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 2013  gennaio 28 Lunedì calendario

UN PRESIDENTE (DOPO QUATTRO ANNI). LA CROCE ROSSA RIPARTE —

La Croce rossa italiana prova a ripartire, ieri sera a Roma s’è data un presidente con regolari elezioni convocate, dopo più di 4 anni di commissariamento. Ma la strada comunque è già segnata — si chiama privatizzazione entro il 2016 — e il virtuoso proponimento sta scritto in evidenza sul sito dell’organizzazione (www.cri.it). «Il lavoro di risanamento e il rigore amministrativo — ecco le parole usate dal sito ufficiale — devono essere portati avanti anche nel futuro, per cancellare definitivamente l’immagine del "carrozzone" che troppo spesso è finito sulle pagine dei quotidiani, rischiando di infangare il lavoro e il sacrificio di volontari e dipendenti». Parole sottoscritte dallo stesso Francesco Rocca, 47 anni, avvocato, commissario uscente (considerato vicino al sindaco Gianni Alemanno, compenso annuo lordo 229 mila euro) e da ieri nuovo (24° della storia) presidente della Cri (322 voti su 418 votanti). Avrà due vice: Anna Maria Colombani e Maria Teresa Letta (sorella di Gianni).
Proprio così: un «carrozzone» pubblico (170 milioni di euro solo di contributi ricevuti ogni anno da 4 ministeri) che ha visto nel tempo il moltiplicarsi degli sprechi, delle auto blu, delle assunzioni inutili, delle promozioni illegittime e dei superstipendi, con la Corte dei conti spesso e volentieri chiamata a intervenire, a sanzionare, a commissariare (ben 8 volte dall’82). La Cri oggi ha 139 mila soci e 4 mila dipendenti. In alcune Regioni gestisce servizi cruciali per la sanità, come il servizio 118. Ecco spiegato l’interesse storico della politica per mettersi al volante di una macchina di voti e di soldi con pochi eguali. Ecco spiegata la gestione clientelare e statalista, che ha finito per mortificare l’antico e glorioso «spirito di Solferino» con cui l’avventura iniziò, il 24 giugno 1859, durante la famosa battaglia tra austriaci e franco-piemontesi nella Seconda guerra d’indipendenza.
Lo «spirito di Solferino» fu quello dimostrato da donne e uomini del Mantovano che, senza chiedere nulla in cambio e senza far distinguo sull’identità di patria, s’improvvisarono medici e infermieri e andarono in soccorso dei tanti caduti sul campo. Qualche anno dopo, nel 1864, la Croce rossa italiana nacque ufficialmente e nei secoli fino a oggi il testimone di tanta meravigliosa generosità è passato di mano in mano attraverso milioni di volontari e volontarie del soccorso, pionieri, infermiere, militari e donatori di sangue.
Protagoniste tante persone comuni, anonime, ma anche crocerossine dal cognome illustre. Come Edda Ciano, la figlia di Benito Mussolini, che si salvò a nuoto dopo che l’ospedale galleggiante sul quale prestava servizio era stato colpito da un siluro. O come Susanna Agnelli, che risalì l’Italia con la Quinta armata del generale Clark: «Sapevamo di polvere, respiravamo aria di cadavere», raccontò un giorno commossa ed emozionata. E come Maria Pia Tavazzani, l’energica ex partigiana che a 53 anni sposò Amintore Fanfani e dal 1983 al ’94 fu presidente del comitato nazionale femminile della Cri: «Nel 1997 misi all’asta da Sotheby’s i miei gioielli pur di dar seguito alle opere umanitarie che avevamo iniziato — lo ama ricordare spesso, Donna Maria Pia —. E una volta Madre Teresa di Calcutta mi disse: Se mandi qualcuno, i tuoi piedi riposano. Ma se vai tu, è il tuo cuore che riposa... ». Chiaro il messaggio? Era anche questo lo «spirito di Solferino», lo stesso sentimento che anima in queste notti terribili di gelo le quattro unità di strada milanesi del progetto metropolitano «La Cri per i clochard» che hanno già percorso 2.500 chilometri in due mesi distribuendo ogni sera a centinaia di senza tetto 1.000 litri di tè caldo e 500 chili di cibo. Pure Elsa Monti, la moglie del premier, fa volontariato da una vita ai vertici della sezione femminile della Cri meneghina. In un’intervista del 2009 rilasciata a Il Giorno disse: «Le volontarie della Croce Rossa si danno un gran da fare, anche a costo di lasciare i frigoriferi vuoti a casa. Per fortuna mio marito è molto tollerante... ». Crocerossine da prima pagina, come la bellissima Barbara Lamuraglia, che fece girare la testa a Silvio Berlusconi durante la sfilata del 2 giugno 2010 ai Fori Imperiali durante la parata militare.
Finalmente, dopo anni di gestioni allegre, la relazione della Corte dei conti sulla Croce rossa italiana per l’esercizio 2011 ha mostrato segnali di cambiamento («Il bilancio consuntivo consolidato 2011 — scrive la Corte — è stato approvato entro i termini di legge come non succedeva da 32 anni... »). È stato censito anche l’immenso patrimonio immobiliare della Cri (432 terreni agricoli e 981 fabbricati, frutto di lasciti e donazioni) che ora dovrà essere in gran parte dismesso per ripianare le perdite milionarie. Lo «spirito di Solferino», forse, non è perduto.
Fabrizio Caccia