Francesca Bonazzoli, Corriere della Sera 18/1/2013, 18 gennaio 2013
Giuseppe De Nittis nel 1869 sposò Léontine Gruvelle che, pur essendo di tre anni più grande di lui, era minuta e dall’apparenza fragile
Giuseppe De Nittis nel 1869 sposò Léontine Gruvelle che, pur essendo di tre anni più grande di lui, era minuta e dall’apparenza fragile. Quando la presentò alle donne di casa sua, che invece erano alte e robuste, queste se la presero sulle ginocchia dondolandola come fosse una bambina. I due divennero ben presto la tipica famiglia parigina elegante e benestante. Lei adorava i vestiti alla moda, le porcellane blu di Cina, le belle case con tutte le comodità borghesi. E De Nittis la assecondava: «È la vita per la quale sono nato: dipingere, ammirare, sognare». Per lui Léontine fu la modella prediletta, ritratta in barca, in giardino, per le strade di Parigi, alle corse o in casa. Fu lei a organizzare intorno al pittore i contatti, le cene, i ricevimenti che gli servirono per essere nel giro giusto. Degas la detestava, così come Edmond de Goncourt, i quali la trovavano piuttosto scaltra e interessata. Quando la Gruvelle morì, nel 1913, aveva sistemato tutti i debiti vendendo i quadri dei colleghi di De Nittis, da Degas a Manet, mentre aveva preservato tutte le opere del marito rimaste in casa. Pochi mesi prima della morte depositò il testamento: «al Municipio di Barletta, Italia, tutti i libri e tutti i quadri, studi, incisioni etc. pregandoli di distribuire nei musei d’Italia, e anche stranieri, eccettuata la Francia».