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 2013  gennaio 30 Mercoledì calendario

VIVA LE GIRAVOLTE, E’ VENUTO IL TEMPO DELLE MELE (MARCE) —

Chissà se adesso Massimiliano Allegri, oltre alla quotidiana scaletta degli allenamenti, sarà chiamato ad allargare le sue competenze, pianificando un servizio di sorveglianza ad hoc presso le discoteche di Milano e zone limitrofe! In attesa di approfondire l’intrigante dettaglio non è possibile non sottolineare come l’arrivo di Mario Balotelli sia ormai la conferma delle mutazioni nel modo di fare mercato da parte dell’establishment rossonero. È un modo alla rovescia in cui se Berlusconi dice nero e Galliani quadrato, in realtà bisogna drizzare le antenne perché si sta disquisendo di qualcosa che è bianco e per giunta di forma sferica.
25 novembre, domenica. Intercettato dai giornalisti dopo l’insperato successo sulla Juve, a Berlusconi viene riferito il desiderio di El Shaarawy di giocare con Balotelli «perché è suo amico». Pronta la risposta presidenziale: «Se sono così amici possono andare a giocare a carte assieme». Cominciamo bene…
8 dicembre, sabato. Concedendosi alle truppe cammellate dei cronisti al cancello di Milanello il giorno prima di Torino-Milan, Berlusconi prova a ribadire il concetto per i deboli di comprendonio: «Balotelli non lo compro, non ci sono trattative in corso. È troppo caro, queste cose non si possono più fare». Coerente, non c’è che dire. E Galliani, commentando l’accostamento tra Mino Raiola, il nume tutelare di SuperMario, e la Gioconda, rincara la dose: «Raiola se ne va in giro con le sue opere d’arte ma noi siamo soltanto piccoli collezionisti».
14 dicembre, venerdì. Festa grande alla Triennale per il Natale rossonero. Calciatori in ghingheri e le loro donne tirate a lucido. Il solito guastatore televisivo in trincea fa la domanda di sempre a Berlusconi che ribatte: «Balotelli in maglia rossonera non ce lo vedo, piuttosto compro la Gioconda». Esagerato.
21 dicembre, venerdì. L’ex premier mette il naso nell’albergo romano che ospita il Milan in vista della sfida con i giallorossi del giorno dopo: «A me piace molto Niang, si presenta un po’ come Balotelli ma spero sia migliore di lui sul piano umano». A ben vedere è sempre lo stesso ritornello.
22 dicembre, sabato. Il patron rossonero si esibisce a Sky: «Posso assicurare che Balotelli non arriverà». Bugia natalizia, vale doppio.
24 dicembre, lunedì. La Gazzetta dello Sport intervista Massimo Ambrosini. Domanda: «Meglio El Shaarawy o Balotelli?». Risposta: «El Shaarawy». D.: «Mario è un giocatore da Milan?». R.: «Io credo che il talento innato non sempre può bastare. Non si possono giustificare determinati atteggiamenti sbagliati con l’età». Una bocciatura in piena regola da parte del capitano. E adesso?
7 gennaio, lunedì. Berlusconi interviene ad Antenna 3, emittente lombarda, e quando sente il nome di SuperMario non si risparmia: «Mi dispiace dire certe cose ma nel Milan è molto importante l’aspetto umano. E se metti una mela marcia in un gruppo, poi si infettano anche gli altri. Lui è una persona che non accetterei mai nel nostro spogliatoio». Impietoso ma chiaro.
14 gennaio, lunedì. Arrampicata di specchi presidenziale ai microfoni di Sky: «Quando ho parlato di mela marcia non mi riferivo esattamente a Balotelli». E a chi allora? Forse a Bersani, che però ha passato l’età per giocare in attacco nel Milan? Oppure al professor Mario Monti, che comunque con quel fisico segaligno potrebbe essere più utile in difesa?
29 gennaio, ieri. Mario Balotelli passa ufficialmente dal Manchester City al Milan. Dopo i giorni delle bufale (presidenziali) siamo al tempo delle mele. Marce?
Alberto Costa