Fabio Martini, La Stampa 29/01/2013, 29 gennaio 2013
LA NUOVA FASE DELLA SALITA IN CAMPO
E ora - per la prima volta - il Professore comincia a crederci. Di notte Mario Monti tira tardi, la mattina si mette in movimento alle 6,30, ai suoi ha confidato di essere pronto a «chiudersi due giorni con gli americani» per preparare i duelli tv. Puntando tutto su proposte dettagliate, misurabili.
Ieri tasse, nei prossimi giorni lavoro, imprese, pubblica amministrazione, rappresentanza sindacale.
Proprio nel capitolo dedicato ai sindacati, la bozza Monti ha fatto propria una proposta estremamente innovativa di Pietro Ichino: al «sindacato minoritario, al di sopra della soglia minima prevista, deve essere garantita la rappresentanza in azienda anche se non firma l’accordo». Una proposta di riforma dello Statuto dei lavoratori in una chiave potenzialmente favorevole a tutti quei sindacati che non sottoscrivano accordi: in questa stagione storica, una misura destinata a gratificare la Fiom.
Difficile dire se la ricetta delle proposte concrete pagherà. Per ora, in termini di resa nei sondaggi, l’operazione Monti complessivamente fatica a decollare e anche nelle più recenti rilevazioni, le intenzioni di voto per la “Scelta civica” sono in stallo e comunque non c’è ancora quella inversione di tendenza suggerita dal cambio di umore del Professore. Dopo aver attraversato due settimane di interiore tormento per la scelta fatta, da qualche giorno Monti appare ai suoi decisamente più motivato. Anche perché il Professore si è reso conto che con Berlusconi che parla di Mussolini e Bersani appesantito dalla grana Monte dei Paschi, questo è il momento del contropiede.
La prima prova Monti l’ha data nella chiacchierata di ieri mattina ad “Omnibus”: a un certo punto la discussione è caduta sulle tasse e il Professore, per rispondere, ha estratto dalle sue carte un appunto: «Anticipo alcuni elementi portanti: Imu ridotta dal 2013...». Monti ha proseguito leggendo e non togliendo mai lo sguardo dal suo appunto. Poco televisivi quegli occhi bassi? Oppure hanno finito per risultare più efficaci la precisione e l’argomentazione delle proposte? Difficile misurarlo, ma il piccolo “sketch” prelude alla fase-2 della campagna, centrata su progetti circostanziati e in alcuni casi spiazzanti che verranno presentati su lavoro e welfare, imprese, pubblica amministrazione e giovani.
Dossier sui quali stanno lavorando da due settimane ristretti gruppi di lavoro e che verranno presentati con due modalità: in tv da Monti e poi in apposite convention a tema. Quella sui giovani si svolgerà in una città del Mezzogiorno e attingerà al dossier-lavoro, che è stato oggetto di due riunioni presiedute da Monti, bozze, scambio di parecchie mail. Per chiudere il «pacchetto», sabato mattina si sono visti nello studio di Pietro Ichino a Milano, in via Mascheroni, il presidente del Consiglio, Alberto Bombassei, Giuliano Cazzola, Mario Mauro, oltreché il padrone di casa. Una discussione attraversata da integrazioni, obiezioni, stimoli che è confluita in una bozza contenente alcune novità.
Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, Monti lancerà proposte con l’ambizione di creare «più posti ed occasioni», ma al tempo stesso «migliorando la qualità del lavoro». Il Professore ha deciso alla fine di fare propria l’essenza della proposta Ichino, che si può sintetizzare nella istanza di estendere il più possibile contratti a tempo indeterminato (asciugando le tante forme di sommerso), ma rendendolo meno “costoso” ed estendendo la flessibilità in uscita. Una proposta che non ha mai entusiasmato né Cgil né Confindustria e che infatti Monti proporrà in via sperimentale e a legislazione vigente, attingendo alle opportunità di deroga offerte dall’articolo 8 del decreto legge 138 voluto dal governo Berlusconi. Significativa anche la proposta di incoraggiare la «previdenza complementare privata», con un procedimento definito «opting out», che dovrebbe consentire «ad un lavoratore, in particolare se giovane e privo di un rapporto di lavoro dipendente, di destinare parte della sua contribuzione obbligatoria ad una forma complementare», capace di ottenere «rendimenti più generosi sui mercati». Nel capitolo dedicato alle donne, l’ipotesi di «riforma del calendario scolastico in modo da limitare ad un mese le vacanze estive», «modernizzando un sistema che penalizza i genitori lavoratori». Una proposta che è stata immediatamente smentita da Mario Sechi, responsabile della campagna elettorale della lista Monti. Tra le riforme della pubblica amministrazione, la possibile revoca di incarichi dirigenziali per chi fallirà «in misura grave» gli obiettivi preposti.