Paolo Mastrolilli, La Stampa 28/01/2013, 28 gennaio 2013
LA PRIMA SCUOLA GLOBAL
Non era facile scegliere un nome più ambizioso: «Avenues: The World School», la scuola mondiale. Però rende il concetto. Questa struttura privata che ha aperto in settembre a Manhattan, ambisce a diventare la prima vera istituzione dell’insegnamento globale.
Sede a New York, e una ventina di succursali da aprire nelle principali città del mondo, da Pechino a Londra, da San Paolo a Milano. Ma, soprattutto, un programma pensato per prendere il meglio dell’istruzione in giro per il Pianeta, allo scopo di crescere studenti attrezzati a sentirsi ovunque a casa propria.
«Avenues» è la creatura di Chris Whittle, già fondatore del programma Edison Schools per i bambini disagiati, che per questa avventura ha cambiato completamente soggetto. Ha speso 75 milioni di dollari, raccolti attraverso investimenti e donazioni, per costruire una scuola d’élite. Basti pensare che il costo della retta è 40 mila dollari all’anno, e l’allieva più famosa è Suri Cruise, figlia di Tom e Katie Holmes che ha iniziato le elementari a settembre.
Gossip e riviste patinate a parte, quello che conta è il concetto alla base dell’iniziativa. L’idea di Whittle è che gli altri centri di apprendimento, per quanto buoni, sono troppo radicati nella loro realtà locale, o al massimo nazionale. Questo non basta più, le persone di successo di domani devono vedere l’intero mondo come potenziale campo da gioco.
Ciò significa conoscere le lingue, la tecnologia, ma anche seguire programmi che scelgono il meglio dei vari sistemi e delle varie culture: «Se il XX secolo è stato dominato dalla leadership Usa, il XXI sarà come ha detto un leader cinese - “una cucina con tanti cuochi”. Gli studenti moderni devono avere una conoscenza delle altre culture, parlare altre lingue in maniera fluente, e apprezzare altre storie».
Nelle aule di «Avenues» questo progetto si traduce in un programma che punta a far diventare subito bilingui gli allievi, che seguono metà delle lezioni in inglese, e metà in mandarino o spagnolo. Computer e iPad, ovviamente, sono sul banco dal primo giorno. Il curriculum prevede l’apprendimento delle materie tradizionali, con grande enfasi sulla lettura e la scrittura, ma già la matematica viene insegnata secondo il metodo «Singapore Math», basato sulla risoluzione pratica dei problemi e l’uso di strumenti tattili per sviluppare la dimestichezza con i numeri. I test internazionali dimostrano che gli studenti di Singapore battono tutti gli altri in matematica. «Avenues» ha avuto insieme l’intelligenza e l’umiltà di importarlo.
Il programma della scuola è come un menu che ha lo scopo di far assaggiare ogni prelibatezza, in un viaggio attraverso le specialità migliori del mondo. Il tutto armonizzato in un curriculum che si può seguire a Johannesburg, Delhi o Sydney e porta a possedere gli strumenti culturali, tecnologici e sociali per proseguire gli studi in qualunque università o lavorare in ogni angolo del mondo.
Quando le succursali verranno aperte nelle altre città, a partire da Pechino nel 2014, gli allievi passeranno ogni anno diverse settimane all’estero. Se poi si dovessero trasferire, verrebbero ammessi nella sede di «Avenues» della nuova città, dove continuerebbero lo stesso programma cominciato in quella da cui sono partiti. Avere sedi in una ventina di Paesi significa assumere insegnanti in tutto il mondo. I professori di spagnolo, ad esempio, verranno selezionati dalla sede di Madrid, e tra i docenti di New York ci sono asiatici, europei e sudamericani.
Naturalmente una scuola da 75 milioni di dollari, con una retta da 40 mila dollari e studenti come la figlia di Tom Cruise, non è un esempio facilmente imitabile altrove. Il concetto, però, non è marziano: il metodo «Singapore Math» è stato adottato anche in alcune scuole pubbliche di Brooklyn. Se è giusto o sbagliato si vedrà, però dimostra che dove c’è la volontà, si trova il modo di guardare al futuro con originalità, apertura e fiducia.