Andrea Grignolio, la Lettura (Corriere della Sera) 27/01/2013, 27 gennaio 2013
LA CROCIATA CONTRO I VACCINI
Da alcuni anni in Italia una strisciante ideologia naturista sta coagulando una serie di false credenze e sentimenti antiscientifici potenzialmente pericolosi per la salute pubblica, nonché per la cultura e l’economia. Con frequenza sempre maggiore appaiono su quotidiani e web messaggi che alimentano paure insensate sulla vaccinazione, dalle false notizie sulla commercializzazione di lotti difettosi alle inchieste su vaccini e cancro. Nel novembre scorso il direttore dell’Agenzia del farmaco, Luca Pani, e il virologo Gianni Rezza hanno lanciato l’allarme per la disinformazione contro le vaccinazioni, ricordando che il rapporto costi-benefici per i vaccini resta il più favorevole fra tutti i farmaci disponibili.
Nonostante siano tra le scoperte biomediche più importanti, e abbiano salvato milioni di bambini soprattutto tra le fasce meno abbienti, i vaccini sono al centro di una campagna di «controinformazione» senza precedenti, persino da parte di personalità e movimenti progressisti. Nella discussione seguita alla sentenza del tribunale di Rimini dello scorso marzo, che accettava la relazione tra vaccino trivalente e autismo, si è distinta la trasmissione di Daria Bignardi, Le invasioni barbariche, che ha dato spazio alla storia dell’imprenditore Franco Antonello, raccontata nel libro Se ti abbraccio non aver paura (Marcos y Marcos). Contro i vaccini si è pronunciato anche Beppe Grillo in una serie di interventi disponibili su YouTube.
Nella storia della medicina le resistenze contro i vaccini sono ben note e possono suggerire qualche riflessione. Il primo a capirlo fu Edward Jenner, il medico inglese che alla fine del Settecento scoprì che era più sicuro immunizzare gli esseri umani contro il vaiolo usando come fonte infettiva non un altro consimile ammalato, com’era consuetudine, ma inoculando estratti di pustole vaccine infette. Ottenuto l’avallo della profilassi dalle istituzioni britanniche, fu nondimeno oggetto di un’aggressiva propaganda antivaccinale che utilizzò caricature di uomini-bove per far da grancassa ai timori popolari sulla promiscuità tra specie animale e umana e sulla conseguente degenerazione di quest’ultima. Tralasciando altri casi intermedi, le paure contro il vaccino tornarono sulla stampa nel 1998, quando un gastroenterologo britannico, Andrew Wakefield, pubblicò sulla rivista «Lancet» un articolo in cui stabiliva una relazione causale tra vaccinazione trivalente, disturbi del tratto intestinale e autismo. Come venne provato da esperimenti successivi non vi era alcuna relazione tra vaccino e autismo; due inchieste giornalistiche chiarirono poi che si era trattato di una frode pianificata: Wakefield operò in conflitto d’interesse economico, omise dati che negavano la compresenza dei disturbi intestinali, sottopose pazienti ritardati a inutili trattamenti invasivi contro gli standard etici, e nel 2010 venne quindi radiato dall’ordine dei medici inglesi.
In Italia invece i siti web che sostengono la relazione autismo-vaccini con prove pseudoscientifiche sono moltissimi, si va dai più specializzati, come condav.it e autismovaccini.com, a quelli più generici come procaduceo.org, mednat.org, disinformazione.it, che attaccano i vaccini come emblema dell’aggressività della medicina classica e di Big Pharma, sino a quelli che — come scienzaverde.it — scomodano teorie del complotto sfruttando personaggi noti come Romina Power, che in una lettera all’ex ministro Ferruccio Fazio ha scritto, citando come fonte una giornalista austriaca, che «sia il vaccino che la stessa epidemia A/H1N1 sarebbero armi biologiche deliberatamente utilizzate per la riduzione della popolazione mondiale». L’«esperto» generalmente chiamato in causa in questi casi è il medico Massimo Montinari, che per guarire alcuni casi di autismo ha escogitato un protocollo che associa diete prive di glutine e caseina a un trattamento omotossicologico, ma non sembra avere alle spalle pubblicazioni scientifiche accreditate, a parte il libro del 2002 Autismo. Nuove terapie per migliorare e guarire edito dalla Macro Edizioni (che raccoglie nel catalogo volumi sulle profezie Maya e sui segreti del Nuovo Ordine Mondiale).
Recentemente si è sollevato un polverone mediatico contro la società farmaceutica Novartis, accusata di aver distribuito mezzo milione di dosi difettose di vaccino antinfluenzale, senza che in realtà una sola di queste fosse stata commercializzata. L’inevitabile effetto domino si è abbattuto sia sulle milioni di dosi funzionanti già pronte sul territorio nazionale e internazionale, sia sulla drastica diminuzione delle vaccinazioni stagionali, con punte del 60% nel Sud Italia. Per non parlare del danno di immagine. Pur essendo di nazionalità svizzera, la Novartis è un’eccellenza italiana, perché ha a Siena il cuore operativo e la mente, Rino Rappuoli, vaccinologo tra i più autorevoli al mondo. L’azienda ha da poco messo a punto l’avanzato vaccino per il meningococco B, il ceppo responsabile principale della morte da meningite in Europa, frequentissima tra i bambini al primo anno di vita. Ora, nuovamente, ha iniziato da qualche mese a circolare — prima sul web e poi su carta stampata — una nuova bufala contro i vaccini, questa volta ritenuti responsabili, se inoculati in dosi e in età inappropriate, di provocare il cancro.
A parte l’aspetto culturale, quella contro i vaccini è una battaglia rischiosissima sul piano biologico, perché mette a repentaglio la salute di tutta la popolazione. La ragione è semplice. Da milioni di anni le grandi pandemie cambiano il corso della storia, dalla «peste di Atene» all’influenza spagnola, e sono dovute all’evoluzione biologica di infezioni microrganismiche passate dagli animali all’uomo, un po’ come pegno della domesticazione che abbiamo loro imposto. I nostri progenitori cacciatori-raccoglitori hanno avuto la meglio sulle altre popolazioni perché per primi hanno avuto pasti regolari e tempo libero a disposizione, in precedenza occupato da lunghe e pericolose battute di caccia, proprio grazie all’addomesticamento di piante e animali. Il contatto quotidiano con queste specie ha però avuto un costo: contrarre molte malattie, grazie a piccole e inevitabili mutazioni che hanno permesso a batteri e virus di diventare dannosi anche per l’uomo.
Tornando a oggi, le persone senza copertura vaccinale minacciano anche chi ce l’ha, poiché rappresentano una comoda «porta» di ingresso per i microbi che, una volta passati su un individuo del gruppo, possono più facilmente mutare e infettare l’intera popolazione, un fenomeno chiamato «immunità di branco». Se la percentuale della popolazione coperta dal vaccino rimane alta, il muro diventa difficile da valicare, ecco perché malattie che in passato causavano gravi pandemie sono oggi sotto controllo. Cosa c’entrano i gruppi antivaccinali con gli antenati cacciatori-raccoglitori? C’entrano, perché entrambi vivono mentalmente all’età della pietra. La stessa verso cui tende quella parte di pubblicistica ideologizzata la cui politica culturale antiscientista è tesa a vellicare la pancia dei suoi lettori tipo: luddisti, iperecologisti e naturisti per cui «tutto ciò che è naturale è buono, tutto ciò che è prodotto artificialmente dall’uomo o dall’industria è cattivo». Si pensi al crescente numero di madri che portano i propri bambini a scuola o all’asilo (perlopiù privati) evitando le vaccinazioni obbligatorie. La dimensione del fenomeno sociale sta raggiungendo dimensioni pericolose, se si considera che nell’ultimo decennio hanno sospeso le sanzioni amministrative contro i genitori recalcitranti diverse regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Sardegna), con il triste primato di Emilia-Romagna e Veneto, dove le vaccinazioni non sono più obbligatorie, rispettivamente, dal 1999 e dal 2007, e dove infatti i centri di monitoraggio, documentati dal portale Epicentro, «notano un calo della copertura», con zone come il riminese in cui «un movimento antivaccinale molto attivo, mostra una percentuale di obiettori elevata, pari al 4,8%». Le associazioni pediatriche denunciano inascoltate il fenomeno e l’Organizzazione mondiale della sanità non fa che ripetere che la presenza di ceppi infettivi resistenti agli antibiotici è in costante aumento. Una volta acquisite, le conquiste biologiche, come quelle sociali, vanno strenuamente difese, lo ricorda una piaga come la difterite, che si è riaffacciata quando è diminuita la diffusione vaccinale dopo il collasso dell’Urss.
Purtroppo pare che né divieti né argomenti valgano contro questi crescenti gruppi antivaccinali: una élite Bobo (bourgeois-bohémien) che si forma sui siti di «controinformazione», che si muove tra vegetarianesimo e medicina alternativa, e che immagina una Natura buona. Per un paradosso della storia, questi movimenti e la stampa che li accudisce ricordano la scena finale de Il fascino discreto della borghesia del regista Luis Buñuel: ridenti e festanti camminano incessantemente in una direzione che fingono di conoscere. Paghi di sé stessi, non si accorgono che camminano nel nulla.
Andrea Grignolio