era già crollata una banca americana lei lo sa.
Giuseppe Guzzetti. No, no, era prima della Lehman.
Paolo Mondani. Sì è vero era prima della Lehman, ma era già crollata una piccola banca americana.
Giuseppe Guzzetti. Ma in America son fallite tutte le casse di risparmio alcuni anni fa…
Paolo Mondani. Santander la paga 6 e 6 miliardi loro la pagano la 10 e 137 dopo due mesi? Lei lo farebbe? Io credo che lei non lo farebbe, che la vedo… Si vede dalla faccia che lei non l’avrebbe fatto!
Renato Lucci – Pensionato Mps e azionista. I soldi sono troppi e quando si buttano via, non lo possiamo solo attribuire agli errori e alla incompetenza delle persone.
Paolo Mondani. E cioè a dire?
Renato Lucci – Pensionato Mps – azionista Quando sono così tanti, ci sono anche degli interessi.
Paolo Mondani. Pensa che qualcuno si sia messo in tasca dei soldi?
Renato Lucci. Perché no?