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 2013  gennaio 30 Mercoledì calendario

LA NIPOTE DI MUSSOLINI CANDIDATA CON FINI: «FIERA DI MIO NONNO, HA FATTO COSE BUONE» — «Sì

però dai, non facciamo di tutta un’erba un fascio». Un lapsus, uno scivolone verbale. Ma anche un corto circuito mentale che rimanda al fascio littorio tanto amato da suo nonno, Benito Mussolini. A parlare è l’ex sindaco di un paesino romagnolo che di nome fa Edda — come Edda Ciano, figlia di Benito e di Rachele — e di cognome fa Negri, ma anche Mussolini. Cognome nascosto per anni e aggiunto con fierezza solo nel luglio di quest’anno. Pochi mesi prima della sua candidatura, posto 25, nelle liste di Gianfranco Fini, Futuro e libertà, in Emilia Romagna.
Edda Negri Mussolini è una donna pacata, di tutt’altro carattere rispetto ad Alessandra, che ancora ieri ha dato in escandescenze di fronte ad Andrea Scanzi su La7 e ha abbandonato infuriata lo studio televisivo, non sopportando le critiche al nonno. Pacatezza che non significa arrendevolezza. Tanto che Edda rivendica con orgoglio di aver sostenuto quello che ha detto Silvio Berlusconi ben prima di lui: «Certo, sono fiera di mio nonno. In quanto nonno, innanzitutto: ho passato molte estati con nonna Rachele, che mi raccontava con affetto di lui. Ma anche come capo di Stato ha fatto molte cose buone. Le bonifiche, l’architettura. E molte leggi che non sono state cambiate. Poi, certo, ha fatto errori». La dittatura, la violenza e le leggi razziali non furono errori. «Furono errori mostruosi, certo, ma il nonno ha fatto cose anche buone». Con questi parametri si può arrivare a dire che anche Hitler ha fatto cose buone: «Eh, ma insomma, cosa vogliamo dire, che mio nonno ha sbagliato tutto?».
Edda Mussolini non avrebbe voglia di parlare di storia, ma di programmi. Il cognome che porta, e che ha deciso di portare, glielo impedisce: «L’ho aggiunto per ragioni affettive, soprattutto per mia madre, che è morta quando avevo 4 anni. All’epoca non era facile chiamarsi Mussolini». Edda è nostalgica, ma come può esserlo una figlia e una nipote: «Certo, vado a Predappio ogni anno, ma non mi piacciono certe esagerazioni. E comunque non sono uno di quei sindaci che ha il busto di Mussolini in ufficio». E a casa? «Quelli sono fatti miei». Quanto a Berlusconi, «ha sbagliato giorno per dire quelle cose». Il Giorno della memoria. A proposito, lo ha mai celebrato? È mai stata in un campo di sterminio? «No, mai. Non è capitato». Certe cose non capitano: «Non è capitato. Il 25 aprile, però, l’ho celebrato, da sindaco. Comunque sono tre giorni che ho la febbre. Quanto ai morti, il sangue ha sempre lo stesso colore». Poi ci sono i torti e le ragioni. «Sì, ma bisogna vedere il contesto».
Com’è arrivata in Fli? «Sono amica di Enzo Raisi. Ma conosco anche Bocchino, Granata. E Fini». Fini definì il fascismo «male assoluto». «Sì e non sono d’accordo. Forse lui non approva certe cose che dico. Magari lo metto in imbarazzo, ma io dico quello che penso. Sono fiera di mio nonno».
Alessandro Trocino