Stefania Tamburello, Corriere della Sera 30/01/2013, 30 gennaio 2013
ECCO I DOCUMENTI DI BANKITALIA. LE ISPEZIONI E GLI INGANNI DI SIENA —
ECCO I DOCUMENTI DI BANKITALIA. LE ISPEZIONI E GLI INGANNI DI SIENA — Se c’era qualche dubbio sulla sintonia e la voglia di collaborare del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è stato definitivamente fugato. Il ministro è stato molto attento al contributo offerto dal governatore, tanto da allegare al suo intervento in Parlamento la ricostruzione fatta dalla Vigilanza sulla crisi del Monte dei Paschi di Siena. Si tratta di 7 pagine suddivise in 38 punti, ognuno dei quali rappresenta un passo fatto dalla Banca d’Italia, guidata dal 16 gennaio 2006 al 1° novembre 2011 da Mario Draghi. La lunga storia di Rocca Salimbeni in 38 mosse e 22 date.
Gennaio 2008 — Mps presenta in via Nazionale l’istanza per comprare l’Antonveneta da Abn Amro, nell’ambito di un accordo quadro con la spagnola Santander: costo circa 9 miliardi. È previsto un aumento di capitale per 6 miliardi di cui 5 riservato agli azionisti e 1 a JP Morgan a servizio dell’emissione di titoli convertibili in azioni del Monte (Fresh).
Marzo 2008 — Bankitalia comunica a Mps che per perfezionare l’acquisto deve prima realizzare l’aumento di capitale e pone paletti all’emissione dei Fresh.
Maggio 2008 — Rocca Salimbeni comunica alla vigilanza di aver completato la patrimonializzazione ma Bankitalia vuole capirci di più sui Fresh.
Settembre 2008 — Bankitalia pone una serie di paletti ai Fresh, per poterli computare nel capitale.
Ottobre 2008 — Mps risponde di aver rispettato le indicazioni date.
Giugno 2009 — Bankitalia «intensifica il vaglio delle condizioni di liquidità» di Mps.
Marzo 2010 — I responsabili della banca vengono convocati per due volte in via Nazionale e una terza in aprile.
Maggio 2010 — Gli ispettori di Bankitalia vanno a Siena per una prima verifica: emerge una forte incidenza di derivati su Btp (repo strutturati) a lungo termine che determinano tensioni sulla liquidità. La situazione viene giudicata «potenzialmente critica», l’attività sui titoli di Stato viene messa sotto stretta osservazione e viene fatta partire un’ispezione vera e propria.
Agosto 2010 — L’ispezione termina con la conferma dei problemi di liquidità che risentono soprattutto di due operazioni di repo strutturati su titoli di Stato effettuate rispettivamente con Deutsche Bank e Nomura per un valore nominale complessivo di 5 miliardi «con profili di rischio non adeguatamente controllati e valutati». «Non emergono elementi probanti per avviare sanzioni o segnalazioni alla magistratura». L’operazione, molto complessa, sarà poi sottoposta ad approfondimenti contabili. L’ispezione mette in luce l’esigenza di un rafforzamento patrimoniale.
Ottobre 2010 — Il rapporto ispettivo viene consegnato al collegio sindacale della banca e in quella sede la Vigilanza dice che l’aumento di capitale non è differibile e chiede a Mps di rispondere ai rilievi. Si scopre che il direttore generale e il comitato finanza della banca non avevano sottoposto i contratti sui derivati all’attenzione del Cda. Bankitalia rafforza i controlli su Mps.
Aprile 2011 — Parte l’aumento di capitale che si concluderà in luglio.
Luglio 2011 — Le condizioni di mercato peggiorano, la crisi del debito sovrano si estende all’Italia e le condizioni di liquidità della banca, anche a causa dei margini da corrispondere a garanzia delle due operazioni strutturate peggiora.
Settembre 2011 — Parte una seconda ispezione che conferma la carenza organizzativa e l’inadeguatezza del management.
Novembre 2011 — Il Direttorio convoca a Roma i massimi responsabili di Mps e della Fondazione e chiede loro di farsi da parte. Lascia il direttore generale Antonio Vigni al quale viene riconosciuto un bonus di 4 milioni di euro che Bankitalia considera ingiustificato tanto da avviare una procedura sanzionatoria contro chi lo ha deciso.
Gennaio 2012 — A Rocca Salimbeni arriva un nuovo direttore generale, Fabrizio Viola, che in seguito assume la carica di amministratore delegato. Il Governatore chiede un «piano straordinario di interventi».
Marzo 2012 — Si chiude l’ispezione dopo la normalizzazione della posizione di liquidità del gruppo anche grazie ai prestiti della Bce. Il rapporto ispettivo solleva pesanti rilievi e avvia le procedure sanzionatorie. Irregolarità vengono segnalate alla Consob che, approfondendo le transazioni con Nomura, mette in luce l’operazione di ristrutturazione della già nota «Alexandria». Il rapporto ispettivo viene trasmesso alla magistratura.
Aprile 2012 — All’assemblea di bilancio la massima parte dei componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacali vengono sostituiti ed il presidente Giuseppe Mussari non ripresenta la candidatura. Viene nominato Alessandro Profumo.
Giugno 2012 — Mps approva il business plan con le iniziative straordinarie chieste da Bankitalia. Inizia la sostituzione dei dirigenti di alto livello con ruoli chiave.
Luglio 2012 — Mps cerca di rinegoziare le operazioni con Deutsche Bank e con Nomura.
Ottobre 2012 — Mps comunica alla vigilanza di aver rinvenuto un contratto con data 31 luglio 2009 tra la banca e Nomura per la ristrutturazione del titolo Alexandria, che ne comprova il collegamento con gli altri derivati e «fornisce elementi circa le reali finalità delle operazioni. Da via Nazionale parte la segnalazione alla Procura sull’occultamento.
Dicembre 2012 — Mps trasmette alla Vigilanza una bozza di informativa al Cda sulle operazioni Nomura/Alexandria e Deutsche /Santorini e la trascrizione della conference call di luglio 2009 tra esponenti Mps e Nomura sull’accordo quadro relativo all’operazione Alexandria.
Stefania Tamburello