Paolo Fantauzzi, l’Espresso 25/1/2013, 25 gennaio 2013
Commissari di FIDUCIA Amici di amici. O professionisti incrociati quando faceva il banchiere. Gli uomini scelti da Passera per le aziende in crisi– Il 20 dicembre scorso nella Sala del Parlamentino di via Molise c’erano tutti gli alti dirigenti dello Sviluppo economico
Commissari di FIDUCIA Amici di amici. O professionisti incrociati quando faceva il banchiere. Gli uomini scelti da Passera per le aziende in crisi– Il 20 dicembre scorso nella Sala del Parlamentino di via Molise c’erano tutti gli alti dirigenti dello Sviluppo economico. Si celebrava la prima giornata della trasparenza, voluta da Corrado Passera per portare luce nei meandri del dicastero. Quasi una fissazione, quella del ministro, che alla trasparenza ha anche dedicato un tavolo tecnico e in più occasioni ha ribadito la necessità di selezionare le persone più adeguate per i vari incarichi. Nell’Italia che vede fallire in media 30 imprese al giorno e lievitare la nomina di commissari straordinari, Passera non pare però essere stato sempre coerente. Il ministro si è mosso infatti in assoluta continuità con la logica dei suoi predecessori, dimostrando peraltro di avere eccezionale memoria delle persone incontrate durante la sua attività professionale. Scelte spesso squisitamente politiche, del tutto lecite, essendo le designazioni per la gestione delle aziende in difficoltà di carattere fiduciario (nel resto del mondo vengono decise dai giudici). Non il massimo, però, per un civil servant che al momento di giurare al Quirinale assicurava di aver tagliato i ponti con la sua vita passata. Nemmeno il tempo di sedersi alla scrivania che Passera ha dovuto affrontare la crisi del gruppo Pansac, produttore mantovano di materiali plastici. La scelta è caduta su Marco Cappelletto, avvocato veneziano e amico intimo di Renato Brunetta, che lo ha voluto perfino come testimone di nozze (vedere il box). Negli stessi giorni sull’orlo del fallimento è finito anche il Cefop, ente di formazione professionale siciliano da un migliaio di dipendenti, clientele sterminate e oltre 200 casi di parentopoli (come quello di Mario Raimondo, consuocero del presidente del Senato, Renato Schifani). Sebbene le dimensioni non proprio gigantesche potessero far optare per un solo amministratore, Passera ha confermato il collegio di avvocati nominati commissari giudiziali (180 mila euro per tre mesi di lavoro) dal suo predecessore, Paolo Romani: il milanese Bartolo Antoniolli, il romano Giuseppe Benedetto e il napoletano Ciro Falanga. Antoniolli è stato direttore Affari legale di Rti (Mediaset). Falanga è un ex deputato: eletto nel 2001 con la lista civetta del centrodestra "No ai ribaltoni", aderì a Forza Italia e poco prima della fine della legislatura passò al centrosinistra coi Repubblicani europei. Adesso è tornato a destra, candidato al Senato con il Pdl. Benedetto è un penalista che vanta numerosi clienti di peso (fra gli altri, Clemente Mastella) e un ruolo da commissario della Ira costruzioni e della dozzina di società collegate per volere dell’ex ministro Antonio Marzano. A Palermo gira voce che la loro parcella si aggirerà sui 700 mila euro. Benedetto smentisce. Intanto il collegio ha chiesto 150 mila euro di anticipo. Proprio Benedetto peraltro è protagonista di un caso singolare: nel febbraio 2012 Passera gli affida il Cefop, ma pochi giorni dopo lo rimuove da commissario della Sacaim (comparto edile), accogliendo di fatto le lamentele della proprietà sulla gestione degli amministratori. Al loro posto il ministro nomina l’avvocato bolognese Alberto Maffei Alberti, presidente del Centro agroalimentare cittadino e già impegnato nel salvataggio di Ferrania e Cms. Sotto molti aspetti si tratta di una vecchia conoscenza: pochi mesi prima di entrare nel governo Passera ha infatti evitato, tramite Intesa Sanpaolo, il crac dell’istituto di credito presieduto da Maffei Alberti, il Banco emiliano romagnolo. Una vicenda non priva di strascichi giudiziari, vista l’inchiesta per truffa avviata dalla Procura di Bologna sulla base di un esposto presentato da due ex soci, secondo i quali il presidente era a conoscenza dell’imminente commissariamento di Bankitalia quando, nell’estate 2009, chiese di sottoscrivere un aumento di capitale da 8,8 milioni. Le strade del ministro e di Maffei Alberti si erano però già incrociate nel 2007, quando l’avvocato curò per Cariparma l’acquisizione di 173 sportelli di Intesa. Coincidenze, si dirà. Eppure in passato ha incrociato diverse volte Passera e la sua banca anche l’avvocato milanese Alessandro Triscornia, nominato commissario della Form, azienda lombarda che produce getti in alluminio. Nel 2008, ad esempio, il legale ha assistito Intesa Sanpaolo nella vendita al gruppo Intek della partecipazione nel fondo di investimenti I2Capital. Mentre Enrico Giliberti, senior partner dello studio associato di Triscornia, è stato insieme a Passera nel consiglio di Rcs. Nessuna liaison, invece, col manager Piero Nardi, chiamato un mese fa a risollevare le sorti del gruppo siderurgico Lucchini. Ma lui e il ministro si sono sfiorati nell’estate ’96, quando Passera lasciò il ruolo di amministratore delegato della Olivetti per andare al banco Ambrosiano Veneto: Nardi arrivò due mesi dopo come direttore generale. Viene dallo studio legale del ministro del Turismo, Piero Gnudi, Paolo Cevolani, nominato amministratore della piacentina Rdb nonostante fosse già alle prese con la gestione controllata di Fioroni e Costaferroviaria e commissario liquidatore delle holding Fochi e Salvarani (tutte designazioni di Pierluigi Bersani). Con Cevolani c’è anche il commercialista milanese Giorgio Zanetti, pure lui con un pregresso di gestioni straordinarie da record: gruppi Scala, Ilva Pali Dalmine e Selfin. In tutto fanno 15 società. I casi di collezionisti di incarichi sono numerosi e spesso si sovrappongono fra loro. Per dire: nella gestione della Scala, dell’Ilva-Dalmine e della Selfin, Zanetti è affiancato da Giovanni Fiori, che al tempo stesso è commissario dell’Alitalia, della Pietro Mazzoni Ambiente e membro del collegio sindacale della Banca d’Italia. Un altro commissario Alitalia, Stefano Ambrosini, segue anche le crisi della multiutility piemontese Asa e della carrozzeria Bertone, venduta alla Fiat (finora i tre amministratori hanno avuto circa 800 mila euro di liquidazione). Nei tredici mesi trascorsi a via Veneto, Passera non ha fatto nulla per evitare concentrazioni di questo tipo. Il legale leccese Antonio Casilli, ad esempio, era già nel collegio che gestisce la Olcese e la Iar Siltal, eppure gli è stato affidato anche il gestore del servizio idrico dei comuni della provincia di Palermo, Acque potabili siciliane. Forse una prassi inevitabile con un ministro abituato a sedere contemporaneamente, da banchiere, in una decina fra consigli di amministrazione, consigli generali e comitati esecutivi.