Marco Belpoliti, La Stampa 28/01/2013, 28 gennaio 2013
TISANA, TERZO INCOMODO
Caffè, tè o tisana?, ci si sente chiedere più spesso nei bar, a un incontro d’affari o a casa di amici. La tisana è il terzo incomodo tra le due classiche bevande calde.
Sebbene sia dall’800 che è presente nei tavoli degli europei, è solo negli ultimi anni che la tisana ha cominciato a diventare una moda, e nel contempo anche un ottimo affare, come dimostra Viropa, l’azienda sudtirolese fondata dai fratelli Campestrini alla fine degli Anni Settanta. Gli infusi di estratti di piante, acquosi e a caldo, datano intorno al 3500 a.C.; sono soprattutto la civiltà indiana e quella cinese a trasformare le erbe e le piante in liquidi da bere per ragioni salutari, oltre che per piacere.
Nata come farmacopea, intorno alla parola tisana circola un etimo falso: ti sana, attribuito a Ippocrate; in realtà, la parola latina «tisana» deriva dal greco «ptisane», che a sua volta viene da un verbo che indica l’atto di pestare o macinare; si tratta infatti di una antica parola indoeuropea della tecnica agricola, che riguardava ad esempio il trattamento dell’orzo. Le tisane arrivano ora a noi attraverso la geniale invenzione della bustina, che sembra sia stata realizzata da Thomas Sullvan, un importatore americano di New York, nei primi anni del Novecento. Con il sacchetto di garza, all’inizio confezionato a mano, ha consentito la commercializzazione di tè e tisane varie su scala industriale. La bustina determina la dose e permette di realizzare l’infuso senza maneggiare il prodotto. Il catalogo di Viropa, depliant pubblicitario, ma anche enciclopedia tascabile delle tisane e infusi, ne contiene oltre una quarantina, dalla melissa al biancospino, dalla verbena alla rosa canina. C’è il Karkadé, che durante il periodo delle sanzioni imposte all’Italia fascista, aveva sostituito il tè, provenendo dalla colonia somala.
Tra le tisane più richieste c’è il Rooibos, coltivato in Sudafrica, ottenuto mediante la fermentazione delle foglie dell’Aspalathus linearis, che sta sostituendo il tè, e la Cyclopia, un cespuglio sempre sudafricano; entrambe avrebbero funzioni di ritardare l’invecchiamento, per non dire del tè verde in funzione antiossidante. Le tisane sembrano aver sostituito l’elisir di lunga vita, Graal liquido che l’Occidente insegue da secoli. Oggi l’ossessione di vivere per sempre si manifesta anche attraverso una tazza fumante.