Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 25/01/2013, 25 gennaio 2013
IL VIMINALE SMENTISCE: PRIMA 007, ORA L’ARMA MA NON CI SONO TAGLI —
All’ora di pranzo, poco dopo la sortita di Silvio Berlusconi, i contatti tra i vertici degli apparati di sicurezza diventano frenetici. Perché non risulta che il livello di scorta sia stato abbassato, anzi. E dunque non si comprende su quali basi il candidato del Pdl abbia deciso di attaccare il governo parlando della propria protezione personale in questi termini. Oltretutto svelando i contenuti del colloquio avuto con il direttore dell’Aisi, l’Agenzia per la sicurezza interna, il generale Arturo Esposito, che gli avrebbe consigliato di non effettuare comizi o uscite in luoghi affollati.
L’ulteriore verifica disposta dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, conferma quanto era già noto: non c’è stata alcuna modifica nel dispositivo ma, come prevede la legge, ad occuparsi del servizio, ora che non è più premier, sono i carabinieri e non più gli 007. La precisazione che filtra dal Viminale è lapidaria: sono diversi soltanto gli uomini. E in ogni caso, proprio per assecondare le richieste del Cavaliere, è stato deciso di prorogare l’assegnazione di quattro agenti dell’Aisi che da anni fanno parte del suo seguito e che dovranno occuparsi della pianificazione degli spostamenti. Tra loro, anche il caposcorta finito sotto procedimento disciplinare per la vicenda legata al sequestro del ragioniere Giuseppe Spinelli.
Sono le norme a imporre che un anno dopo l’uscita da Palazzo Chigi per i presidenti del Consiglio venga effettuata una rimodulazione della scorta. Nel caso di Berlusconi si è stabilito sin dal novembre scorso — appunto alla scadenza dei dodici mesi — che si rimanesse al primo livello, il massimo.
Nei giorni scorsi si sono riuniti i comitati provinciali di Roma e Milano per analizzare la situazione e stabilire come procedere. E il verdetto è stato, così come viene specificato nelle relazioni finali «di continuare ad assicurare nei confronti dell’onorevole Berlusconi un dispositivo di protezione eccezionale, numericamente inalterato rispetto al precedente assetto tutorio, la cui esecuzione è stata affidata all’Arma dei carabinieri, con il concorso di personale dell’Aisi, anche per quanto attiene alla gestione degli apparati tecnici per la salvaguardia dell’integrità e della riservatezza delle telecomunicazioni, conformemente a quanto previsto dalle norme».
Una boutade elettorale, dunque, come viene definita a fine serata al Viminale, soprattutto tenendo conto che, durante l’incontro con il generale Esposito, a Berlusconi sarebbe stato ben chiarito che si era stabilito di rimanere al grado più alto di protezione e lui era apparso soddisfatto. Non a caso si sottolinea che la scelta di lasciare a sua disposizione gli 007 dell’Aisi rappresenta un’eccezione, sia pur giustificata con esigenze di servizio legate ai compiti di intelligence che devono svolgere. Del resto è stato proprio il Copasir, il Comitato di controllo sui servizi segreti, ad evidenziare nella relazione finale depositata ieri, la necessità di affidare la scorta dei presidenti del Consiglio «alle forze dell’ordine e non all’Aisi».
Fiorenza Sarzanini