La Gazzetta dello Sport 25/1/2013, 25 gennaio 2013
«IN LEGA SIAMO VENTI DEFICIENTI»
Non c’è soltanto lo spettro della retrocessione a tormentarlo, ma anche l’indecisione a quanto pare eterna sulla propria posizione da assumere riguardo il futuro del sistema calcio. Il presidente Maurizio Zamparini ne ha per tutti, dal presidente della Lega Maurizio Beretta a quello del Catania Antonino Pulvirenti, passando per il patron della Lazio Claudio Lotito. Dimenticandosi forse che pochi giorni fa ha espresso parere favorevole alla riconferma del Governo attuale.
Faccendieri «La Lega è diventata un gruppo di venti deficienti — ha detto Zamparini alla «Zanzara», in onda su su Radio24 —. Beretta è la fotografia dell’Italia, un presidente della Lega che fa il doppio lavoro. È una persona inefficiente, immobile, ma la colpa non è sua ma dei presidenti, come la causa dello sfascio dell’Italia sono gli italiani. In Italia c’è Mario Monti, in Lega c’è Lotito, due faccendieri che portano al disastro. Monti è meglio che torni a insegnare all’università, che è l’unica cosa che sa fare. Beretta è soltanto fortunato, non riesco a capire che soddisfazione gli dia stare lì, probabilmente la visibilità. Ma la colpa non è sua, è dei presidenti, come la causa dello sfascio dell’Italia sono gli italiani». E tra questi presidenti dovrebbe autoinserirsi visto che Zamparini, per mano e bocca del suo a.d. Lo Monaco, ha appena votato la conferma di Beretta. Il numero uno rosanero è anche intervenuto sulla querelle tra Agnelli e Pulvirenti, apostrofato dal presidente del Catania come «una zitella isterica in astinenza». «Andrea Agnelli è un signore — ha commentato Zamparini — non sarebbe mai sceso così in basso con le parole come ha fatto Pulvirenti».
Kakà un bluff Dal pallone alla politica il passo è breve. «Dirò alla gente di votare Grillo. Il mio movimento è vicino a lui, è l’unico che può salvare il Paese — ha continuato —. Berlusconi è solo un grande attore, da Michele Santoro ha fatto spettacolo. Ma è un mondo passato. Vuole comprare Kakà, ma gli dico che non porta voti e non porta vittorie. Gli italiani non sono cretini e poi se il Real Madrid lo lascia andare significa che ormai può tornare solo in Brasile, vuol dire che è finito». Un attacco tira l’altro e il mirino di Zamparini si sposta anche su Franco Carraro, l’ex presidente del Coni e della Figc ora candidato col Pdl al Senato: «Alla sua età dovrebbe pensare a mangiare salame con me in Friuli — ha sottolineato — non a fare politica. La lasci ai giovani».
Zona pericolo Il problema più pressante, però, si chiama Palermo e il penultimo posto in classifica impone la massima concentrazione. Zamparini ha dato ampio mandato all’a.d. Pietro Lo Monaco di rinforzare la squadra proprio per evitare di sprofondare in Serie B. Gli ultimi giorni, nonostante le difficoltà tipiche del mercato di gennaio, sono stati abbastanza prolifici grazie agli arrivi di Sorrentino, Formica e Boselli. Tre innesti che si vanno ad aggiungersi ad Aronica, Dossena e Anselmo.
Mal di stomaco «Se penso alla retrocessione mi viene il mal di stomaco, un dolore terribile — ha ammesso Zamparini —. Poi mi faccio forza e dico: torno subito in A. Sarebbe uno dei dolori più grandi della mia vita, ma non accadrà». E allora ecco una ventata di ottimismo che in questo periodo per i tifosi rosanero non guasta: «Faccio una promessa: ci salviamo cinque, sei giornate prima della fine del campionato».