Giorgio Meletti, Il Fatto Quotidiano 27/1/2013, 27 gennaio 2013
IL PESO POLITICO DEL MONTE: 2,1 MILIARDI IN SEDICI ANNI
Avete presente quando si dice “finanziamenti a pioggia”? Ecco, la Fondazione Mps, se avesse una gestione più oculata, avrebbe già da tempo registrato il brevetto. Palazzo Sansedoni, la più elegante facciata su piazza del Campo, produce una vera pioggia di denaro. Pioggerellina fine, ma insistente. Si infila dappertutto. Il contribuente, scontento per i 3,9 miliardi di euro che lo Stato ha dovuto prestare al Monte dei Paschi di Siena per evitare la bancarotta, potrà consolarsi scoprendo che molti soldi che mancano all’appello non sono stati rubati ma regalati.
Avana, Brasile e Guatemala
Tanto per dire: nel 2011, 20 mila euro sono stati dati all’Arci per diffondere valori culturali all’Avana; 10 mila euro li ha presi l’arcivescovo di Siena per costruire un centro di recupero per tossicodipendenti in Brasile; 45 mila euro sono finiti in Guatemala, ma non tutti insieme, non sia mai detto, bensì divisi tra tre enti della generosità planetaria quali l’associazione “Amici del Guatemala” di Siena, l’associazione “Mani amiche” di Sarteano e la diocesi di Monte Oliveto Maggiore. E che dire dell’Associazione per l’assistenza spirituale alle Forze armate? Poteva la Fondazione Mps, nella sua generosità e sensibilità, negare quel contributo di mille euro per il “sostegno al 186esimo reggimento paracadustisti Folgore”? E non vuoi dare mille euro al gruppo sportivo di podismo della Polizia di Stato di Siena? Dati . E se un ente caritatevole come il ministero degli Esteri, sì, proprio il ministero degli Esteri, abbisogna di 25 mi-la euro per restaurare il suo patrimonio artistico, perché fare i micragnosi? Pronto il bonifico. E ancora: dopo che il Monte dei Paschi ha comprato – e mal gliene incolse – la Banca 121 nella nobile terra di Puglia, come non dare 20 mila euro al festival itinerante “La notte della taranta”? Dati. La taranta vi sembra troppo popolare come investimento culturale? Niente paura: ecco pronti 5 mila euro per il festival del cinema coreano organizzato a Firenze dall’associazione Taegukgi. E poi, perché negare mille euro al “gruppo apneisti senesi”? Meglio incoraggiare la nobile disciplina in una città sempre più spesso senza fiato quando scopre come è stata gestita la sua banca.
Soldi di nessuno
Così, un soldino sopra l’altro, la Fondazione Mps continua a spendere i miliardi di euro del suo patrimonio. E consultando quella specie di elenco telefonico che è la lista delle cosiddette erogazioni, un migliaio di voci nel solo 2011, si capisce perché i politici ci tengono tanto alle Fondazioni e al loro controllo. Pensate a quanti amici si possono fare decidendo ogni giorno a chi dare e a chi no, quale iniziativa benefica approvare e quale no, quale associazione potrà sopravvivere e quale chiuderà. La Fondazione di Siena ora è sotto la luce dei riflettori, ma è solo un pezzo di un fenomeno enorme. Nel 2011 le 88 fondazioni bancarie hanno irrorato l’Italia con erogazioni benefiche pari a un miliardo e 92 milioni di euro. Siena, da sola, con i suoi 126 milioni di euro, rappresenta l’11 per cento di tanta generosità. Ma di chi sono questi soldi? Qui sta il punto. Secondo la legge le fondazioni sono enti privati, costituiti come tali nel 1992 da Giuliano Amato che ha conferito loro la proprietà delle banche fino ad allora pubbliche. Sono enti privati ma senza proprietari, perché le fondazioni sono per definizione di se stesse. Quindi sono di chi le gestisce, e le gestiscono organi di governo nominati dalla politica. A Siena i 16 membri della deputazione generale sono nominati così: 8 li sceglie il sindaco di Siena, 5 il presidente della Provincia, uno la Regione Toscana, uno l’Università di Siena, uno il vescovo di Siena. Dice lo statuto che devono essere scelte persone non necessariamente in grado di governare la terza banca italiana, ma con “comprovate esperienze e competenze atte ad assicurare la rappresentanza del territorio”. Direbbe Antonio Di Pietro: “Capisci a me!”.
Mance politiche, ma discrete
E quindi tutto torna. Il governo taglia i fondi per le scuole? La Fondazione dà 3.000 euro per il laboratorio multimediale della scuola di Bagno a Ripoli. Tagli alla ricerca ? Niente paura: ecco pronti 10 mila euro per una ricerca sulle cellule staminali del San Camillo di Roma. Ed ecco le erogazioni per il Comune di Siena (di fatto padrone della Fondazione), per la Provincia, per l’Università, per la regione. E per associazioni di ogni tipo, amici, amici degli amici, mostre d’arte, bande di paese, oppure centri di rianimazione o assistenza ai disabili. Il punto è che non tutte queste spese sono assurde o clientelari, anzi, per la maggior parte sembrano soldi spesi per scopi nobili. Il punto è che sono miliardi che i politici hanno trovato il modo di spendere privatamente nella più totale discrezionalità, fuori dai bilanci pubblici sottoposti allo scrutinio delle assemblee elettive e dei cittadini. Come classificare il milione e 400 mila euro dato da Fondazione Mps all’Università di Siena per le borse di studio dei dottorati di ricerca? Non ci dovrebbe pensare il ministero competente? Dai bilanci di palazzo Sansedoni si capiscono così molte cose. Nel 2008, anno in cui il Monte dei Paschi scassò i suoi conti per pagare 10 miliardi la Banca Antonveneta che ne valeva due, e fu comprata di corsa, come un’auto rubata, senza neppure una perizia sul valore effettivo, la Fondazione toccò l’apice del suo fulgore, erogando 376 milioni di euro. Dal 1995 ha distribuito oltre 2 miliardi di euro. Adesso che il Monte non dà più dividendi la festa è finita. Ma finché è durata era il core business della politica senese e non solo senese. Altro che gestione dei manager.
Giorgio Meletti
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