Paolo Bracalini; Gian Marco Chiocci; PBra- GMC, il Giornale 27/1/2013, 27 gennaio 2013
SCATTA LA CACCIA AL TESORETTO NEI CENTO CONTI CORRENTI PD
[due pezzi]
È il Palio dei veleni e dei sospetti democratici. In un clima sempre più intossicato da polemiche e rivelazioni sulla banca del Pd, la rossa Siena arrossisce di vergogna per le esternazioni dei vertici del partito romano pronti a scaricare ogni responsabilità sui referenti cittadini. Arrossisce soprattutto per la divulgazione carbonara di un documento «rubato» da un alto funzionario Mps nelle segrete stanze di Rocca Salimbeni e girato per conoscenza a chi, in fatto di banche e di banchieri, è sicuramente estraneo: il segretario della Fiamma Tricolore, Luca Romagnoli. Contattato dal Giornale , l’europarlamentare non si tira indietro. E conferma di essere entrato in possesso di una lista con un centinaio di conti correnti del Pd appoggiati su filiali Mps.
«Siamo venuti in possesso- dice - grazie a un alto funzionario della banca senese, persona di assoluta affidabilità e attendibilità, di un’enorme lista di conti corrente intestati al Pd, più di un centinaio, dove nel mese di dicembre sono transitati, su ciascuno di questi conti targati Mps, due bonifici per circa 200mila euro a conto. Il totale è di diversi milioni! Ora io non so cosa possa significare questa carta che già domani (oggi, ndr ) metterò a disposizione degli inquirenti, ma trovo ridicolo che D’Alema o chi per lui dica di non saperne nulla delle cose del Monte dei Paschi di Siena quando poi, proprio a Mps, viene affidata un fiume impressionante di denaro che finisce in ogni angolo del Paese». In effetti i bonifici che il Giornale ha visionatosono allegati a una lettera del tesoriere Pd, Antonio Misiani, del 20 dicembre scorso, nella quale si danno indicazione al Centro Enti della banca senese di effettuare i versamenti sui conti correnti indicati.
Misiani, al Giornale , offre questa versione: «Dispiace rovinare l’eccitazione dell’onorevole Romagnoli di fronte a un documento che (a suo dire) proverebbe chissà quali rapporti tra il Pd e Mps ma lo informo che è andato decisamente fuori strada. Primo. Il Pd opera non solo con Mps ma con alcune tra le maggiori banche italiane: Intesa, Bnl, Bpm, Poste. Secondo. In relazione alla nuova normativa sul finanziamento della politica - la legge 96/2012, che ha dimezzato i contributi pubblici ai partiti introducendo l’incentivazione dell’autofinanziamento - il Pd ha deciso di centralizzare nel bilancionazionale le entrate da tesseramento e da erogazioni liberali raccolte, aprendo una serie di conti correnti (uno per ogni struttura provinciale e regionale: oltre 100, appunto) intestati al Pd nazionale ma –trattandosidi risorse che lo statuto destina alle strutture locali - con delega a operare attribuita al solo tesoriere di ciascuna federazione provinciale e regionale. Dovendo aprire un numero elevato di conti correnti con una movimentazione complessiva consistente (il Pd ha oltre 600mila tesserati con una quota di iscrizione minima di 15 euro), abbiamo effettuato un’indagine di mercato individuando in quella di Mps l’offerta più conveniente. Tutto qui. Resta il fatto molto grave che un documento interno relativo a un cliente di un istituto di credito è diventato di dominio pubblico, diventando oggetto di un tentativo abbastanza maldestro di strumentalizzazione politica».
Paolo Bracalini; Gian Marco Chiocci
TANGENTE ANTONVENETA, ECCO I BONIFICI SOSPETTI–
Ma quanto è costata veramente l’operazione Antonveneta al Monte dei Paschi? Il sovrapprezzo potrebbe essere ancora più alto di quello noto, già esorbitante visto che l’istituto senese ha sborsato, a favore di Banco Santander, 10,3 miliardi di euro per una banca (o meglio, per una parte, la meno remunerativa) che al momento dell’acquisto possedeva, a detta dell’ex presidente del collegio sindacale, professor Tommaso Di Tanno, «un valore patrimoniale di 2,3 miliardi» (sull’operazione firmata dall’ex presidente Mussari indaga la Procura di Siena). Un alto dirigente del Monte dei Paschi,sotto anonimato,rivela l’esistenza di altri pagamenti cash miliardari. Identiche informazioni sono poi comparse su un blog cittadino molto noto, l’ Eretico di Siena , oggetto di preoccupate analisi da parte di piccoli azionisti e associazioni di soci intervenuti nell’infuocata assemblea straordinaria di venerdì coi nuovi vertici di Mps, Profumo e Viola.
IL GIALLO DEGLI OTTO FLUSSI
Il dettaglio dei bonifici partiti da Mps verso l’estero racconta di altri sette e rotti miliardi di euro usciti dalla cassaforte della banca tra il maggio 2008, quindi alcuni mesi dopo la chiusura «dell’affare» (per Santander...)Antonveneta,e l’aprile 2009. Si parla di «otto bonifici effettuati tra il 30 maggio 2008 e il 30 aprile 2009 di cui cinque diretti al Banco Santander (parte venditrice di Antonveneta, ndr ) per un totale di euro 5.116.739.652,78. Altri due bonifici diretti alla Abbey National Treasury Service PLC di Londra (collegata al Banco Santander) per un totale di euro 2.623.368.402,78 e infine un bonifico a favore della Abn Amro Bank di Amsterdam ( principale azionista di Antonveneta) a fronte della rivitalizzazione da questa effettuata a favore di Antonveneta».
Se sommassimo queste uscite al costo messo in bilancio per Antonveneta, arriveremmo alla cifra monstre di quasi 18 miliardi (già indicata da alcuni retroscena dell’ Espresso ), per una banca che ne valeva molti ma molti di meno.
Ma a cosa si riferiscono quei bonifici?
Un alto funzionario del Monte ci spiega, sempre sotto anonimato, che quei sette miliardi «sono al 99% il rimborso di finanziamenti presi in precedenza da Santander e da Abn Amro anziché dall’interbancario ». Gli azionisti hanno chiesto chiarimenti a Giuseppe Mussari, nell’ultima assemblea da lui presieduta, ma la risposta è stata di andarsi a leggere il bilancio, dove quelle cifre sono riportate, anche se questo non chiarisce granché. E anche la Procura ha messo a fuoco quei bonifici. Anche perché lo scorso giugno l’ex numero uno di Mps è stato interrogato e ha riempito i verbali di «non so, non ricorso».
LE MAIL SBIANCHETTATE
Anche perché di misteri, nella vicenda Antonveneta, non ne mancano affatto. Non solo bonifici e miliardi uscitie magari rientrati con lo scudo fiscale, ma anche mail sparite dal computer personale dell’ex presidente di Mps Mussari, quelle tra il giugno e l’ottobre 2007, cioè proprio il periodo caldo che ha preceduto l’acquisto di Antonveneta, perfezionato nel novembre di quell’anno. Nell’informativa della Gdf contenuta nell’inchiesta sull’aeroporto di Ampugnano, dove è ancora indagato Mussari, si segnala che «durante la consultazione della copia certificata su hard disk esterno in cui sono stati inseriti tutti i dati presenti nel server di posta elettronica e del computer sequestrato nel corso della perquisizione a carico di Giuseppe Mussari presso la sede del Monte dei Paschi di Siena, emergevano dei dubbi circa il fatto che siano state rimosse volontariamente e-mail nell’arco temporale che va dal 29.06.2007 al 13.10.2007».
«L’INTESA» DELL’ADVISOR SPUNTA BENESSIA
Un altro mistero nell’intricato caso dell’Antonveneta. Ma chi era l’ advisor legale di Mps in quella spericolata operazione? Angelo Benessia, dominus dello studio Benessia, Maccagno e Associati di Torino. Un nome che conta nel mondo della finanza, visto che Angelo Benassia è il predecessore di Sergio Chiamparino (ex sindaco del Pd di Torino) alla presidenza di un’altra pesante fondazione bancaria, la Compagnia di San Paolo (azionista di Intesa San Paolo). E Benessia si è sempre mosso tra Torino e Siena, seguendo entrambi i due colossi bancari.
Una coincidenza che alimenta le fanta- teorie su disegni finanziari occulti e incroci di poteri che molti senesi, scossi dallo scandalo Mps più dei cavalli al Palio, stanno costruendo in questi giorni sotto la torre del Mangia. E che trovano almeno una conferma giudiziaria. «Lo studio Benassia - ci conferma lo stesso avvocato - è stato perquisito dalla Gdf nell’ambito dell’inchiesta su Antonveneta in quanto advisor, come altri studi legali che si sono occupati della vicenda. Abbiamo fornito il materiale che cercavano, siamo assolutamente sereni».
PBra- GMC